Quali sono le soluzioni attualmente disponibili per recuperare i contributi pensionistici del lavoro in nero e le recenti modifiche al via
Come fare a riscattare i contributi per la pensione di periodi lavorati in nero? Quando si lavora in nero, non si ha diritto a ricevere i contributi perchè il dipendente non viene assunto con regolare contratto di impiego, per cui non risulta agli enti previdenziali e nulla viene versato.
Ciò significa che tutto il periodo di lavoro prestato in nero irregolarmente non prevede una contribuzione ai fini pensionistici, come se non si fosse lavorato. Ci si chiede allora quale sia la soluzione per recuperare i contributi di tali eventuali periodi.
In tal caso, prima della scadenza di 5 anni, il lavoratore deve segnalare la situazione all’Inps, che a sua volta si attiva nei confronti del datore di lavoro per recuperare i contributi non versati e per il dipendente non c’è alcun costo da sostenere.
In questo caso, il datore di lavoro o il lavoratore possono chiedere la costituzione di rendita vitalizia, con costi a carico del datore di lavoro. O, se per costituirla è il lavoratore a sostenere i costi, può chiedere il rimborso al datore.
Con la pubblicazione della legge 13 dicembre 2024, n. 203, entrata in vigore il 12 gennaio 2025, è stata introdotta una modifica importante alla disciplina della rendita vitalizia, che consente anche ai lavoratori stessi di riscattare i periodi di contribuzione omessi dai datori di lavoro e ormai prescritti, con oneri interamente a carico dei lavoratori stessi.
Se, dunque, trascorrono oltre dieci anni, per cui scatta la prescrizione, la richiesta di costituzione della rendita vitalizia da parte del lavoratore è esclusivamente a sua spese e non può chiedere alcun risarcimento al datore di lavoro inadempiente.
Precisiamo che la prescrizione decennale decorre dal momento in cui il diritto può essere esercitato, cioè dalla scadenza del termine per il versamento dei contributi da parte del datore di lavoro.
In questo caso, non esiste alcune termine di prescrizione e il lavoratore può presentare la domanda in qualsiasi momento, assumendosi l’intero onere economico della costituzione della rendita vitalizia, pagando sempre di tasca sua.
Il riscatto dei contributi per i periodi di lavoro in nero si può ottenere solo presentando apposita domanda all'Inps ed è un’operazione sempre onerosa,
I contributi pesano, infatti, generalmente per il 33% della retribuzione. Di questa parte il 9,19% viene versata dal lavoratore, trattenuta direttamente dalla busta paga, mentre il resto spetta al datore. Riscattare gli anni di vuoto significa quindi che su una retribuzione di, ipotizziamo, 35 mila euro all’anno si devono pagare circa 11.550 euro.
I contributi possono essere accreditati solo dopo il pagamento dell’onere di riscatto e sono utili sia per la maturazione dei requisiti per la pensione sia per il calcolo del trattamento finale.