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Quali sono gli Etf che replicano investimenti delle grandi banche, del private equity e dei migliori gruppi finanziaria mondiali

di Marcello Tansini pubblicato il
Migliori gruppi finanziaria mondiali

Gli ETF ispirati alle strategie di grandi banche, private equity e top group finanziari trasformano il panorama degli investimenti: innovazione, nuove frontiere, vantaggi e rischi nel portafoglio.

Negli ultimi anni, i mercati finanziari hanno assistito a una crescita esponenziale degli ETF (Exchange Traded Fund), strumenti in grado di offrire a investitori privati e istituzionali l'accesso a strategie di investimento tipiche dei grandi gruppi finanziari internazionali e del private equity. Attraverso la replica di indici complessi e la combinazione di diversi asset, questi fondi innovativi consentono di “imitare” i rendimenti e le esposizioni riservate, fino a poco tempo fa, ai portafogli delle banche d'investimento di livello mondiale.

L'ampia gamma di prodotti disponibili risponde anche all'esigenza di contenimento dei costi e maggiore trasparenza, aspetti cruciali per un mercato in rapida trasformazione come quello italiano. I nuovi strumenti non si limitano alla tradizionale replica passiva, ma introducono anche sofisticate strategie attive, approcci multi-fattoriali e investimenti in asset class poco accessibili, in linea con l'evoluzione della finanza professionale. Questo processo di democratizzazione degli investimenti evidenzia come l'utilizzo degli ETF rappresenti oggi una soluzione flessibile e, se ben selezionata, efficace per riprodurre performance comparabili a quelle dei migliori gestori mondiali.

L'evoluzione del mercato ETF: tendenze globali e innovazione

A partire dal 2024, il mercato degli ETF, in particolare in Italia, ha mostrato un'accelerazione senza precedenti in termini di nuove quotazioni e varietà di prodotti. Nei primi dieci mesi dell'anno, oltre 200 nuovi comparti sono stati introdotti su Borsa Italiana, superando già il totale degli anni precedenti. Questo fenomeno rispecchia una trasformazione profonda: la crescente apertura verso strategie innovative e segmenti di mercato poco battuti, con un incremento della quota degli ETF gestiti attivamente accanto ai tradizionali fondi passivi.

Secondo recenti analisi, gli ETF attivi e le soluzioni multi-fattoriali stanno conquistando spazio nei portafogli istituzionali, guidati dal desiderio di individuare e valorizzare inefficienze di mercato. Il risultato è una gamma più sofisticata di offerte che comprende comparti focalizzati su mercati emergenti, settori tematici, strategie di copertura dalla volatilità, obbligazioni ad alto rendimento o titoli selezionati secondo metriche qualitative avanzate.

Questa ondata d'innovazione si riflette anche nella pressione esercitata sulla riduzione delle commissioni, con una spiccata attenzione alla competitività dei costi che spinge i gestori a esplorare nuovi modelli operativi. Borsa Italiana ed Euronext consolidano così il proprio ruolo di hub per investitori sofisticati e per chi ricerca strumenti in grado di replicare, con trasparenza e controllo, le strategie tipiche delle grandi banche e dei fondi di private equity.

ETF che replicano strategie dei grandi gruppi finanziari: overview sui prodotti disponibili

La domanda di esposizione a strategie sofisticate, solitamente riservate a gestori istituzionali, ha portato sul mercato una vasta gamma di ETF specializzati. Alcuni comparti ricalcano strategie multi-asset, altri seguono modelli di stock picking simili a quelli dei migliori fondi internazionali, mentre un numero crescente si focalizza su mercati di nicchia o asset alternativi, come le collateralized loan obligations (CLO) o le obbligazioni societarie ad alto rating:

  • ETF attivi sulle azioni USA: recenti lanci di operatori come Fidelity includono prodotti a gestione attiva che selezionano titoli statunitensi con logiche raffinate di allocazione e protezione dalle perdite (buffer), simili alle strategie private di grandi banche d'affari.
  • ETF sulle materie prime: anche comparti come quelli di Fideuram replicano portafogli di commodity, combinando esposizioni differenti per intercettare trend globali, spesso con vantaggi di costo rispetto ai fondi tradizionali.
  • Obbligazionari innovativi: Pimco, tra i leader a livello mondiale, ha portato in Italia ETF a gestione attiva su bond investment grade in euro, capaci di selezionare titoli al di fuori dei limiti degli indici classici - una pratica che richiama la flessibilità del private equity nella ricerca di opportunità di extra-rendimento.
  • ETF tematici e geografici: prodotti come European Superdividend di Global X o i comparti high yield “fallen angel” di iShares consentono di accedere a segmenti azionari o obbligazionari raccolti secondo criteri in linea con le pratiche dei grandi asset manager globali.
La proliferazione di queste soluzioni riflette il tentativo dei provider di offrire replica dinamica dei portafogli detenuti dai leader mondiali della finanza, offrendo una vasta selezione che va oltre il semplice “indice” per avvicinarsi all'attività consulenziale tradizionale dei grandi gruppi.

ETF attivi e passivi: dalla replica degli indici ai nuovi approcci delle grandi banche

Inizialmente concepiti come strumenti di replica passiva, gli ETF hanno esteso il proprio raggio d'azione, includendo strategie di gestione attiva costruite su asset selezionati. Le versioni passive mirano a riprodurre fedelmente indici noti - come S&P 500 o MSCI World - mantenendo costi estremamente ridotti, funzione apprezzata per la sua trasparenza e prevedibilità.

Negli ultimi due anni, tuttavia, il mercato ha visto una rapida espansione dei comparti attivi. La caratteristica di questi strumenti è la possibilità di adottare un approccio di selezione dei titoli (stock picking), scovando opportunità anche in settori poco rappresentati dagli indici canonici. L'aspetto innovativo sta nel mantenere liquidità e trasparenza tipiche degli ETF classici, pur tentando di generare “alpha”, ovvero un rendimento aggiuntivo rispetto ai benchmark tradizionali.

Il successo degli ETF attivi emerge con chiarezza nell'ambito delle obbligazioni, dove la diversità dell'universo investibile consente ai gestori di attuare scelte mirate che possono sostenere le performance. Gli ultimi dati confermano una crescita importante di asset gestiti attivamente, sebbene la discussione sull'efficacia del modello resti sempre viva: solo una minoranza dei fondi azionari attivi riesce infatti a sovraperformare consistentemente i propri omologhi passivi secondo studi Morningstar.

ETF multi-fattoriali e strategie avanzate: cosa scelgono i gruppi finanziari internazionali

L'adozione di ETF a strategia multi-fattoriale rappresenta una delle tendenze più apprezzate sia dai grandi gestori sia dai consulenti finanziari. Questi comparti, invece di replicare un solo stile di investimento, combinano simultaneamente più fattori (value, quality, momentum, size, low volatility), stratagemmi teoricamente in grado di reggere meglio alle diverse fasi economiche e ridurre la volatilità tipica dei mercati azionari internazionali.

Negli ultimi mesi, numerose società di asset management hanno presentato al pubblico italiano nuovi ETF multi-fattoriali, tutti a gestione attiva, che selezionano titoli globali, europei oppure emergenti sulla base di combinazioni di vari fattori. L'obiettivo è produrre extra-performance (alpha) riducendo l'esposizione ai rischi concentrati su singoli stili. La spinta all'innovazione è supportata anche da risultati storici: simulazioni sul lungo termine suggeriscono che portafogli multi-fattoriali, costruiti su ETF specialistici, hanno ottenuto rendimenti superiori rispetto agli indici globali pur mantenendo una volatilità contenuta:

  • Value e quality: strategie che privilegiano società sottovalutate e con solidi fondamentali, scelte tipiche anche dei grandi fondi pensione e delle banche globali.
  • Momentum e size: combinazioni che sfruttano trend di crescita e la maggiore potenzialità di crescita delle small cap rispetto alle large cap, spesso ricercate per diversificare ulteriormente l'esposizione.
  • Low volatility: approccio ideato per contenere i ribassi in fasi di mercato turbolento, molto gradito da investitori istituzionali.
Questi ETF si prestano così a una pluralità di utilizzi: dal nucleo del portafoglio retail, passando per soluzioni satellite dedicate a mercati di frontiera, fino a diventare strumenti essenziali nel toolkit di asset allocation dei gruppi finanziari più sofisticati.

ETF su tassi swap e debito: nuove frontiere per l'investitore professionale

Un altro tassello dell'offerta in rapida crescita è rappresentato dagli ETF che replicano indici collegati ai tassi swap, strumenti derivati che permettono di puntare sui movimenti dei tassi di interesse. Tali prodotti consentono di assumere posizioni sofisticate senza la necessità di detenere direttamente obbligazioni o altri strumenti a reddito fisso. Attraverso swap, futures e altre forme di replica sintetica, l'investitore può esporsi efficacemente all'andamento dei tassi a diverse scadenze o su segmenti geografici specifici.

Questi ETF rispondono alle esigenze degli investitori professionali desiderosi di diversificare il portafoglio, ottimizzare la gestione del rischio e sfruttare opportunità legate ai movimenti dei tassi, specie in fasi di forte volatilità. Offrono potenziale efficienza di costi rispetto alla replica fisica e una maggiore flessibilità operativa. Tuttavia, richiedono particolare attenzione sia al rischio di controparte sia alle potenziali deviazioni (tracking error) rispetto all'indice di riferimento, aspetti che ne raccomandano l'uso consapevole da parte di operatori esperti.



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