Tfs statali, ecco ora la tassa occulta che diminuisce la buonuscita già complessa

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Qual è la tassa occulta e di quanto influisce su importo di Tfs per lavoratori statali da liquidare: ecco cosa prevedono le ultime novità

I lavoratori dipendenti pubblici che cessano i loro rapporti di lavoro possono aspettare fino anche a cinque anni dopo aver finito il loro servizio per lo Stato prima di riceverà la liquidazione del proprio Tfs, Trattamento di fine servizio, che come il Tfr viene pagato ai dipendenti pubblici quando si conclude un rapporto di lavoro presso lo stesso ente, a prescindere da quanto tempo tale lavoro sia stato prestato e il motivo di cessazione del rapporto di lavoro. 

Per riuscire ad avere il Tfs in tempi brevi, era stato firmato un accordo quadro con le banche per il pagamento del Tfs anticipato da poter avere subito ma pagando alle banche un tasso agevolato.

Per avere il Tfs anticipato da banche non convenzionate, il tasso da pagare si alza: si parla dello 0,4% contro il 4%. Ora è spuntata una nuova tassa occulta sul Tfs per gli statali che diminuisce la buonuscita. Vediamo di cosa si tratta.

  • Tfs statali tra rinnovo convenzione banche e nuovo decreto
  • Nuova tassa occulta che riduce Tfs statali

Tfs statali tra rinnovo convenzione banche e nuovo decreto

Il 30 giugno è scaduta la convenzione Abi per l'erogazione dell'anticipo del Tfs agli statali e nell'attesa di un rinnovo le domande di anticipo del Tfs già hanno subiti rallentamenti. L’anticipo del Tfs agli statali permette ai dipendenti pubblici di avere subito il proprio Tfs senza aspettare gli anni necessari per legge per avere i propri soldi, ma solo entro la somma dei 45mila euro e ad un tasso agevolato dello 0,4% se si chiede alle banche convenzionate che hanno aderito all’Accordo Quadro, mentre il tasso arriva anche al 4% se chi chiede l’anticipo del Tfs per statali a banche che non hanno sottoscritto l’accordo.

L’accordo per l’anticipo del Tfs a tasso agevolato è stato rinnovato con nuovo decreto per altri due anni e sempre per anticipi fino a 45 mila euro, il tasso è sempre agevolato allo 0,4% e le banche non possono applicare ai richiedenti altre commissioni. 

Resta, comunque, il fatto che per avere il proprio Tfs in anticipo bisogna chiederlo sotto forma di prestito e pagarvi in ogni caso un tasso di interesse e, in caso contrario, bisogna aspettare anni prima di poter avere i propri soldi magari dopo una vita di lavoro.

Nuova tassa occulta che riduce Tfs statali

Alla beffa di dover aspettare fino anche a cinque anni per riuscire ad avere i propri soldi si aggiunge un’altra beffa: una tassa occulta da pagare sul Tfs che ne riduce l’importo. Si tratta del tasso di inflazione che continua a salire e che incide sul pagamento delle tasse di chi deve ricevere il proprio Tfs.

Se negli ultimi dieci anni i prezzi dei beni di consumo e caro vito non sono aumentati, permettendo alla Bce, la Banca centrale europea, di lasciare i tassi a zero per cui tutti i Tfs liquidati ai dipendenti pubblici non hanno subito alcuna riduzione, ora, a causa dell’inflazione superiore all’8%, gli importi dei Tfs si ridurranno. Una riduzione che penalizza fortemente i lavoratori che magari attendono la liquidazione dei loro trattamenti maturati dopo una vita di lavoro, impegno e sacrifici.

Per fare un esempio di quanto la nuova tassa occulta dovuta all’inflazione potrebbe ridurre l’importo di un Tfs per gli statali, considerando il caso di un Tfs di circa 100mila euro, chi va in pensione quest’anno, con l’inflazione all’8%, prenderebbe circa 90mila euro, o anche qualche migliaia di euro in meno. 

Si tratta certamente di un meccanismo che dovrebbe essere rivisto e per cui si potrebbe magari pensare ad una rivalutazione, al pari di quanto avviene per esempio per le pensioni e non ridurre quanto spettante di Tfs ad un lavoratore secondo quanto maturato negli anni di lavoro.