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Taglio Irpef nella versione minima confermato da Giorgetti e Cdm ieri in Manovra. Ecco come sarà

di Marianna Quatraro pubblicato il
Taglio Irpef versione minima Giorgetti

Riduzione dell'Irpef confermata nel 2026 per la seconda aliquota ma solo per redditi fino a 50mila euro e non estesa anche fino a 60mila euro: cosa cambia con la nuova Manovra

La Manovra Finanziaria 2026 si caratterizza per la conferma, da parte del Consiglio dei ministri e del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, di una misura fiscale attesa da milioni di contribuenti: la riduzione dell’Irpef, limitata alla fascia di reddito riconducibile al ceto medio. L’obiettivo dichiarato del Governo è quello di introdurre un alleggerimento selettivo del prelievo fiscale, mantenendo però la sostenibilità dei conti pubblici in un quadro finanziario improntato alla prudenza. Il nuovo assetto fiscale prevede un taglio dell’aliquota nel secondo scaglione, favorendo lavoratori e famiglie con redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro

Come funzionerà il taglio dell’Irpef: riduzione dal 35% al 33% tra 28.000 e 50.000 euro

L’intervento fiscale previsto nella manovra 2026 consiste nella riduzione dell’aliquota applicata al secondo scaglione Irpef dal 35% al 33%, interessando i contribuenti il cui reddito lordo annuo si colloca nella fascia tra 28.000 e 50.000 euro. Questa misura, annunciata dal ministro Giorgetti, rappresenta il passaggio più rilevante della strategia fiscale volta a sostenere il ceto medio.

La modifica dell'Irpef 2026 non interessa i redditi inferiori a 28.000 euro, che già beneficiano di strumenti come la no tax area e altri istituti di integrazione al reddito, né di fatto riguarda i redditi al di sopra di 50.000 euro, per cui restano le aliquote ordinarie più elevate fatte salve possibili eccezioni definite dai meccanismi di sterilizzazione. L’aliquota del 33% si applicherà solo sulla quota di reddito compresa tra i due estremi della fascia. Di seguito una tabella semplificata per chiarire la struttura degli scaglioni interessati:

Scaglione Reddito Lordo (euro) Aliquota Irpef 2025 (%) Aliquota Irpef 2026 (%)
0 – 28.000 23 23
28.000 – 50.000 35 33
oltre 50.000 43 43

La scelta di non innalzare la soglia superiore oltre i 50.000 euro risponde a necessità di bilancio, mentre altre ipotesi di ampliamento fino a 60.000 euro sono state accantonate per mancanza di coperture.

Gli effetti pratici: quanto si risparmia e chi saranno i beneficiari

L’impatto reale della riduzione delle aliquote Irpef si traduce in un risparmio fiscale che varia sensibilmente in base al reddito individuale, con effetti progressivi crescenti man mano che ci si avvicina al limite alto dello scaglione. La riduzione sarà proporzionale alla parte di reddito compresa tra 28.000 e 50.000 euro: chi si trova appena sopra il limite minimo percepirà benefici modesti, mentre per chi ha un reddito prossimo ai 50.000 euro il vantaggio potrà raggiungere il massimo stimato di circa 440 euro all’anno, pari a poco più di 36 euro al mese (o circa 33 euro per mensilità con tredicesima).

Reddito lordo annuo (€) Risparmio annuo stimato (€)
28.000 0
29.000 20
35.000 circa 220
40.000 circa 330
50.000 440

I beneficiari sono soprattutto lavoratori dipendenti e pensionati, che rappresentano la fetta principale dei redditi compresi nella fascia considerata. In termini di numerosità, secondo dati ufficiali MEF, si tratta di oltre 12 milioni di contribuenti direttamente coinvolti, pari a circa un terzo della popolazione fiscale. Chi ha, invece, redditi inferiori continua a usufruire delle agevolazioni già esistenti, mentre chi supera i 50.000 euro resta escluso dal beneficio

Le risorse, la copertura finanziaria e la sostenibilità economica della misura

Il costo stimato della riduzione dell’aliquota Irpef dal 35% al 33% oscilla tra 2,5 e 4 miliardi di euro l’anno secondo le simulazioni tecniche più accreditate. La sostenibilità della misura resta oggetto di stringente monitoraggio da parte degli organi di controllo, tra cui la Banca d’Italia, che ha più volte sottolineato l’esigenza di ricorrere solo a coperture certe e non temporanee per evitare squilibri strutturali nella finanza pubblica.

L’impianto della manovra, del valore complessivo di circa 16 miliardi di euro, prevede che le risorse provenienti siano così ripartite:

  • Nuove entrate (circa 6,5 miliardi)
  • Tagli selettivi alla spesa pubblica (9 miliardi). 

 

 

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