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Conviene fare il tassista attualmente in Italia? I pro e contro da considerare

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Guadagni e orari, la redditivitŕ

Per iniziare a esercitare la professione in Italia bisogna possedere una licenza taxi rilasciata dal Comune di riferimento.

Nonostante l'avanzare di tecnologie digitali, app di mobilità condivisa e nuove sensibilità dei consumatori, il taxi resta un mezzo scelto da milioni di italiani e turisti ogni anno. Ma conviene ancora oggi diventare tassista? Tra margini di guadagno, barriere all'ingresso, orari di lavoro impegnativi e dinamiche concorrenziali in trasformazione, la risposta richiede un'analisi completa e attenta dei pro e contro:

  • Il costo della licenza taxi, la prima grande barriera d'ingresso
  • Guadagni e orari, la redditività tra aspettative e quotidianità
  • I pro e i contro fra libertà, resistenza e nuove minacce

Il costo della licenza taxi, la prima grande barriera d'ingresso

Per iniziare a esercitare la professione in Italia bisogna possedere una licenza taxi rilasciata dal Comune di riferimento. Il numero di licenze disponibili è contingentato, e questo sistema crea un mercato parallelo, in cui il prezzo della licenza viene stabilito dalla domanda e dall'offerta, spesso senza alcun controllo pubblico. In città come Firenze, il costo può superare i 250.000 euro, mentre a Milano e Roma oscilla generalmente tra 115.000 e 125.000 euro.

In alcuni casi, per rendere il mestiere del tassista più accessibile, le amministrazioni locali hanno stretto accordi con cooperative o istituti di credito per offrire licenze agevolate o finanziabili, come accaduto a Roma, dove il prezzo di alcune licenze è stato fissato a 75.500 euro, con possibilità di pagamento dilazionato. Resta comunque evidente come l'investimento iniziale sia elevato rispetto ad altre attività autonome.

Si aggiungono poi i costi annuali di esercizio: assicurazione professionale, bollo, revisione del veicolo, carburante, manutenzione e in alcuni casi affitto del mezzo.

Guadagni e orari, la redditività tra aspettative e quotidianità

Il guadagno medio netto di un tassista in Italia si aggira intorno ai 1.800 euro mensili, ma con differenze tra le grandi città e i centri minori. A Roma, Milano o Napoli, dove il flusso di passeggeri è costante e si lavora anche di notte e nei weekend, alcuni tassisti dichiarano di poter incassare fino a 3.500 euro al mese, soprattutto in alta stagione turistica o in prossimità di eventi pubblici.

Questo valore si riferisce agli incassi lordi, da cui vanno detratte le spese operativ. Il reale margine di guadagno varia anche in base al numero di ore lavorate: molti professionisti del settore dichiarano di dover restare in strada 10 o 12 ore al giorno per mantenere un flusso costante di corse e ottimizzare i tempi morti. È un lavoro che, se da un lato garantisce una certa autonomia organizzativa, dall'altro richiede una disponibilità totale, anche nei giorni festivi o durante le ore notturne.

Chi lavora in città con elevata presenza turistica o con un buon collegamento ferroviario e aeroportuale ha maggiori possibilità di reddito, mentre nei piccoli centri la domanda è più bassa e la concorrenza può rendere il mestiere meno redditizio.

I pro e i contro fra libertà, resistenza e nuove minacce

Il mestiere del tassista offre alcuni vantaggi. Il primo è la libertà gestionale: si può decidere quando iniziare la giornata, se lavorare nei weekend, oppure gestire i turni secondo le proprie necessità familiari. Non c'è un datore di lavoro, il che per molti è un valore di autonomia e indipendenza che pochi altri lavori offrono.

Altro aspetto da non sottovalutare è il rapporto diretto con le persone. Fare il tassista significa interagire con clienti diversi, turisti, lavoratori e studenti. Il lavoro è così stimolante e mai monotono, anche se richiede una buona dose di pazienza e capacità comunicative.

Di contro, le difficoltà non sono poche. Oltre al già citato costo iniziale, il tassista deve affrontare una concorrenza crescente da parte delle piattaforme di mobilità privata, come Uber e Ncc (Noleggio con conducente), che operano con una flessibilità e una struttura tariffaria diversa, più aggressiva. Anche se in Italia la normativa è più restrittiva rispetto ad altri Paesi europei, la pressione concorrenziale si fa sentire, soprattutto nelle città più grandi.

Non va trascurato nemmeno il tema della sicurezza, soprattutto per chi lavora di notte o in zone periferiche. Episodi di aggressioni, furti o truffe da parte di clienti sono purtroppo ancora frequenti, anche se le nuove tecnologie contribuiscono a migliorare il monitoraggio e la tutela dei lavoratori.

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