Prorogare la misura di un anno, mantenendo gli stessi requisiti sia anagrafici che contributivi ma ampliando la platea delle beneficiarie alle lavoratrici disoccupate o in scadenza di contratto: cosa prevede il nuovo emendamento ammissibile alla Manovra 2026 su opzione donna
Arriva un importante segnale d’apertura per il sistema pensionistico italiano con la recente discussione parlamentare dedicata al rinnovo di Opzione Donna, lo strumento che consente l’uscita anticipata dal lavoro per specifiche categorie di lavoratrici. Dopo settimane di incertezze e bocciature per mancanza di copertura finanziaria, l’emendamento volto alla proroga e all’ampliamento delle beneficiarie è stato finalmente giudicato ammissibile durante l’iter della Manovra 2026.
Questo risultato rappresenta un passo decisivo nel dibattito sulle pensioni e conferma la volontà dell’attuale maggioranza di offrire una risposta concreta alla richiesta di maggiore equità e attenzione sociale, specialmente per le lavoratrici che si trovano in condizioni di fragilità lavorativa o familiare.
La novità proposta in Manovra Finanziaria 2026 per opzione donna risiede nell’accoglimento di un emendamento che prevede l’estensione della misura anche alle lavoratrici con contratti a termine scaduti e alle disoccupate, gruppi esclusi dalle opzioni previdenziali ordinarie. Inoltre, il mantenimento dei requisiti fissati per il 2028 (61 anni di età, riducibili per le madri, e 35 anni di contributi) offre continuità e maggiore chiarezza alle possibili beneficiarie.
Rispetto alle versioni precedenti, la nuova include lavoratrici che si trovano in momentanea assenza di occupazione (disoccupate, licenziate o in scadenza di contratto) e sottolinea l’impegno istituzionale nel trovare soluzioni che rispondano ai cambiamenti del mercato del lavoro, sempre più segnato dalla discontinuità e dalla mobilità professionale.
Le modifiche introdotte puntano a una platea più inclusiva di potenziali beneficiarie. Come dettagliato nell’emendamento, si prevede l’accesso per tutte le lavoratrici che si trovino in una delle seguenti condizioni:
Attenzione è stata posta anche alle lavoratrici con contratti a termine, una platea spesso trascurata dalle tutele previdenziali. L’apertura ai contratti scaduti andrebbe quindi a rispondere alla crescente incidenza della precarietà tra le donne nel mondo del lavoro, soprattutto tra chi lavora nel settore pubblico e nei comparti con alta frequenza di rapporti temporanei.
Infine, l’inclusione delle madri tra i soggetti beneficiari introduce un sistema di riduzione anagrafica che premia la maternità e che tiene in considerazione le difficoltà legate alla conciliazione tra vita familiare e lavorativa.
Restano confermate le condizioni da soddisfare per l'accesso a opzione donna 2026, vale a dire l’età anagrafica e l’anzianità contributiva. La versione attuale prevede che possano accedere al trattamento pensionistico anticipato:
Il mantenimento di una soglia di contribuzione elevata mira da un lato a garantire la sostenibilità finanziaria del sistema, dall’altro a valorizzare la storia lavorativa delle donne, spesso interrotta o compromessa da periodi di cura familiare non retribuita.
Un elemento di assoluta novità riguarda il personale della scuola. L’emendamento in esame, infatti, introduce una proroga specifica per la presentazione delle domande di cessazione dal servizio, spostando il termine al 28 febbraio 2026. Si tratta di un allungamento rispetto alla scadenza consueta, in genere fissata a dicembre, che offre maggiore flessibilità a chi opera nel comparto scolastico e consente una più ampia riflessione sulle possibilità offerte dalla misura.
Per questa categoria, la proroga si presenta particolarmente rilevante in quanto coincide con i tempi delle decisioni organizzative di scuole e amministrazioni. Permettere alle lavoratrici di valutare più a lungo la propria posizione, consente una migliore pianificazione sia delle carriere personali che dell’offerta educativa complessiva.
L’approvazione dell’emendamento ha attraversato un percorso complesso e ricco di ostacoli, tipico dei processi di modifica della legge di bilancio. Inizialmente, la proposta di estensione e proroga è stata giudicata inammissibile per carenza di coperture finanziarie; solo una successiva riformulazione ha permesso di superare lo scoglio, grazie a un’attenta ricognizione delle risorse e a una ridefinizione delle categorie beneficiarie. La Commissione Bilancio del Senato ha svolto approfondite verifiche sia di materia che di compatibilità finanziaria, come richiesto dalle regole vigenti su ogni intervento in manovra.
Il passaggio parlamentare ha visto coinvolti principalmente i gruppi di maggioranza, in particolare Fratelli d’Italia, sostenuti da relatori e capigruppo impegnati a garantire la tenuta dei conti e l’equilibrio sociale.
Dopo la pronuncia definitiva dell’Ufficio di Presidenza sul carattere ammissibile, la proposta potrà ora passare all’esame dettagliato nelle Commissioni e, successivamente, al voto in Aula. Gli osservatori sottolineano l’opportunità, ma anche la necessità, di vigilare sulle coperture e sull’effettiva sostenibilità reddituale del provvedimento.
Non si esclude che la misura possa subire ulteriori limature in funzione dell’accordo finale sulla Manovra 2026, ma l'auspicio è che la misura rientri ufficialmente nella versione definitiva del testo.