Aiuti economici a tutti i negozi chiusi per coronavirus su modello di Hong Kong

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Aiuti economici a tutti i negozi chiusi

Il percorso che sta permettendo a Hong Kong di risollevarsi è stato duro e impervio e ha comportato grandi sacrifici. Ma è fondamentale l'aiuto del governo.

C'è il precedente di Hong Kong da seguire da vicino perché ha funzionato. Le misure che il territorio asiatico ha introdotti per frenare la diffusione del coronavirus e limitare l'impatto economico sulle aziende e sui negozi, piccoli e grandi che siano, hanno funzionato.

Il numero dei contagiati è in picchiata e lavoratori e datori di lavoro stanno iniziando a vedere la famosa luce in fondo al tunnel. Certo, il percorso che sta permettendo a Hong Kong di risollevarsi è stato duro e impervio e ha comportato grandi sacrifici.

Ma a quanto pare si tratta dalla strada più efficace e rapida per raggiungere l'obiettivo dell'avvicinamento alla normalizzazione.

Non è infatti casuale che il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, stia guardando con molto interesse a questo modello perché i punti di similitudine tra i due territori sono numerosi in quanto rappresentano il cuore produttivo di un Paese.

Il passaggio dall'applicazione del modello Hong Kong a Milano a tutto il territorio nazionale potrebbe quindi essere molto breve fino al punto da diventare una misura nazionale. Analizziamo

  • Coronavirus, aiuti economici secondo modello di Hong Kong
  • Negozi chiusi per coronavirus, aiuti economici

Coronavirus, aiuti economici secondo modello di Hong Kong

Ma cosa prevede il modello di Hong Kong? Quali sono gli aiuti economici a tutti i negozi chiusi per coronavirus? Perché il comune di Milano potrebbe replicarlo e, a seguire, potrebbe trovare spazio anche nel resto dell'Italia?

Il concetto di fondo prevede la chiusura totale di tutti i negozi non di prima necessità. E dunque a esclusione, ad esempio, di generi alimentari, farmacie e parafarmacie, ma non di bar, ristoranti e mercati.

Si tratterebbe naturalmente di un provvedimento a carattere temporaneo, giustificato dal non rigoroso rispetto del suggerimento di rimanere a casa se non per ragioni di comprovata necessità. I negozi sarebbero a loro volta indennizzati con da parte del governo per permettere di pagare gli stipendi e far fronte alle spese.

Ed è esattamente quanto ha fatto Hong Kong per un mese, anche se il suo modello è stato in realtà ben più ampio perché gli aiuti economici hanno riguardato tutti i cittadini e non solo commercianti e imprenditori.

Negozi chiusi per coronavirus, aiuti economici

Due considerazioni sono necessarie: già da adesso il calo del flusso dei clienti è evidente e di conseguenza l'apertura di un negozio è adesso meno fruttuosa. Quanto vale la pena mettere a rischio la salute dei propri dipendenti in una situazione di questo tipo.

In seconda battuta, una decisione di questo tipo necessita di uniformità ovvero dovrebbe essere applicata dal maggior numero di città per evitare regolamenti a macchia di leopardo.

Che queste settimane siano delicate e abbiano bisogno di un deciso intervento è dimostrato anche dall'attivismo di Banca d'Italia che sta collaborando con il Ministero dell'Economia per studiare una garanzia pubblica a supporto delle banche che hanno deciso di rispondere alle esigenze di liquidità delle imprese alle prese con l'emergenza coronavirus.

Potrebbe essere il primo passo verso l'applicazione del modello di Hong Kong di aiuti economici a tutti i negozi chiusi per coronavirus in Italia.