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Usura e prestiti, aumentano i casi in Italia per cittadini, partite ive e aziende: come riconoscerla e difendersi

di Marcello Tansini pubblicato il
usura 2025 in aumento sui prestiti

In Italia aumentano i casi di usura e prestiti illegali, colpendo famiglie, partite IVA e aziende. Le cause, segnali per riconoscerla, strumenti di tutela, prevenzione e ruolo fondamentale delle istituzioni nel contrasto.

Nel corso di questo ultimo anno 2025, l’Italia ha registrato una crescita significativa dei fenomeni riconducibili all’usura e alla richiesta di prestiti, sia legali che illegali. Il periodo delle festività e l’aumento generale dei costi della vita hanno imposto una pressione finanziaria maggiore su cittadini, lavoratori autonomi e imprese, spingendo molti verso forme di indebitamento rischiose. La difficoltà di accesso al credito bancario tradizionale e la riduzione della presenza fisica degli istituti di credito hanno reso i soggetti economicamente più fragili particolarmente vulnerabili nei confronti di prestatori non autorizzati e di organizzazioni criminali. I dati più recenti evidenziano infatti un incremento degli episodi di usura e delle situazioni di insolvenza, con ricadute gravi sul tessuto sociale e produttivo. 

Perché aumentano usura e prestiti: contesto sociale, economico e bancario

L’incremento delle pratiche usurarie e la crescente domanda di prestiti trovano radici profonde nelle recenti dinamiche sociali ed economiche italiane. Il perdurare di condizioni di incertezza, unitamente all’inflazione e all’aumento dei prezzi delle materie prime, ha reso più oneroso per famiglie e imprese far fronte alle spese ordinarie e straordinarie.

La desertificazione bancaria, fenomeno in forte ascesa dal 2012, si manifesta con la chiusura di migliaia di filiali, soprattutto nelle aree interne e nel Mezzogiorno: dal 2012 al 2024 gli sportelli bancari italiani sono passati da oltre 32.800 a meno di 19.700, penalizzando la clientela tradizionale e aggravando il divario d’accesso ai servizi finanziari.

Accedere a credito legale è diventato più complesso, specialmente per piccole imprese e privati residenti in zone svantaggiate. La difficoltà di dialogo con gli istituti di credito, spesso sostituiti da piattaforme digitali meno accessibili a categorie fragili (anziani, migranti, microimprese), ha aperto varchi sostanziali all’operato delle realtà criminali. Secondo dati Bankitalia, nel 2025 si stima che 165 mila piccole imprese del Sud siano a rischio usura proprio a causa della carenza di supporto bancario.

Le restrizioni normative della BCE, la riduzione degli impieghi vivi e la necessità per le banche di mantenere parametri prudenziali stringenti hanno portato a un aumento dei soggetti “segnalati in sofferenza” nei registri creditizi. Essere classificati come tali compromette ogni possibilità di accedere a nuovi finanziamenti, lasciando lavoratori autonomi e imprenditori senza alternative legali per reperire liquidità.

Il quadro sociale contribuisce ulteriormente ad alimentare la vulnerabilità: le pressioni legate alle festività, l’aumento dei costi e la precarizzazione del lavoro spingono molte famiglie e operatori economici a ricorrere a risorse finanziarie esterne, talvolta senza le opportune garanzie. I recenti interventi normativi puntano a rafforzare il presidio della legalità con nuove sanzioni contro truffe e usura, mentre la percezione di insicurezza cresce anche nei contesti urbani, come indicano i dati Confcommercio su furti, rapine e racket.

Il mix nocivo di carenza di credito, pressione sociale, chiusura delle filiali e aumento dei costi determina un terreno fertile per la proliferazione dell’usura, rendendo urgente il rafforzamento di reti di tutela per i soggetti più esposti.

Le categorie più colpite: famiglie, partite IVA e aziende

Il fenomeno dell’usura e dei prestiti a rischio coinvolge in modo trasversale la popolazione italiana, ma alcune categorie continuano a risultare particolarmente esposte:

  • Famiglie a basso reddito e pensionati: con l’aumento dei costi energetici e delle spese alimentari, i nuclei meno protetti sono costretti, in molti casi, a ricorrere a prestiti per far fronte alle necessità quotidiane oppure a spese eccezionali legate alle festività.
  • Lavoratori autonomi e partite IVA: la mancanza di entrate certe e la riduzione degli incassi, in particolare per commercianti e artigiani senza accesso garantito a tredicesime o ammortizzatori sociali, aumenta il rischio di indebitamento e di esclusione dal circuito creditizio tradizionale.
  • Piccole e medie aziende: sono tra i soggetti più penalizzati dalla contrazione del credito bancario e dalla desertificazione degli sportelli, che rende difficile sia gestire rapporti con consulenti che ottenere finanziamenti mirati. La classificazione tra i soggetti in sofferenza elimina ogni prospettiva di finanziamento regolare.
I dati delle associazioni di categoria segnalano che il fenomeno non riguarda solo fasce marginali ma interessa anche aree produttive avanzate dove la mancanza di pagamenti da parte dei committenti o la stagnazione del mercato innescano catene di insolvenza. Le imprese familiari, particolarmente diffuse in Italia, risultano spesso incapaci di gestire autonomamente situazioni di tensione finanziaria, esponendosi a rischi ulteriori.

Infine, la questione del digital divide penalizza chi non può ricorrere al banking online, rendendo ancora più difficile l’accesso a informazioni e strumenti di difesa nelle comunità rurali o tra i meno digitalizzati.

Come riconoscere situazioni di usura nei prestiti: segnali e rischi

Identificare tempestivamente una situazione di usura è essenziale per limitare i danni economici e personali. Spesso il rischio si annida dietro proposte di prestito apparentemente vantaggiose, ma caratterizzate da condizioni poco trasparenti.

  • Tassi di interesse eccessivi: la legge stabilisce un tasso soglia oltre il quale il prestito diventa illecito (articolo 644 c.p.). Anche gli interessi di mora sono soggetti a controllo, come più volte ribadito dalla Cassazione.
  • Richiesta di garanzie sproporzionate o di firme su documenti in bianco: sono pratiche diffuse nei casi di prestiti illegali e spesso preludono a comportamenti estorsivi.
  • Canali non ufficiali e mancanza di informazioni contrattuali: chi propone il finanziamento elude i normali controlli, utilizzando conoscenze personali o reti informali, senza fornire la documentazione di legge.
  • Richieste di restituzione improvvise o minacce in caso di ritardi nei pagamenti: il prestatore si mostra aggressivo e insiste su modalità di rimborso estranee ai circuiti formali.
  • Situazioni di isolamento o di vergogna da parte della vittima: chi cade vittima di usura tende a non parlarne e a sprofondare in una spirale di dipendenza e paura.
I rischi non si limitano alla sfera finanziaria ma si estendono in ambito psicologico, familiare e sociale, con pesanti ricadute su salute, relazioni e lavoro. Il superamento del tasso soglia può essere verificato anche su consulenza di associazioni di categoria o tramite la Centrale dei Rischi della Banca d’Italia. Conoscere i propri diritti e saper riconoscere queste dinamiche è il primo passo verso la tutela.

Difendersi dall'usura: prevenzione, fondi, tutele e ruolo delle istituzioni

Contrastare efficacemente il fenomeno dell’usura richiede un approccio integrato, in cui la prevenzione gioca un ruolo centrale accanto agli strumenti di tutela e ai supporti istituzionali. Tra le misure più efficaci:

  • Educazione finanziaria: promuovere conoscenze di base su prestiti, tassi e rischi consente a cittadini e imprese di distinguere tra offerte lecite e trappole illegali. Le campagne informative delle associazioni consumatori e la collaborazione tra ABI, MEF e enti locali sono strategiche.
  • Strumenti giuridici e tutela penale: l’articolo 644 c.p. e la legge 108/1996 costituiscono il quadro normativo di riferimento, prevedendo sanzioni severe per i responsabili e forme di tutela rafforzata per le vittime. Recenti aggiornamenti hanno introdotto nuove figure di supporto come il “tutor” che assiste le vittime anche nella gestione dei mutui e incentivi alla denuncia.
  • Fondo di prevenzione dell’usura: rifinanziato annualmente con risorse raccolte dalle sanzioni amministrative, fornisce garanzie statali per favorire l’accesso al credito legale a chi si trova in situazione di rischio. Sono oltre 40 milioni di euro le nuove risorse allocate per il 2025.
  • Presidio territoriale e rafforzamento delle associazioni antiusura: Fondazioni e Confidi operano come intermediari tra sistema bancario e soggetti vulnerabili, offrendo consulenza gratuita e percorsi di reinserimento economico legale.
  • Ruolo delle forze di polizia e delle autorità giudiziarie: la strategia di contrasto coinvolge anche il miglioramento dei sistemi di videosorveglianza, la presenza di presìdi nelle aree critiche e l’inasprimento delle pene previste per le attività usurarie, in linea con gli ultimi provvedimenti emanati dal Consiglio dei Ministri.
La prevenzione, insieme al coordinamento istituzionale e a un clima diffuso di fiducia nello Stato, è la chiave per scoraggiare fenomeni di illegalità e offrire una via d’uscita sicura a cittadini e attività produttive in difficoltà.

Gli strumenti di supporto: Fondo di prevenzione usura e incentivi pubblici

Il principale strumento operativo per sostenere famiglie e PMI a rischio è rappresentato dal Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura, istituito dalla legge 108/1996 e gestito dal Dipartimento del Tesoro. Attraverso questo fondo, sono garantite risorse e garanzie statali utili per facilitare l’accesso a prestiti legali in condizioni di sicurezza e con tassi sostenibili, evitando la dipendenza da attori illegali.

I Confidi, le Associazioni e le Fondazioni costituiscono i canali attraverso cui le PMI e i privati cittadini possono presentare domanda di sostegno; i finanziamenti possono raggiungere un massimo di 40 mila euro per singola operazione, purché i soggetti siano considerati a elevato rischio finanziario sulla base di criteri condivisi con intermediari bancari.

Le risorse vengono ripartite annualmente con meccanismi che premiano l’efficienza, la capacità di utilizzo e la presenza di rischio usura sul territorio. Nel 2025, oltre 33 milioni di euro sono stati stanziati per garanzie su finanziamenti a favore di PMI e famiglie.

Ulteriori incentivi pubblici sono destinati alla rinegoziazione dei debiti, alla sospensione delle rate e al supporto nella riorganizzazione finanziaria. Recenti modifiche normative hanno rafforzato la trasparenza dei Confidi e la supervisione ministeriale sulle erogazioni, per garantire che i fondi arrivino a chi realmente ne ha bisogno.

La sinergia tra settore pubblico e realtà associative costituisce un presidio importante contro l’esclusione sociale ed economica dei soggetti più fragili.



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