Approda oggi, giovedì 4 dicembre, in CdM il Ddl delega sul Codice dell’edilizia e delle costruzioni per la definizione di una sanatoria per gli abusi edilizi storici più vecchi: cosa prevede e nuove semplificazioni possibili
Il panorama normativo relativo agli abusi edilizi storici vive un momento di forte trasformazione: il Consiglio dei Ministri approda oggi il disegno di legge delega per il nuovo Codice dell’edilizia e delle costruzioni. Il provvedimento si concentra su una questione annosa, ossia la regolarizzazione delle difformità edilizie antecedenti al primo settembre 1967, con uno sguardo innovativo su strumenti, finalità e semplificazione procedurale. Questo intervento normativo, largamente atteso dai professionisti e dai cittadini, rappresenta un passaggio decisivo nella gestione del patrimonio immobiliare nazionale.
L’arrivo del disegno di legge delega sul Codice dell’edilizia si inserisce in quadro di riforma organica volto a superare i limiti del Testo Unico Edilizia (DPR 380/2001), reso obsoleto dalla frammentazione normativa e dalla digitalizzazione crescente. Tra i fondamenti del nuovo provvedimento, si segnala la volontà di porre rimedio alle disparità locali mediante linee guida uniformi, rafforzando la collaborazione tra Governo, Regioni e autorità locali. Gli obiettivi dichiarati includono:
Uno dei cardini della riforma presentata riguarda la regolarizzazione degli abusi edilizi considerati “storici”, ossia quelli realizzati in epoca antecedente al 1967. La nuova disciplina introduce una corsia preferenziale per questi casi, riconoscendo le peculiarità di un patrimonio spesso privo di documentazione completa e promuovendo procedure meno gravose per cittadini e professionisti.
Le principali novità in tema di sanatoria dei vecchi abusi si concentrano sulla semplificazione documentale, sulla proporzionalità delle sanzioni (adeguandole alla gravità della difformità) e sull’introduzione di una disciplina uniforme per rendere la normativa accessibile e chiara su tutto il territorio nazionale. La sanatoria di questi immobili non mira solo al recupero del patrimonio, ma a renderlo compatibile con le esigenze del mercato attuale, favorendo l'accesso a incentivi fiscali e la commerciabilità.
La disciplina della doppia conformità, finora prevista come requisito essenziale per accedere alla sanatoria, imponeva la necessità di dimostrare che il manufatto fosse conforme sia alla normativa vigente al tempo della sua realizzazione sia a quella attuale, al momento della richiesta. Questo vincolo, in molti casi, precludeva la possibilità di regolarizzare immobili realizzati decenni fa, per i quali la documentazione disponibile è minima, se non del tutto assente.
Il nuovo provvedimento, in linea con le più recenti riforme di settore, abolisce la doppia conformità per gli abusi storici (pre-1967), riconoscendo la difficoltà oggettiva di risalire a normative ormai superate e a strumenti urbanistici d’epoca. Questo elemento rappresenta un passaggio evolutivo di rilievo: le istanze di sanatoria potranno essere valutate sulla base della conformità attuale e di criteri più flessibili, promuovendo una maggiore accessibilità alle procedure e sbloccando la regolarizzazione di numerose posizioni immobiliari.
L’assenza di titoli edilizi originari o di documentazione storica integra la necessità di fonti alternative di prova per gli immobili anteriori alla data spartiacque del 1° settembre 1967. In tale ottica, la normativa aggiornata proporrà criteri pragmatici e open data, valorizzando documentazione catastale, fotografie d’epoca, atti notarili o dichiarazioni sostitutive. Nel dettaglio:
Il tema delle tolleranze edilizie riceve un forte impulso innovativo con la revisione delle regole introdotta dalla nuova disciplina. Grazie al quadro delineato dal "Salva Casa", le piccole difformità o irregolarità di minima entità non compromettono più la legittimità sostanziale degli immobili.
Le principali tipologie sono: