Quando si può tornare a lavorare dopo essere andati in pensione anticipata e quali sono le regole e i limiti previsti: i chiarimenti
Si può continuare a lavorare dopo la pensione anche si è usciti anticipatamente? Sono sempre i più i pensionati che scelgono di andare in pensione anticipata ma, una volta a riposo, vorrebbero tornare a lavorare.
C’è chi lo fa per necessità e chi perché non riesce, semplicemente, a stare senza far nulla dopo un’intera vita di lavoro, impegno e sacrificio. Ci si chiede, però, se sia possibile lavorare se si è andati in pensione anticipata e quali eventuali regole bisogna rispettare.
Stando a quanto previsto dalla normativa vigente, infatti, la pensione è cumulabile con i redditi da lavoro, sia da dipendente che da autonomo e di collaborazione.
Sono, però, previsti dei limiti da rispettare alla cumulabilità di pensione e reddito da lavoro e che variano a seconda del tipo di pensione che percepisce.
Chi è andato in pensione con le cosiddette quote, cioè quota 100, 102 e 103, può tornare a lavorare e cumulare il proprio trattamento pensionistico con i redditi di lavoro ma solo entro la soglia dei 5mila euro lordi annui.
Chi va in pensione anticipata con le quote ha, inoltre, l’obbligo di comunicare ogni all’Inps l’importo dei redditi percepiti e, se si supera limite previsto, la pensione in pagamento viene sospesa ma non revocata.
Il limite al cumulo della pensione con i redditi da lavoro termina quando si raggiungono i normali requisiti per la pensione di vecchiaia, vale a dire 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi.
Passando alle lavoratrici che sono andate in pensione anticipata con l’opzione donna, possono, per legge, interamente cumulare l’assegno mensile percepito con qualsiasi attività di lavoro che venga intrapresa successivamente alla sua erogazione.
Discorso diverso è, invece, previsto per l’ape sociale, la cui normativa relativa al cumulo di pensione e reddito da lavoro ha subito diverse modifiche.
Per chi è andato in pensione con l'ape sociale fino al 2023, era prevista la possibilità di lavorare e cumulare la pensione con un reddito fissato, però, a 8mila euro annui nel caso di lavoro dipendente e a 4.800 euro per lavoro autonomo.
Superando questi limiti, la prestazione non solo decadeva, ma era previsto anche il recupero dell’indennità percepita nell’intero anno solare in cui il limite era stato superato.
Nel 2024 la normativa è stata modificata dalla Legge di Bilancio ed è stata prevista l’incumulabilità dei redditi da lavoro con quelli dell’indennità.
Ciò significa che se si va in pensione anticipata con l’ape sociale non è possibile lavorare, né come dipendente né come autonomo.
L’unica eccezione è rappresentata dal lavoro autonomo occasionale: in tal caso si può lavorare ma i redditi da lavoro non devono superare i 5mila euro annui.