Gli investimenti nel nucleare hanno un impatto economico complessivo di 50,3 miliardi di euro entro il 2025.
Dopo quasi 40 anni dall'uscita di scena del nucleare in Italia, il Paese si prepara a riaccogliere questa fonte di energia. Secondo un recente report di EY, il mercato nucleare italiano potrebbe raggiungere un valore di 46 miliardi di euro,con la creazione di circa 117.000 nuovi posti di lavoro e un risparmio sulle bollette. Questo ritorno al nucleare non riguarda solo l'energia, ma promette di portare benefici in termini di stabilità economica, creazione di ricchezza e risparmio energetico. Approfondiamo alcuni aspetti:
A livello globale, l'energia nucleare è considerata una delle tecnologie più efficaci per supportare la transizione energetica. L'Italia punta a coprire tra l'11% e il 22% della domanda elettrica nazionale con il nucleare entro il 2050, una percentuale che aiuterebbe il Paese a raggiungere gli obiettivi climatici europei. Questo piano può trasformare l'Italia in un hub strategico per le tecnologie nucleari avanzate, attirare investimenti stranieri e rafforzare la competitività delle imprese italiane nel settore energetico.
L'integrazione dell'energia nucleare nel sistema italiano potrebbe portare a risparmi sulle importazioni di energia. Più precisamente, l'adozione del nucleare potrebbe comportare una riduzione delle importazioni energetiche tra 8 e 10 miliardi di euro all'anno. Questo risparmio deriverebbe dalla diminuzione della necessità di acquistare energia dall'estero, grazie alla produzione interna garantita dalle centrali nucleari.
Ma è pur vero che altri studi sottolineano che l'energia nucleare possa non tradursi in una riduzione immediata delle bollette per i consumatori. I costi elevati associati alla costruzione e alla manutenzione delle centrali nucleari possono influire sulle tariffe energetiche. Non solo, ma le energie rinnovabili, come il fotovoltaico e l'eolico, presentano costi di produzione inferiori rispetto al nucleare.
Il settore nucleare ha un potenziale di creazione di occupazione, con una stima di 117.000 nuovi posti di lavoro. In ballo ci sono opportunità dirette nelle centrali nucleari, ma anche posti di lavoro indiretti nell'indotto industriale, nella ricerca e sviluppo e nei servizi tecnologici avanzati. La costruzione e la gestione delle centrali nucleari richiederanno una forza lavoro qualificata che aprirebbe opportunità per ingegneri e tecnici, ma anche per professionisti nei settori della sicurezza, della manutenzione e della gestione operativa.
La collaborazione con aziende internazionali come Westinghouse ed EDF e con società italiane di rilievo come Enel, Ansaldo e Leonardo, può portare alla nascita di una compagnia statale dedicata al nucleare. Questa nuova entità potrebbe avere il compito di coordinare i progetti nucleari, gestire le risorse e assicurare il rispetto degli standard di sicurezza internazionali. Le partnership con istituti di ricerca e università possono quindi favorire la formazione di nuove competenze e la nascita di corsi specializzati in tecnologie nucleari.
L'energia nucleare offre vantaggi economici e una soluzione per ridurre le emissioni di CO2. Con il consumo attuale di circa 300 miliardi di kilowattora di energia elettrica, e una previsione di raddoppio nei prossimi 15-20 anni, il nucleare può contribuire a soddisfare questa crescente domanda senza aumentare le emissioni inquinanti. Gli Small Modular Reactors, reattori avanzati con una capacità massima di 300 Megawatt elettrici, sono promettenti grazie alla loro flessibilità operativa, alla sicurezza migliorata e alla facilità di integrazione nel sistema energetico esistente.
Il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica ha sottolineato che il nucleare è una scelta strategica per l'Italia, in grado di garantire una fornitura energetica stabile e di ridurre l'esposizione del Paese alla volatilità dei mercati energetici internazionali. Gli SMR, in particolare, permetterebbero di costruire centrali nucleari più piccole e meno costose, e rendere più rapido e sostenibile il processo di transizione energetica.