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Chi può andare in pensione con solo 5 anni di contributi e tutte le possibilità per uscire prima in attesa di eventuali novità per le pensioni
Buone notizie per chi ha meno dei 20 anni di contributi necessari, introdotti dalla riforma Fornero. Ci sono due leggi che permettono di uscire con ben 4 metodi differenti con soli 15 anni di contributi.
Con la riforma Fornero per andare in pensione sono necessari ormai i canonici 20 anni di contributi e il raggiungimento dei 66 anni e 7 mesi che diventeranno 67 anni nel 2019 in base agli aggiornamenti della speranza di vita. Ci sono però due leggi la Dini e la Amato che prevedono, con determinati requisiti, la possibilità di andare in pensione con 15 anni di contributi, esistono tre casistiche, e addirittura con solo 5 anni.
Per ottenere uno sconto di 5 anni per andare in pensione agli attuali 66 anni e 7 mesi, è possibile sfruttare due leggi distinte. Vi è la legge Dini del 1995 che prevede che chi ha maturato almeno un anno di contributi prima della fine del 1995 e almeno 5 di contributi dopo tale anno, possa andare in pensione con il metodo contributivo, che ovviamente prevede un ricalcolo della pensione nettamente a sfavore.
L'altra legge, completamente differente e più vantaggiosa è la Legge Amato 503 del 1992 che prevede tre deroghe, ciascuna permette di andare in pensione con 15 anni di contributi.
Nonostante il requisito per accedere alla pensione attualmente sia di aver raggiunto 66 anni e sette mesi di età e 20 anni di contributi, esiste la possibilità per alcuni di andare in pensione di vecchiaia con solo 5 anni di contributi versati ma raggiungendo un requisito anagrafico più alto, e cioè di 70 anni e 7 mesi, che dal 2019 diventeranno 71 anni. Queste persone possono infatti uscire con pensione di vecchiaia contributiva che vale, però, solo per coloro che calcolano la pensione finale esclusivamente con sistema contributivo. Per accedere alla pensione con questa possibilità bisogna:
Insieme alla pensione di vecchiaia contributiva per uscire prima si può anche chiedere la pensione anticipata contributiva, sistema che permette di andare in pensione prima a 63 anni e sette mesi con almeno 20 anni di contributi a condizione, però, che la pensione finale sia di almeno 2,8 volte l'importo dell'assegno sociale. Possono avere accesso a questa possibilità, però, secondo i calcoli, solo coloro che hanno goduto di retribuzioni medio-alte.
Tra gli altri sistemi attualmente in vigore per uscire prima anche quelli di Ape volontaria e ape social, con la seconda eventualmente destinata a scomparire se saranno approvate le novità per le pensioni di quota 100 e quota 41. Ape volontaria e Ape social permettono al momento di uscire di tre anni rispetto all’età richiesta dei 66 anni e sette mesi. In particolare, l’Ape volontaria permette di andare in pensione a 63 anni di età e con almeno 20 anni di contributi richiedendo un prestito pensionistico che sarà erogato dagli istituti bancari coinvolti nel sistema, attraverso l’Inps, e a cui il richiedente deve restituire la somma in 20 anni. Per avare il prestito pensionistico dell’Ape volontaria per uscire prima bisogna stipula obbligatoriamente una polizza assicurativa di copertura dei costi rimanenti in caso di premorienza del richiedente il prestito.
Anche l’Ape social permette di uscire prima di tre anni, a 63 anni, rispetto ai requisiti anagrafici attualmente richiesti ma non prevede alcun costo o prestito da restituire in 20 anni e vale solo per determinate categorie di lavoratori che sono:
I sistemi futuri per uscire prima sono principalmente novità per le pensioni di quota 100 e quota 41, insieme all’eventuale ulteriore proroga dell’opzione donna, per far uscire prima lavoratrici statali e autonome e private rispettivamente a 57 anni e a 58 anni con 35 anni di contributi con pensione ridotta calcolata solo con metodo contributivo.
Partendo dalla quota 100, dovrebbe avere la base di 64 anni di età e di 36 anni di contributi, permettendo, dunque, di andare in pensione prima di tre anni considerando che dal primo gennaio 2019 l’età pensionabile dovrebbe aumentare a 67 anni, mentre la quota 41 potrebbe permettere ai lavoratori interessati di anticipare l’uscita anche più di tre anni, considerando che varrebbe per tutti quei lavoratori precoci e usuranti che hanno iniziato a lavorare prima dei 18 anni e a patto che raggiungano almeno 41 anni di contributi a prescindere dall’età.