Via libera alla pensione anticipata nel 2023 con nuova quota 103 e proroghe di opzione donna e ape social con modifiche: le novità ufficiali
Via libera alle misure ufficiali della nuova Manovra Finanziaria 2023 che attende l’approvazione definitiva entro fine anno: da taglio del cuneo fiscale, a nuovo piano di rottamazione delle cartelle esattoriali, a novità pensioni e non solo, la nuova Manovra ha un valore di circa 32 miliardi di euro, in gran parte dedicati agli interventi contro il caro energia. Vediamo le novità pensioni per il prossimo anno cosa prevedono opzione donna modificata, quota 103 e Ape Social approvate ufficialmente in Manovra finanziaria 2022-2023.
Via libera allora alla proroga ancora di un anno di opzione donna e ape social ma con modifiche. Partendo dall’opzione donna, che permetterà ancora il prossimo anno alle donne lavoratrici, sia dipendenti che autonome, di andare in pensione prima rispettivamente a 58 e 59 anni e con almeno 35 anni di contributi e con calcolo della pensione finale esclusivamente con sistema contributivo, le modifiche riguardano la possibilità di uscita dal lavoro in base al numero di figli per opzione donna: stando a quanto riportano le ultime notizie, infatti, si può andare in pensione prima a 58 anni di età con 2 o più figli, a 59 se si ha un solo figlio.
Modifiche previste anche per l’ape social, che ancora per il prossimo anno permetterà a specifiche categorie di persone, considerate svantaggiate (come disoccupati, invalidi e lavoratori gravosi), di andare in pensione prima a 63 anni di età e con almeno 36 anni di contributi.
Le novità approvate per l’ape social prevedono che la misura possa valere anche per coloro che maturano i requisiti previsti, vale a dire 63 anni e 30/36 anni di contributi nel 2023.
La vera novità pensioni per il 2023 approvata dal governo Meloni è la quota 103, possibilità di uscita anticipata a 62 anni di età e con 41 anni di contributi che sostituirà la quota 102 ma sarà in vigore solo per il 2023.
Ciò significa che dal primo gennaio 2023 al 31 dicembre 2023 si potrà andare in pensione con 41 anni di contributi e a 62 anni di età anagrafica e la misura varrà per tutti i lavoratori dipendenti, pubblici e provati, e lavoratori autonomi, sena alcuna penalizzazione sul calcolo dell’assegno finale.
Per il calcolo della pensione finale con quota 103 si userà, infatti, il sistema retributivo sulle anzianità maturate fino al 31 dicembre 1995 e il sistema contributivo sulle anzianità maturate dal primo gennaio 1996.
E' stato, però, stabilito che per chi va in pensione prima a 62, da tale età e fino ai 67 anni, normale requisito richiesto per la pensione di vecchiaia, non può avere una pensione più alta rispetto a 5 volte il minimo.