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Come aumenta l'età per andare in pensione con la modifica finestre con Manovra Finanziaria

di Marianna Quatraro pubblicato il
Come aumenta era pensione modifica fines

Salgono dal 2032 le finestre mobili per andare in pensione anticipata, aumentando i requisiti di uscita: ecco cosa cambia con la Manovra 2026

La recente Manovra finanziaria ha ridefinito i criteri per l’accesso alla pensione, introducendo strette progressive su tempistiche e diritti previdenziali. Nuove finestre mobili, innalzamento graduale dell’età anagrafica e modifiche sul riscatto della laurea sono tra le principali novità per chi si avvicina all’uscita dal lavoro nei prossimi anni. Queste misure, emanate in un contesto di adeguamento all’aumento dell’aspettativa di vita e di sostenibilità finanziaria, impattano sia la programmazione personale dei lavoratori, sia il sistema previdenziale pubblico. 

Aumento dell’età per la pensione: le novità dal 2027 e i successivi adeguamenti

L’adeguamento all’aspettativa di vita, sancito dalla legge Fornero, comporterà dal 2027 un progressivo innalzamento dei requisiti anagrafici e contributivi per accedere al trattamento pensionistico. Secondo quanto definito nella Manovra, dal 2027 l’età per la pensione di vecchiaia salirà a 67 anni e un mese, mentre per la pensione anticipata saranno necessari 42 anni e 11 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 11 mesi per le donne. 

Dal 2028, il requisito anagrafico per andare in pensione di vecchiaia arriverà a 67 anni e tre mesi e il contributivo anticipato a 43 anni e un mese per gli uomini, un anno in meno per le lavoratrici. 
Questo adeguamento, motivato dalla costante crescita della vita media rilevata dall’Istat, è soggetto a verifiche biennali ed è stato scaglionato in due tappe: +1 mese nel 2027 e +2 mesi dal 2028, per mitigare l’impatto sulle famiglie e il sistema produttivo. Resta confermata nei prossimi due anni la pensione di vecchiaia a 67 anni e quella anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 mesi per le donne). 


Un aspetto significativo riguarda le pensioni contributive pure: dal 2027 occorreranno 64 anni e un mese di età, più 20 anni e un mese di versamenti, per accedere a questa modalità. Nel 2028, i mesi richiesti salgono a tre sia in termini anagrafici sia contributivi. L’adeguamento anagrafico e contributivo non interesserà le categorie definite «usuranti o gravose», per cui il legislatore prevede una deroga, assegnando una specifica tutela chiara. 
 

Come cambiano le finestre mobili per la pensione anticipata dal 2032

Con le ultime misure approvate in Manovra finanziaria 2026, a cambiare non saranno solo i requisiti anagrafici per andare in pensione ma anche le cosiddette finestre mobili, che contribuiranno ancor di più a ritardare il momento dell'uscita per chi decide di andare in pensione anticipata ordinaria.

Le finestre mobili rappresentano il periodo di attesa tra il raggiungimento dei requisiti e il primo assegno pensionistico. 
Nel dettaglio, la finestra mobile, che finora prevedeva tre mesi di attesa, aumenterà progressivamente dal 2032: 

  • per chi matura i requisiti nel 2032 e 2033, l’attesa diventerà di quattro mesi;
  • in 2034 salirà a cinque mesi;
  • dal 2035 in poi occorrerà attendere sei mesi dall’ultimo requisito maturato prima di percepire la pensione.
Questa progressione rappresenta una trasformazione rilevante nella pianificazione pensionistica. Non incide sull’importo dell’assegno, ma solo sulla data di erogazione, tuttavia crea possibili "vuoti di reddito" per chi, lasciando il lavoro non appena maturati i requisiti, rimarrebbe senza coperture previdenziali durante l’attesa. 


Va, inoltre, considerato che durante la finestra mobile il beneficiario non percepisce la pensione, e deve pianificare attentamente il periodo transitorio. Le finestre mobili si differenziano per settore lavorativo (privato o pubblico), regime previdenziale (ordinario o contributivo) e formula di accesso (anticipata ordinaria, Ape Sociale, lavoratori precoci). La nuova regolamentazione complica ulteriormente la programmazione, soprattutto con il cumulo tra gestioni diverse.

Categorie escluse e impatto dell’aumento dei requisiti: chi è penalizzato e chi no

L’applicazione dei nuovi requisiti vede l’introduzione di deroghe ed esclusioni a tutela delle categorie particolarmente esposte a lavori gravosi o usuranti. La Manovra definisce un elenco di professioni escluse dall’adeguamento automatico:

  • Operai edili;
  • Infermieri turnisti e personale sanitario notturno;
  • Ferrovieri;
  • Lavoratori della scuola d’infanzia e nidi;
  • Conduttori di mezzi pesanti;
  • Operai agricoli, addetti ecologici;
  • Lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti.
Queste categorie mantengono i requisiti pre-manovra, ossia sono escluse dal supplemento dei mesi sull’età o contribuzione. La tutela si estende a chi lavora con contratti notturni o turnisti e agli addetti all’assistenza di persone non autosufficienti. 
I più penalizzati dalla nuova normativa risultano invece:
  • Lavoratori privi di percorsi agevolati o tutele specifiche, come dipendenti a tempo determinato, part time e con retribuzioni basse;
  • Chi non rientra nelle casistiche di lavori gravosi o usuranti ed ha carriere discontinue;
  • I nati negli anni Sessanta, esclusi dalle misure precedenti e soggetti ora a doppio incremento dei requisiti.

Il nuovo calcolo per il riscatto della laurea: riduzione dell’anzianità contributiva dal 2031

L’accesso anticipato alla pensione subirà una stretta significativa anche per coloro che hanno sfruttato il riscatto dei periodi universitari. A partire dal 2031, le nuove norme introdurranno una progressiva sterilizzazione dei mesi riscattati nel conteggio dell’anzianità contributiva ai soli fini del diritto alla pensione anticipata. 

Il meccanismo penalizzante agisce con una franchigia a scalare: per chi raggiungerà i requisiti tra il 2031 e il 2035, una quota crescente dei mesi universitari riscattati non verrà più conteggiata nel calcolo dei 42 anni e 10 mesi (o 41 e 10 mesi per le donne) necessari:

  • 2031: esclusi sei mesi;
  • 2032: esclusi dodici mesi (un anno intero);
  • 2033: esclusi diciotto mesi;
  • 2034: esclusi ventiquattro mesi (due anni);
  • 2035 e successivi: esclusi trentamila mesi (due anni e mezzo).
Le modifiche per il riscatto della laurea impattano pesantemente sui futuri laureati che fino a oggi avevano potuto accelerare il congedo dal lavoro riscattando il corso universitario.

Dal 2031, il vantaggio si ridurrà progressivamente, rendendo l’uscita anticipata più difficile. È bene sottolineare che la restrizione non si applica al diritto alla pensione di vecchiaia, ma solo alla pensione anticipata. 
 



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