Il 31 dicembre scade il termine per permettere ai dipendenti pubblici in regime di TFS di passare al TFR: cosa scegliere e cosa conviene fare
La data del 31 dicembre 2025 segna la fine della finestra per la scelta tra TFS (Trattamento di Fine Servizio) e TFR (Trattamento di Fine Rapporto) per il personale delle amministrazioni pubbliche. Questa opzione, introdotta a seguito delle riforme previdenziali degli ultimi decenni, offre la possibilità di selezionare un diverso sistema di liquidazione, incidendo direttamente sulle modalità di accumulo e sulle prospettive di previdenza complementare.
La possibilità di opzione non è estesa a tutti i dipendenti pubblici. Sono coinvolti coloro che risultano assunti a tempo indeterminato prima del 1° gennaio 2001, data spartiacque a seguito della riforma che ha introdotto il TFR nel settore pubblico per i nuovi assunti. Il personale entrato in servizio successivamente si trova già in regime di TFR e non deve compiere alcuna scelta.
Chi rientra nei parametri della norma, ossia risulta assunto in data antecedente e si trova ancora regolato dalla disciplina del TFS, può optare volontariamente per il passaggio al più moderno sistema. Questa opzione deve essere esercitata esplicitamente e consapevolmente, poiché la volontà non viene desunta in modo automatico dall’anzianità o dalla situazione lavorativa. La finestra per esprimere questa volontà si chiude il 31 dicembre 2025: dopo tale data, salvo nuovi interventi legislativi, l'accesso al cambio sarà bloccato in modo definitivo.
L’opzione presenta carattere irrevocabile: una volta effettuata la scelta, non si potrà tornare nel precedente regime. La porzione di TFS già maturata fino al momento della decisione resta comunque acquisita, mentre sulle annualità successive viene applicato il nuovo sistema.
Per attivare il trasferimento dal trattamento di fine servizio verso quello di fine rapporto, è necessario seguire una procedura amministrativa dedicata. Di seguito, i principali passaggi previsti:
L’analisi delle differenze tra i due sistemi consente di comprendere il peso della scelta da compiere. Mentre entrambe le forme vengono comunemente indicate come “liquidazione”, le logiche di calcolo, i tempi di erogazione e le possibilità di utilizzo differiscono in modo sostanziale:
| Caratteristiche | TFS | TFR |
| Base di calcolo | Ultima retribuzione utile x anni di servizio | Quota annua di retribuzione accantonata ogni anno (7,41%) |
| Importo finale | Spesso superiore (lordo) rispetto al TFR | Mediamente inferiore ma più stabile |
| Tempistiche di pagamento | Lunghe: 12/24 mesi dalla cessazione più eventuale rateizzazione | Generalmente più veloci |
| Utilizzo per previdenza integrativa | Non possibile | Piena compatibilità, anche per trasferimento a fondi pensione |
| Irrevocabilità dell’opzione | - | Sì: dopo la scelta non si torna indietro |
Il trattamento di fine servizio tende a favorire chi possiede una lunga anzianità e si trova vicino al pensionamento, anche in virtù dell’importo liquidato solitamente più consistente. Il trattamento di fine rapporto, invece, appare preferibile per chi prevede ancora diversi anni di attività e intende costruire una previdenza complementare sfruttando la flessibilità della nuova disciplina.
L’opportunità di scegliere un sistema rispetto all’altro è influenzata da aspetti soggettivi e oggettivi che incidono sulla convenienza economica e previdenziale. Tra i principali parametri da considerare vi sono:
Questa opzione offre vantaggi come la protezione rispetto agli scenari demografici futuri e la possibilità di personalizzare il profilo di rischio e rendimento.