Secondo la Ragioneria generale, la rottamazione quinquies per saldare a rate i carichi affidati alla riscossione dal 2000 al 2023 farebbe incassare 9 miliardi di euro complessivi tra 2026 e 2035 ma costerŕ 790 milioni a chi paga le tasse regolarmente
La rottamazione quinquies approvata nella Manovra Finanziaria 2026 segna un nuovo tentativo di conciliazione tra le esigenze di tutela del gettito fiscale e la necessità di offrire un percorso sostenibile ai cittadini in difficoltà. Questa definizione agevolata delle cartelle esattoriali nasce dopo numerosi tentativi di agevolazione, caratterizzati da risultati alterni sia sotto il profilo del recupero erariale sia della percezione di equità.
Le attese sono elevate, soprattutto tra i contribuenti che non sono riusciti a regolarizzare i debiti nei cicli precedenti o che si trovano davanti a importi importanti da restituire.
La nuova rottamazione quinquies 2026 si distingue rispetto alle edizioni precedenti per il maggiore rigore nei criteri di accesso e nella durata delle rateizzazioni. Il nuovo modello prevede piani di pagamento dilazionati fino a 108 rate mensili (nove anni), riducendo l’impatto finanziario delle prime rate che, in passato, scoraggiavano molti contribuenti. Un’altra differenza significativa è l’introduzione di rate costanti, eliminando le maxi-tranche iniziali che rappresentavano un ostacolo per chi aveva difficoltà di liquidità.
Per importi superiori ai 50.000 euro è previsto l’acconto del 5% all’adesione, una soglia ideata per testare la reale volontà di regolarizzazione. Sono previsti criteri di ammissibilità più selettivi: non potranno aderire contribuenti che hanno già utilizzato precedenti rottamazioni senza completare i versamenti o che presentano comportamenti considerati opportunistici.
I costi reali per l’erario della rottamazione quinquies 2026 si calcolano non solo nelle minori entrate dovute alla cancellazione di sanzioni e interessi.
Le stime ministeriali e della Ragioneria Generale dello Stato evidenziano che il prezzo della rottamazione quinquies ricadrà soprattutto nell’immediato: la perdita di gettito prevista per il solo annullamento di accessori (sanzioni e interessi) può oscillare tra 4 e 5 miliardi di euro, a seconda della platea effettiva e dell’adesione alla misura. Il beneficio per le casse pubbliche si manifesta principalmente sotto forma di un recupero accelerato del capitale iscritto a ruolo, ma al netto di sconti e flussi finanziari ridotti nel tempo.
| Voce di bilancio | Effetto stimato |
| Mancati introiti sanzioni+interessi | 4-5 miliardi di euro |
| Recupero capitale | +2-2,5 miliardi di euro (stimato) |
| Maggior liquidità per cittadini/PMI | +70% in media su base mensile rispetto a dilazioni standard |
Secondo la relazione tecnica al ddl di Bilancio bollinato dalla Ragioneria generale, la rottamazione quinquies che permetterà di saldare a rate i carichi affidati alla riscossione dal 2000 al 2023 potrebbe far incassare 9 miliardi di euro complessivi tra 2026 e 2035 ma costerà 790 milioni a chi paga le tasse regolarmente. Inoltre, la sanatoria comporterà una riduzione della riscossione ordinaria, cioè quello che lo Stato avrebbe comunque recuperato attraverso le procedure ordinarie o le rateizzazioni in corso, stimata in 9,78 miliardi di euro.
Tuttavia, stando alle simulazioni della Ragioneria Generale, la nuova rottamazione consentirà di incassare una quota superiore alle precedenti edizioni solo se accompagnata da controlli più stringenti e dal coinvolgimento di banche dati finanziarie per identificare i soggetti realmente incapienti.
Il tasso di successo stimato dalla Ragioneria si attesta sul 15-20% del magazzino statico interessato dalla misura: cifre che si traducono in un recupero potenziale tra i 2 e i 2,3 miliardi di euro di capitale nei primi anni, considerando un’adesione attiva di circa 2,3 milioni di contribuenti.
Questi numeri vanno confrontati con l’enorme montante di crediti inesigibili, oltre 400 miliardi secondo le stime attuali, per i quali la rottamazione ha effetto marginale e la cancellazione automatica assume invece rilevanza amministrativa.
Potranno aderire alla rottamazione quinquies i contribuenti che, pur avendo dichiarato il dovuto, non sono riusciti a saldare i debiti affidati all’Agente della Riscossione per periodi selezionati dal 2000 al 2023. Restano fuori i soggetti già decaduti da precedenti rottamazioni senza aver completato i pagamenti o che risultano recidivi per numero di ruoli iscritti negli ultimi tre anni. In sintesi: