Il tema delle pensioni e dell'uscita anticipata resta centrale nel dibattito italiano, soprattutto quando riguarda le lavoratrici. In questo scenario, la possibilità di una proroga e di modifiche al meccanismo della cosiddetta Opzione Donna nel 2026 è oggetto di acceso confronto politico e tecnico. Due emendamenti distinti, ancora oggetto di valutazione in Parlamento, risultano particolarmente rilevanti: uno proposto dalla Lega e uno dai parlamentari di Fratelli d’Italia. Entrambi mirano a incidere sul futuro della misura, ma con impostazioni differenti sia in termini di platea di beneficiarie che di sostenibilità finanziaria.
Il contesto della Manovra Finanziaria 2026: pensioni e scenari in discussione
La Manovra finanziaria 2026 è attualmente al centro di un intenso confronto politico, segnato da una serie di proposte correttive ed emendamenti presentati dai diversi schieramenti. Il tema delle pensioni, in particolare, rappresenta uno degli argomenti di maggiore attenzione e sensibilità, poiché coinvolge la sostenibilità dei conti pubblici e il sistema di welfare nazionale.
Nel testo attualmente all’esame del Senato, la proroga di strumenti come Opzione Donna e Quota 103 non trova conferma, a differenza di altri bonus e misure già noti, come l’Ape Sociale o l’aumento del bonus per le madri lavoratrici.
Il dibattito sulla Manovra ruota attorno ad alcuni punti cardine:
- Un aumento graduale dell’età pensionabile (esclusi solo lavoratori in attività gravose)
- Un nuovo regime di finestre mobili per la pensione anticipata, che a regime allunga i tempi di uscita
- La ridefinizione dei criteri per l'accesso agli anticipi pensionistici selettivi
- Il taglio delle agevolazioni considerate "in deroga" rispetto al quadro strutturale (già avvenuto in passato per Quota 100)
Il clima di incertezza che accompagna l’iter della manovra è alimentato dalla necessità di conciliare le esigenze dei lavoratori prossimi al pensionamento con i vincoli di
rigore finanziario imposti dalla Costituzione e dalla realtà dei conti pubblici italiani.
I due emendamenti su Opzione Donna: proposte a confronto
L'evoluzione del dibattito parlamentare sulla proroga di Opzione Donna nel 2026 si caratterizza per la presenza di due emendamenti principali, sostenuti da soggetti diversi all’interno dello stesso arco governativo. Questi emendamenti condividono l’obiettivo di salvaguardare un canale di flessibilità per la pensione anticipata al femminile, ma divergono su alcuni aspetti chiave. in particolare sull’estensione della platea e sulle coperture finanziarie.
Durante il passaggio in Commissione Bilancio, il testo della Legge di Bilancio non prevedeva scelte favorevoli alla proroga automatica. Ecco quali sono le due proposte oggi in valutazione:
- L’emendamento della Lega (proroga senza modifiche)
- L’emendamento di Fratelli d’Italia (ampliamento della platea e revisione dei requisiti)
Entrambi risultano ancora “aperti” in sede parlamentare: mentre la proposta della Lega ha superato i controlli di ammissibilità tecnica, quella della componente rappresentata da Fratelli d’Italia è stata inizialmente giudicata inammissibile dal Presidente della Commissione Bilancio a causa di
assenza di coperture finanziarie, lasciando intendere che potrebbe essere rivista e ripresentata in forma corretta nei prossimi giorni. Al momento,
nessuna delle due ipotesi ha ricevuto una bocciatura definitiva, mantenendo così aperto il tavolo negoziale su uno dei capitoli più delicati della normativa pensionistica per il 2026.
La proposta della Lega: proroga della misura senza modifiche
La Lega ha messo a punto una proposta emendativa che mira a garantire la continuità dell’attuale disciplina, senza introdurre modifiche sostanziali ai requisiti o alle categorie di beneficiarie. In dettaglio, la richiesta è di:
- Estendere Opzione Donna almeno fino al 2026
- Mantenere i criteri oggi vigenti per accesso: 35 anni di contributi, età di almeno 61 anni (61 o 59 in base al numero di figli, per alcune categorie anche 59/60), platea limitata a caregiver, donne con invalidità almeno al 74%, o lavoratrici in aziende in crisi
- Proseguire con il sistema di calcolo interamente contributivo e la finestra mobile di 12 mesi (dipendenti) o 18 mesi (autonome)
Questa impostazione, più conservativa e meno onerosa rispetto ad altre proposte parlamentari, risulta ancora in discussione e non presenta vizi formali in termini di coperture. La Lega specifica che eventuali oneri derivanti dalla misura potrebbero essere compensati da nuovi introiti fiscali legati, ad esempio, ad aumento della tassazione sugli istituti bancari o all’adeguamento di altre voci di bilancio.
La proposta di Fratelli d’Italia: estensione della platea e criticità sulle coperture
Fratelli d’Italia, invece, ha lavorato a un emendamento che prevede sia la proroga della misura, sia una revisione sostanziale della platea di beneficiarie. Il testo della senatrice Mancini punta a:
- Estendere Opzione Donna alle disoccupate di lungo corso, incluse coloro che hanno perso l’impiego tramite licenziamento collettivo, dimissioni per giusta causa o termine di contratto
- Eliminare il vincolo della crisi aziendale, ampliando la platea a nuove categorie fragili
- Introdurre nuove condizioni di accesso, quali esperienze professionali minime nei tre anni precedenti la domanda e il completo esaurimento di eventuali ammortizzatori sociali.
Questo tentativo di
aggiornare la misura alle trasformazioni del mercato del lavoro femminile, spesso caratterizzato da carriere irregolari e discontinuità, porta tuttavia a rilevanti complicazioni sul piano delle coperture finanziarie.
Possibilità di proroga per Opzione Donna nel 2026: cosa può accadere?
L’attuale scenario normativo non consente certezze sulla reale possibilità di una proroga della misura nel 2026. I due emendamenti citati sono formalmente ancora in discussione e il tempo per trovare un'intesa resta decisamente poco, vista la scadenza ravvicinata per l’approvazione della Manovra.
Alcuni elementi da valutare per il quadro futuro:
- La proposta Lega, non giudicata inammissibile, rappresenta a oggi la soluzione tecnicamente più percorribile, dato il suo impatto finanziario contenuto.
- La versione promossa da Fratelli d’Italia, pur rispondendo a domande sociali più ampie, resta subordinata alla presentazione di coperture, senza le quali non può essere approvata secondo i vincoli di bilancio imposti dalla Costituzione italiana.
- Non si esclude che, nel prosieguo dell’iter parlamentare, possano emergere formule “intermedie” che medino tra la rigidità contabile e le esigenze di equità sociale, magari attraverso una flessibilità minimale e temporanea destinata alle sole categorie più svantaggiate.
In caso di mancato accordo, dal 1° gennaio 2026 la misura non potrà essere più richiesta per nuove domande. Resta tuttavia in vigore il principio della
cristallizzazione del diritto: chi ha maturato i requisiti entro la fine del 2024 potrà
continuare ad accedere alla pensione anticipata secondo le regole previgenti, rispettando le finestre mobili previste per la decorrenza.
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