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Pensioni e dipendenti privati, a che età potranno uscire e con che importo in base ai diversi requisiti simulati da Enasc-Unsic

di Marianna Quatraro pubblicato il
pensioni dipendenti privati

Non si prospetta roseo il futuro pensionistico di molti dipendenti privati: ecco quando e con quanto potranno andare in pensione secondo recenti simulazioni

Quando potranno andare in pensione i dipendenti privati e con quali importi secondo le ultime simulazioni? Il problema del valore delle pensioni in Italia diventa sempre più pesante, perché sempre più bassi sono gli importi riconosciuti a chi lavora una vita intera. 

E le prospettive di calcolo con il sistema totalmente contributivo non sono per niente positive, considerando le carriere precarie e discontinue di oggi, gli stipendi bassi, che quindi potranno a bassi contributi da versare ai fini pensionistici, l’entrata nel mondo del lavoro sempre più tardi. Secondo alcune simulazioni, il futuro pensionistico di molti non sarà infatti così roseo.

  • Quando e con quale importo potranno andare in pensione i dipendenti privati secondo le simulazioni Enasc-Unsic
  • Le forme di uscita anticipata che resteranno ancora nel 2025 per i dipendenti privati
Quando e con quale importo potranno andare in pensione i dipendenti privati secondo le simulazioni Enasc-Unsic

Secondo le simulazioni effettuate da Enasc-Unisc sulle prospettive di pensionamento dei dipendenti privati, chi si prepara ad andare in pensione non potrà godere di trattamenti dignitosi. Solo chi ha avuto una carriera professionale continua e 'buona' e matura il diritto alla pensione tra il 20232 e il 2063 potrà avere fino al 70% dell'ultima busta paga.

Ma si può scendere fino al 60% e al 50% in moltissimi casi. Tra gli esempi considerati c'è quello di un dipendente privato di 43 anni che ha iniziato a lavorare a 25 anni e che dovrebbe andare in pensione a 68 anni circa.

Il reddito stimato durante l'ultimo anno di lavoro è di circa 24.500 euro e l'importo annuo lordo della pensione, calcolato con il sistema contributivo, risulat di circa 19mila euro. Ciò significa che questo dipendente avrà un importo pari al 78% dell'ultimo stipendio. Andando in pensione nel 2055, l'importo aumenterebbe, però, di circa 4mila euro all'anno.

Per riassumere, stando alle simulazioni, raggiungendo l’anzianità contributiva massima, si passa dall’80% dell’ultimo stipendio, calcolato con sistema retributivo, al 74% dell’ultimo stipendio percepito, con il sistema contributivo. 

Se si va in pensione dopo il 2035, si scende al 71% dell’ultima busta paga, e peggio va andando avanti. Un buon importo di pensione viene comunque garantito solo a chi, in sostanza, ha preso stipendi alti durante la vita lavorativa e in maniera continuativa. 

Le forme di uscita anticipata che resteranno ancora nel 2025 per i dipendenti privati

Secondo le anticipazioni sulle misure per le pensioni che potrebbero rientrare nella prossima Manovra Finanziaria 2025, sembra al momento che la quota 103 per andare in pensione a 62 anni di età e con 41 anni di contributi potrebbe essere ancora riconfermata, nonostante quest’anno non abbia riscosso particolare successo. 

Stessa sorte potrebbe toccare all’ape sociale, per andare in pensione prima a 63 anni di età e con almeno 30 anni di contributi, ma resterebbe comunque circoscritta alle categorie di persone cosiddette svantaggiate, e ad opzione donna, sempre destinata, anche in questo, solo a determinate lavoratrici e sempre accettando un trattamento finale ridotto. 

Anche l’isopensione per andare in pensione anticipata a chi ha 60 anni, considerando che si tratta di un sistema che permette di uscire prima fino a 7 anni rispetto ai normali requisiti pensionistici richiesti, è stato ancora confermata sia per il 2025 che per il 2026.

La misura non vale, però, per tutti i lavoratori che decidono di lasciare prima il lavoro ma solo per i dipendenti in esubero di aziende con più di 15 dipendenti e se ne può usufruire solo tramite stipula di accordi con le organizzazioni sindacali più rappresentative.

Inoltre, non possono andare in pensione prima con l’isopensione gli apprendisti e i lavoratori privati con contratto di reinserimento.