Quali sono i casi in cui la Legge 104 può essere riconosciuta anche per disturbi alimentari? I disturbi del comportamento alimentare (DCA) si stanno diffondendo sempre più tanto da aver registrato negli ultimi anni un preoccupante aumento, interessando persone di ogni età e genere.
Anoressia, bulimia, ma non solo, non sono più fenomeni rari, ma rappresentano oggi una vera emergenza sanitaria e sociale. Si tratta di patologie complesse, spesso sottovalutate, che incidono profondamente sulla qualità della vita, sulle relazioni sociali e sulla capacità lavorativa. Ecco perché anche in questi casi è previsto il riconoscimento della Legge 104, con i relativi aiuti vigenti.
- Quando si può riconoscere la Legge 104 per disturbi alimentari
- I permessi e le agevolazioni per chi soffre di disturbi alimentari
Quando si può riconoscere la Legge 104 per disturbi alimentari
Quando i disturbi e le patologie alimentari arrivano a compromettere seriamente la capacità lavorativa, permettono, come stabilito dalle linee guida dell’Inps, di riconoscere l’invalidità civile, le cui percentuali variano a seconda del deficit che si registra e sono, nel dettaglio, del 35% per anoressia con compromissione lieve, del 45% per anoressia con deficit moderato, tra il 75% e il 100% per anoressia con gravi ripercussioni, e del 20% per bulimia nervosa non complicata.
Oltre al riconoscimento dell’invalidità civile con la Legge 104, chi soffre di gravi disturbi alimentari può accedere ai benefici previsti se la patologia compromette ma in modo rilevante la vita sociale, familiare e lavorativa e causa una difficoltà oggettiva di integrazione.
Le conseguenze possono essere gravi, arrivando alla morte per complicanze cardiache e altri problemi fisici e mentali.
Per ottenere il riconoscimento della Legge 104 per disturbi alimentari, bisogna, come sempre, sottoporsi a una visita della Commissione medica presso l’Asl di appartenenza territoriale entro 90 giorni dalla richiesta.
I permessi e le agevolazioni per chi soffre di disturbi alimentari
Chi soffre di disturbi alimentari in maniera grave e patologica può usufruire dei permessi e delle agevolazioni previste dalla Legge 104 e, per l’handicap grave, anche i familiari possono ottenere permessi e congedi lavorativi.
Il legame di parentela deve essere al massimo di terzo grado e non devono esserci altri parenti di primo o secondo grado disponibili per prendersi cura della persona con disturbi alimentari.
Sia i dipendenti pubblici che quelli privati possono beneficiare:
- dei 3 giorni al mese di permesso retribuito previste dalla Legge 104;
- di un congedo straordinario retribuito della durata massima di 2 anni (da usare in modo continuativo o frazionato) nell’arco della vita lavorativa per assistere un familiare affetto da handicap grave, incluso chi è affetto da disturbi alimentari (questo beneficio non vale per i lavoratori domestici o a domicilio, a meno che non siano coniugi, fratelli, sorelle o figli dell’anziano che necessita di assistenza) e, durante il congedo, il lavoratore riceverà lo stipendio, compresa la tredicesima, sulla base dell’ultima retribuzione percepita al lavoro;
- della pensione anticipata con l’ape sociale.
Per richiedere i permessi e il congedo della
Legge 104 per disturbi alimentari, si deve inviare la domanda all’Inps in duplice copia, nel caso di lavoratori privati, o direttamente all’amministrazione o all’ente pubblico di cui si fa parte, nel caso di dipendenti statali, avendo sempre cura di allegare il certificato che attesti la gravità dell’handicap del familiare.
Tra le altre agevolazioni stabilite dalla normativa vigente vi sono anche:
- la detrazione Irpef del 19% e Iva agevolata al 4% sull’acquisto del relativo veicolo;
- esenzione dal pagamento del bollo auto;
- esonero dall’imposta di trascrizione per i passaggi di proprietà;
- possibilità per i familiari con una persona disabile di dedurre integralmente dal reddito le spese di assistenza, comprese quelle per usufruire di prestazioni da parte di Oss, educatori professionali, coordinatori, assistenti di base o per terapie occupazionali;
- detrarre integralmente le spese sanitarie, inclusi mezzi per la deambulazione, spese mediche specialistiche e acquisto di poltrone per inabili e minorati;
- detrarre le spese legate all’abbattimento delle barriere architettoniche o alla costruzione di rampe e installazione di ascensori;
- la detrazione Irpef del 19% e Iva al 4% sull’acquisto di mezzi informatici.
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