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Pensioni, le novità finali in Manovra Finanziaria: no opzione donna, tagli precoci e usuranti, stop cumulo contributi

di Marianna Quatraro pubblicato il
Pensioni novita finali Manovra Finanziar

Stop all'aumento delle finestre per la pensione anticipata, nessuna stretta sul riscatto di laurea, prorogata l'ape sociale nel 2026 ma non opzione donna: le novità per le pensioni in Manovra

Dopo lunghi dibattiti politici, sono state definite misure di rilievo sulle pensioni in Manovra Finanziaria 2026 che vanno a incidere direttamente sui percorsi di uscita dal lavoro, modificando alcune delle regole chiave del sistema pensionistico. Particolare attenzione è stata dedicata alla tutela dei lavoratori in condizioni svantaggiate e alla sostenibilità di lungo periodo del sistema, dando continuità a misure selettive ed eliminando alcune restrizioni che erano state ventilate nei mesi precedenti.

Le proposte di stretta sulle pensioni: cosa è stato cancellato dalla Manovra

Il percorso parlamentare della Manovra finanziaria 2026 ha visto l’emergere e poi la cancellazione di una serie di ipotesi di inasprimento delle condizioni di pensionamento, grazie all’intervento diretto delle forze di maggioranza e alle rimodulazioni operate anche a seguito delle pressioni delle parti sociali. I provvedimenti più restrittivi inizialmente inclusi nel testo, che avrebbero penalizzato in particolare l’accesso all’anticipo pensionistico tramite prolunga delle finestre mobili e riduzione del valore dei periodi riscattati per gli studi universitari. sono stati, nella versione definitiva, eliminati. L’orientamento prevalente ha ritenuto eccessivo caricare ulteriormente coloro che avevano già pianificato l’uscita dal mondo del lavoro secondo regole in vigore da tempo.

  • Finestre mobili: la previsione di un allungamento dei tempi di attesa tra il raggiungimento dei requisiti e l’erogazione del primo assegno pensionistico, originariamente presente nel maxiemendamento, è stata esclusa. Resta in vigore l’attuale meccanismo, con modifiche rimandate agli anni successivi.
  • Riscatto laurea: la proposta di ridurre progressivamente la quota di periodi universitari riscattabili ai fini della pensione, una misura che avrebbe inciso negativamente sull’uscita di molti accademici e professionisti, è stata anch’essa accantonata.
  • Quota 103 e Opzione Donna: nessun rinnovo di Quota 103 e della possibilità di pensionamento anticipato per le donne attraverso Opzione Donna. Dal 2026, queste due opzioni rimangono fuori dal perimetro normativo.
  • Tfr e previdenza complementare: confermato il delicato equilibrio tra previdenza obbligatoria e iniziative di secondo pilastro, agevolando l’ampia partecipazione alle forme di previdenza integrativa, in particolare per i neoassunti.

Tagli per lavoratori precoci e usuranti: impatti e categorie coinvolte

Nonostante la rinuncia a molte delle ipotesi di stretta, la versione finale della Manovra 2026 prevede un taglio significativo ai fondi per il trattamento anticipato dei lavoratori precoci e per chi svolge attività usuranti. Queste categorie sono tradizionalmente riconosciute come meritevoli di una via di uscita preferenziale, data la gravosità delle mansioni e l’anticipazione dell’ingresso nel mercato del lavoro. In particolare, si definiscono:
  • Lavoratori precoci: si tratta di coloro che hanno maturato almeno 12 mesi di contributi prima di compiere 19 anni. A partire dal 2027, sono previsti tagli di 20 milioni di euro, con incrementi progressivi (60 milioni dal 2028, 90 milioni annuali dal 2029 al 2032, fino a 140 milioni nel 2033 e 190 milioni dal 2034). Tale riduzione comporterà minori risorse per la copertura delle pensioni anticipate di questa categoria.
  • Lavoratori usuranti: per queste figure, dal 2033 viene introdotto un decremento di 40 milioni di euro annui al fondo dedicato, riducendo la portata della normativa che disciplina l’accesso anticipato per chi svolge lavori particolarmente faticosi e pesanti.
Tra le categorie interessate dalle esclusioni o dai tagli figurano operatori ecologici, infermieri turnisti, edili, conduttori di mezzi pesanti e altri addetti a mansioni notoriamente impegnative. La rimodulazione delle risorse potrebbe tradursi, nel lungo periodo, in un accesso più selettivo alle forme di anticipo pensionistico per lavoratori con carriere caratterizzate da precocità o gravosità delle attività svolte.

Ape Sociale confermata, Opzione Donna fuori dalla Manovra: cosa significa per i lavoratori

La Manovra sancisce la proroga dell’Ape Sociale fino al termine del 2026, confermandola come principale canale di uscita flessibile al di fuori delle regole ordinarie post-Legge Fornero. L’Ape Sociale rappresenta uno strumento ponte, pensato per sostegni temporanei a disoccupati di lunga durata, caregivers, disabili e addetti a lavori usuranti con almeno 63 anni e cinque mesi d’età e tra 30 e 36 anni di contribuzione. Nel 2026, sono attesi circa 24.000 beneficiari, per una copertura stimata di 170 milioni di euro che salirà a oltre 300 milioni negli anni a seguire. 
 

Opzione Donna, invece, esce definitivamente dalla normativa vigente, dopo che la proposta di rinnovo non ha superato la fase parlamentare. Questa esclusione comporta l’eliminazione, dal 2026, della possibilità per molte lavoratrici di accedere a un pensionamento anticipato attraverso la scelta di calcolo totalmente contributivo, sacrificando così una soluzione di flessibilità apprezzata soprattutto tra le donne con carriere discontinue. 

Novità sul Tfr e previdenza complementare per i neoassunti: silenzio-assenso e stop cumulo contributi

La nuova legge di bilancio introduce interventi mirati su Tfr e previdenza complementare, con impatti significativi per i lavoratori neoassunti nel settore privato. Dal 1° luglio 2026, viene attivato un meccanismo di adesione automatica alle forme pensionistiche complementari per chi firma il primo contratto di lavoro, con la possibilità di esercitare il diritto di rinuncia entro 60 giorni. Ciò incentiva una partecipazione ampia alla previdenza integrativa, prevedendo:

  • Silenzio-assenso e Tfr: in assenza di scelta esplicita, il Tfr maturato confluirà verso il fondo indicato dal contratto collettivo o, in mancanza, verso forme residuali previste dalla normativa. Dal 2032, inoltre, anche le aziende con almeno 40 dipendenti saranno tenute ad aderire all’obbligo di conferimento del Tfr al Fondo Inps.
  • Stop al cumulo contributi: viene abrogata la possibilità, fino ad ora riservata ai dipendenti pienamente nel regime contributivo, di sommare rendite di previdenza complementare ai fini del raggiungimento dell’importo minimo richiesto per il pensionamento di vecchiaia anticipata. Questa misura, introdotta solo lo scorso anno, viene eliminata dalla nuova manovra, facendo stimare risparmi progressivi sulla spesa complessiva.

Rialzi dell’età pensionabile e misure specifiche per le forze dell’ordine e polizia

Nel comparto pubblico la Manovra prevede uno slittamento dell'aumento dei dell’età pensionabile per le forze dell’ordine e di polizia. Mentre per il resto della platea l’adeguamento dei requisiti legato all’aspettativa di vita porterà la pensione di vecchiaia a 67 anni e un mese nel 2027 e a 67 anni e tre mesi nel 2028, per il settore sicurezza lo slittamento del provvedimento è fissato al 2028, con ulteriori incrementi di un mese nel 2029 e ancora un altro nel 2030.

Questa proroga risponde alla specificità dei ruoli ricoperti, riconoscendo la maggiore usura psicofisica e i rischi connessi alle professioni in divisa. La gradualità adottata tutela sia gli operatori del comparto sia la sostenibilità dei bilanci pubblici, rimandando nel tempo l’applicazione dei nuovi requisiti previsti dalla legislazione previdenziale generale.

 



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