Quali sono i nuovi problemi di sostenibilità finanziaria dell’Inps emersi e quali reali rischi implicano: i chiarimenti e le spiegazioni
Ci sono rischi reali per le pensioni dopo il buco di 6,6 miliardi dell’INPS causato da condoni fiscali? I conti dell’Inps sono ancora una volta nel mirino delle discussioni. Da tempo ormai si denunciano entrate contributive relativamente basse per continuare a garantire il pagamento di tutte le prestazioni e i trattamenti secondo quanto previsto.
Proprio la mancata sostenibilità finanziaria dell’Istituto di Previdenza è tra i veri motivi, reali e concreti, per cui da anni non si interviene modificando in maniera strutturale la riforma pensionistica vigente.
E’ l’unica, come anche ripetutamente spiegato dall’Ue, che riesce a garantire sostenibilità economica e gli ultimi dati non fanno che confermare tale orientamento. Vediamo nel dettaglio quali sono gli ultimi dati emersi e cosa si rischia davvero.
La legge prevede, infatti, l'automaticità delle prestazioni per i dipendenti, per cui anche i contributi cosiddetti condonati rientrano comunque nel montante contributivo dei lavoratori, pur se non sono stati pagati dal datore. E tocca ora allo Stato recuperarli nei prossimi anni.
Il Civ ha chiaramente spiegato che le operazioni di condono e saldo e stralcio, che non sono però imputabili solo all’attuale governo Meloni giacchè si susseguono da anni, hanno cancellato crediti Inps per 16,4 miliardi e hanno, allo stesso tempo, creato un buco di 6,6 miliardi, che in futuro avrà ripercussioni sulle Gestioni dei lavoratori dipendenti, per cui diventa sempre più necessario cercare di definire specifici interventi compensativi.
Secondo Bankitalia, considerando l’attuale aumento della longevità e, quindi, dell'aspettativa di vita, la soluzione sarebbe lavorare più a lungo. Questo meccanismo permetterebbe certamente di recuperare soldi per le casse dell'Inps.
Chiariamo subito che, pur a causa di buchi miliardari dell’Istituto di Previdenza e di mancanza di risorse necessarie, per il pagamento delle pensioni non c’è alcun rischio. Non sussiste alcun reale problema di non ricevere prima o poi la propria pensione. Tali trattamenti sono e saranno sempre garantiti ai loro titolari.
Il motivo è presto spiegato: come previsto dalla legge vigente, in caso di problemi di disponibilità finanziarie dell’Inps, interviene lo Stato a coprire le spese dell’Ente.
Tuttavia oggi, con un debito che ha superato i 3mila miliardi, il rischio reale è quello di un aumento, forte, della tassazione per recuperare risorse, che colpirebbe soprattutto i lavoratori e i pensionati stessi, ma non solo.
Potrebbe, infatti, ricadere tanto sulle prestazioni prettamente pensionistiche quanto su quelle assistenziali, considerando che non è ancora stata definita quella netta separazione di cui da tempo ormai (si tratta di anni) si parla senza, però, mai arrivare ad una reale conclusione.
Il buco si potrebbe, dunque, risanare lavorando sulla tassazione e la fiscalità generale per garantire le pensioni ai lavoratori.