Entrambe le misure indicano un chiaro indirizzo politico verso una maggiore semplificazione fiscale.
L'aumento delle partite iva che potranno rientrare nel regime forfettario al 15% è una delle novità fiscali in arrivo per il 2025, parte di un quadro di riforme pensato per alleggerire il carico fiscale e semplificare la vita delle piccole imprese e dei lavoratori autonomi in Italia.
Questa modifica si inserisce in un contesto di crescente attenzione verso le partite iva e i piccoli imprenditori, la spina dorsale dell'economia italiana, che devono affrontare un sistema fiscale complesso e oneroso. Oltre all'espansione del regime forfettario, ci sono anche misure complementari come il concordato preventivo biennale che mira a dare stabilità e prevedibilità fiscale ai contribuenti.
Un aumento della soglia di accesso significherebbe che un numero maggiore di professionisti e piccole imprese potrebbe usufruire di questo regime fiscale semplificato, beneficiando di un'aliquota unica e di una riduzione delle complessità burocratiche associate alla tassazione ordinaria.
Questo cambiamento, se confermato, sarebbe un'opportunità per coloro che si trovano al limite tra il regime forfettario e quello ordinario, come i professionisti con fatturati appena sopra l’attuale soglia. Potrebbe incentivare molti a restare nel regime forfettario, evitando il passaggio a una tassazione ordinaria che comporta una maggiore complessità gestionale, oltre a una tassazione più alta, dovuta all’applicazione delle aliquote progressive Irpef e alla necessità di una contabilità ordinaria.
In questo scenario, il regime forfettario continuerebbe a essere una scelta molto conveniente per chi non ha spese deducibili elevate, poiché l'aliquota ridotta permette di abbassare il peso fiscale complessivo, soprattutto in confronto alle aliquote Irpef che, per le fasce più alte di reddito, possono raggiungere il 43%.
Un'altra misura confermata per il 2025 è il concordato preventivo biennale. Questo strumento fiscale permetterebbe alle partite iva e alle piccole imprese di pianificare in anticipo le loro obbligazioni fiscali per un periodo di due anni, stabilendo un accordo preventivo con il fisco sui tributi da pagare. Questo patto si baserebbe sui dati dichiarati dal contribuente, che, in cambio di una maggiore trasparenza, otterrebbe una sorta di scudo fiscale contro eventuali controlli o accertamenti durante il periodo concordato.
Il concordato preventivo biennale offre una serie di vantaggi: oltre alla riduzione dell’incertezza, consente al contribuente di evitare accertamenti e controlli fiscali durante la durata del patto, a meno che non emergano anomalie particolari. Questo strumento è pensato per migliorare il rapporto tra Fisco e contribuenti, incentivando un comportamento virtuoso e trasparente da parte delle partite iva, che in cambio ottengono una maggiore sicurezza e prevedibilità sulle loro obbligazioni fiscali.
Il meccanismo del concordato si baserebbe sull’analisi dei dati fiscali precedenti e consentirebbe di evitare gli accertamenti selettivi, una delle preoccupazioni per i lavoratori autonomi, spesso soggetti a controlli approfonditi e a verifiche fiscali invasive. Questa misura si inserisce in un piano più ampio di compliance fiscale, mirato a semplificare la vita delle partite iva, offrendo loro strumenti più chiari e snelli per gestire la loro posizione fiscale.
L’ampliamento del regime forfettario e l’introduzione del concordato preventivo biennale portano con sé una serie di vantaggi concreti per le partite iva e le piccole imprese. Innanzitutto, l’accesso a un'aliquota ridotta del 15% semplifica il carico fiscale e riduce le imposte da versare, soprattutto per chi non ha grandi spese deducibili. Il fatto di poter restare nel forfettario anche con ricavi fino a 100.000 euro amplia la platea dei beneficiari e permette a molte imprese di mantenere una gestione fiscale semplificata, evitando le complessità della tassazione ordinaria.
In secondo luogo, il concordato preventivo biennale offre stabilità e sicurezza, permettendo alle partite iva di programmare i propri pagamenti fiscali con anticipo e senza il timore di accertamenti a sorpresa. Questo strumento riduce l'incertezza che spesso affligge chi lavora in proprio, offrendo maggiore prevedibilità e la possibilità di pianificare al meglio le proprie finanze aziendali o personali.
Infine, entrambe le misure indicano un indirizzo politico verso una maggiore semplificazione fiscale e un alleggerimento del carico per le piccole imprese, che spesso faticano a destreggiarsi tra le complessità del sistema tributario italiano.