La Manovra Finanziaria 2026 è una grande delusione per i dipendenti pubblici: non ci sarà alcuna buona novità di quelle annunciate e anche approvate per il settore privato
Il dibattito sulle misure previste per i dipendenti pubblici nella Manovra finanziaria 2026 si è acceso sin dalle prime bozze. Da mesi si attendevano risposte concrete in tema di salari, flessibilità in uscita e allineamento tra settore pubblico e privato. Le aspettative erano sostenute anche da precedenti annunci governativi: ulteriori risorse per i rinnovi contrattuali, anticipazione dei tempi di erogazione TFS/TFR, nonché l’estensione di una detassazione già in vigore nel privato.
Tuttavia, il testo approvato rappresenta una svolta inattesa e, per larga parte degli statali, poco soddisfacente. Nonostante il clima di attesa, nel testo definitivo sono scomparse alcune delle misure più richieste dalle parti sociali, come un reale anticipo del TFS e la piena estensione delle agevolazioni fiscali sugli aumenti in busta paga.
L’assenza dello stanziamento aggiuntivo di 500 milioni di euro per il rinnovo dei contratti nel settore pubblico rappresenta una battuta d’arresto significativa. Nella manovra 2026, infatti, è stato eliminato proprio il fondo straordinario previsto per accompagnare la tornata contrattuale e riconoscere incrementi stipendiali al personale della Pubblica Amministrazione.
Nel ciclo precedente (2022-2024) erano stati previsti investimenti di ampia portata per premiare il lavoro pubblico e mantenere la competitività retributiva rispetto al privato. Questa inversione di rotta avviene in un contesto in cui il personale pubblico tratta ancora per il recupero del potere d’acquisto eroso dall’inflazione e dagli adeguamenti fiscali.
Il taglio dei fondi ha conseguenze anche sugli aumenti medi lordi attesi, andando a incidere direttamente sulla liquidità percepita e vanificando parte degli incrementi necessari ad adeguare le retribuzioni all’incremento dei prezzi. Tabella di esempio:
Anno | Stanziamento aggiuntivo (milioni €) | Effetto rinnovo sullo stipendio medio (€) |
2022 | 6.400 | +85 mensili |
2024 | 7.200 | +110 mensili |
2026 | 0 | -- |
L’impatto reale di questo stop comporta non solo la stagnazione degli stipendi, ma anche la perdita di una leva di dialogo con le organizzazioni sindacali, che avevano individuato negli aumenti una misura “non differibile” e centrale.
Uno degli elementi maggiormente critici riguarda la detassazione degli aumenti contrattuali. Nel settore privato, è previsto un regime agevolato che consente di applicare un’aliquota ridotta sulle somme erogate a titolo di incremento retributivo o premio di produttività.
Nelle precedenti bozze della manovra, il medesimo beneficio era stato promesso anche ai dipendenti pubblici, prospettando la riduzione dell’aliquota al 5% su determinati importi in busta paga per chi avesse una retribuzione fino a 28.000 euro lordi annui. Con l’approvazione del testo definitivo, questa misura è stata neutralizzata, con la conseguenza che il cuneo fiscale torna a penalizzare gli statali rispetto ai dipendenti del settore privato. Ciò significa che:
Le novità introdotte dalla manovra 2026 impattano negativamente anche sui tempi di liquidazione di TFR (Trattamento di Fine Rapporto) e TFS (Trattamento di Fine Servizio) ai lavoratori pubblici. Nei mesi precedenti, era emersa l’idea di armonizzare le tempistiche di erogazione del Trattamento tra settore pubblico e privato, garantendo agli statali la possibilità di ricevere una prima quota fino a 50.000 euro entro tre mesi dalla cessazione del servizio. Questa misura è stata ora fortemente ridimensionata:
La percezione diffusa tra i lavoratori pubblici è di un netto arretramento rispetto alle promesse di adeguamento salariale e ai tentativi di rendere la pubblica amministrazione più competitiva rispetto al privato. La mancata detassazione, l’assenza di fondi per aumenti e il ritorno a liquidazioni TFR/TFS meno rapide espongono il personale a una progressiva erosione del potere d’acquisto, già messo a dura prova dall’inflazione e dall’incertezza normativa. Tabella esplicativa:
Voci | Prima della manovra | Dopo la manovra 2026 |
Detassazione aumenti | Prevista (aliquota 5%) | Eliminata |
Nuovi fondi rinnovo | 500 milioni € | 0 |
TFS/TFR rapido | 1ª rata dopo 3 mesi | 1ª rata dopo 9 mesi |