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Tfr-Tfs Statali, si ritorna alla Consulta. Ma la nuova decisione attesa sarà vincolante per il Governo?

di Marianna Quatraro pubblicato il
tfr tfs consulta

La questione sulla riduzione dei tempi di pagamento del Tfr-Tfs agli statali torna alla Consulta dopo la recente sentenza del Tar: la situazione e le prospettive

Il nuovo atteso parere dalla Corte Costituzionale sui tempi della liquidazione del Tfr-Tfs agli statali sarà davvero vincolante per il governo? Si continua a discutere anche in questi primi mesi del 2025 della questione del Tfr-Tfs agli statali, per velocizzare le procedure di pagamento, oggi lunghissime, una volta raggiunta la pensione. 

  • La questione del pagamento del Tfr-Tfs agli statali torna alla Consulta
  • La nuova decisione sarà vincolante per il governo?
  • Cosa cambierebbe rispetto ai tempi attuali 

La questione del pagamento del Tfr-Tfs agli statali torna alla Consulta

Le discussioni per ridurre i tempi di liquidazione del Tfr-Tfs agli statali sono ancora ben lontane dal chiudersi, nonostante la sentenza della Corte di Cassazione che ne ha spiegato l’illegittimità costituzionale, a causa del blocco da parte della Ragioneria di Stato.

Nel 2023, la Consulta aveva già dichiarato incostituzionale il pagamento differito della Tfr-Tfs ai dipendenti pubblici, ponendosi in deciso contrasto con il principio di giusta retribuzione, che si sostanzia non solo nella congruità dell’ammontare corrisposto, ma anche nella tempestività dell’erogazione.

La Ragioneria di Stato ha poi, però, bocciato la proposta di velocizzare i pagamenti perché potrebbe mettere a rischio la tenuta dei conti dello Stato. 

Tuttavia, una recente sentenza dello scorso febbraio 2025 del Tar delle Marche ha nuovamente rimandato la questione del pagamento dilazionato del Tfs-Tfr alla Corte Costituzionale, che potrebbe riaprire effettivamente le discussioni e portare ad una nuova ripresa reale delle discussioni per ridurre i tempi di liquidazione.

La nuova decisione sarà vincolante per il governo?

Ciò che ci si chiede è quale valore potrà avere la nuova sentenza della Consulta: se si esprimerà nuovamente sulla questione di legittimità costituzionale sulla normativa che prevede il differimento e la rateizzazione del pagamento del Tfr-Tfs i dipendenti pubblici, potrebbe non diventare vincolante per il governo.

O meglio, il parere della Consulta, quando e in qualsiasi modo si esprime, è vincolante, non sempre il governo provvede effettivamente a rendere il pronunciamento una legge ufficiale, come del resto accade con le direttive Ue. Spesso, infatti, non vengono realmente recepite, e in tal caso si va incontro a sanzioni elevate.

Se il governo non dovesse fare qualcosa di concreto se la Consulta tornasse a ribadire che deve essere ridotto il periodo di attesa dei dipendenti pubblici per la liquidazione completa di Tfr e Tfs maturato nel corso del rapporto di lavoro, probabilmente si agirà con ulteriori ricorsi e class action.

Ma la questione si chiuderà davvero e definitivamente solo quando proprio il governo cambierà le regole vigenti. 

Cosa cambierebbe rispetto ai tempi attuali 

Se effettivamente qualcosa dovesse cambiare, permetterebbe ai dipendenti pubblici di avere i propri soldi al termine della cessazione del rapporto di lavoro in maniera molto più rapida rispetto ad oggi.

Probabilmente, non si farebbe così velocemente come accade per i dipendenti privati, che prendono il loro Tfr in appena 45 giorni al massimo, ma comunque l’attesa si ridurrebbe dai 5 e a volte anche 7 anni che servono ora almeno ad uno al massimo.

Attualmente i tempi di pagamento del Tfr-Tfs agli statali cambiano in base al motivo di cessazione del rapporto di lavoro e sono di 12 mesi per la cessazione del rapporto di lavoro per raggiungimento dei requisiti, limiti di età o di servizio per andare in pensione, e di 24 mesi per la cessazione del rapporto di lavoro per dimissioni volontarie.

E cambiano ancora anche in base all’importo maturato. Se, infatti, l’importo è pari o inferiore a 50mila euro, il Trattamento si riceve in un’unica soluzione; se è compreso tra 50mila euro e inferiore 100mila euro, si riceve in due rate annuali, con la prima pari a 50.000 euro e la seconda pari all’importo residuo.

Diventano tre le rate annuali, se l’importo da liquidare è pari o superiore a 100mila euro. 

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