Cosa potrebbe effettivamente accadere ora per i pagamenti di Tfr-Tfs agli statali dopo la recente sentenza del Tar delle Marche: le conseguenze
Quali sono le possibili conseguenze del recente pronunciamento del Tar sui tempi da ridurre di liquidazione del Tfr-Tfs agli statali? Una recente sentenza del Tar delle Marche ha rimandato la questione del pagamento dilazionato del Tfs-Tfr di nuovo alla Corte Costituzionale.
La Consulta si è già espressa a giugno del 2023 definendo illegittimo il pagamento del Tfr-Tfs agli statali nei lunghi tempi previsti, adducendo specifiche motivazioni e invitando il governo a intervenire immediatamente per risolvere la situazione. Ma nulla finora è stato realmente fatto, nonostante mesi e mesi di discussioni, che tra l’altro continuano.
Sono state, infatti, diverse le proposte avanzate per superare la disparità di trattamento tra dipendenti pubblici e privati relativamente alla liquidazione del Tfs, ma non sono mai state disponibili le coperture finanziarie necessarie.
Durante il procedimento davanti alla Corte Costituzionale, il costo quantificato per l’attuazione della misura è risultato di circa 7 miliardi di euro.
Secondo la normativa attualmente in vigore, il Tfs-Tfr viene erogato ai dipendenti pubblici dopo 12 mesi, se il lavoratore cessa il servizio per raggiungimento dei requisiti pensionistici, e 24 mesi se la cessazione del rapporto di lavoro avviene per altri motivi.
I tempi cambiano poi in base all’importo di trattamento accumulato: se, infatti, il montante maturato è entro i 50mila euro, avviene in un’unica soluzione; se, però, supera i 50 mila euro ma resta entro i 100mila, il pagamento avviene in due rate, la prima pari a 50.000 euro e la seconda pari all’importo residuo.
Se l’importo da liquidare risulta poi superiore a 100mila euro, allora il pagamento complessivo avviene in tre rate annuale.
Considerando i tempi appena riportati, per avere il proprio Trattamento, un dipendente statale può arrivare ad aspettare anche fino a 5 anni.
La questione del grosso problema dei lunghi tempi di pagamento del Tfr-Tfs agli statali è stata nuovamente sollevata da un dirigente della Polizia di Stato, che ha presentato il suo caso al Tar delle Marche.
Il dirigente, in quiescenza dal 2022, ha chiesto il pagamento immediato dell’intero trattamento di fine servizio, oltre alla rivalutazione delle intere somme e dei relativi interessi.
I giudici hanno ritenuto rilevante la questione di legittimità costituzionale sul pagamento dilazionato del trattamento di fine servizio dei dipendenti pubblici, rimandando nuovamente la decisione alla Consulta.
La decisione del Tar di chiamare nuovamente in causa i giudici della Corte Costituzionale potrebbe rivelarsi importante.
Due, in particolare, potrebbero essere le conseguenze:
L’intenzione sarebbe quella di permettere a chi vuol comprare casa di chiedere un anticipo del Tfr fino al 75% del montante maturato o del 30% nel caso di spese mediche.
L’anticipo da riconoscere agli statali al pari dei privati potrebbe essere un primo piano verso anche l’eguaglianza dei tempi di liquidazione degli interi trattamenti maturati.