Quando e quali arretrati di nuovi bonus o di importi maggiorati di quelli già percepiti si potrebbero avere con l’aggiornamento dell’Isee senza Titoli di Stato
Dopo il rinnovo dell’Isee senza Btp e Buoni fruttiferi postali spettano gli arretrati dei nuovi bonus o degli importi maggiorati? I Titoli di Stato, come i Btp, i Buoni fruttiferi e libretti postali, sono finalmente esclusi dal calcolo dell'Isee per un valore fino a 50mila euro e per molti questa novità si traduce in un abbassamento del valore dell’Indicatore.
Tale modifica implica, a sua volta, la possibilità per molti di avere importi maggiorati di bonus già percepiti e per altri di avere accesso a bonus o altre agevolazioni di cui prima non aveva diritto. Ma facciamo chiarezza di seguito sugli arretrati che si potrebbero anche ottenere.
Si tratta di una domanda che ad oggi non ha una risposta certa e concreta chiarita da apposito provvedimento o circolare ma che, al contrario, solleva ulteriori dubbi e domande.
Considerando la legge che cancella i Titoli di Stato e i prodotti postali elencati dal calcolo dell’Isee è stata in realtà approvata con la Manovra Finanziaria, c’è infatti chi si chiede se ci saranno arretrati dall'anno scorso, e in tal caso si tratta di una ipotesi molto improbabile considerando che i costi che implicherebbe riconoscere i bonus da un anno prima sarebbero decisamente elevati.
C’è poi chi si chiede se si potranno ottenere gli arretrati delle maggiorazioni spettanti o dei nuovi bonus da gennaio, cioè dal momento della firma ufficiale del Dcpm, o se, considerando che l’Isee si può rifare da questo mese di aprile per cui le prime nuove prestazioni si avranno probabilmente da maggio o anche da giugno, si avranno gli arretrati calcolati comunque da aprile, cioè da quando viene effettivamente aggiornato l’Isee.
L’ipotesi più probabile al momento è che, una volta aggiornato l’Isee ad aprile, pur se già rifatto a inizio anno, i nuovi bonus o gli importi maggiorati di quelli già percepiti possano essere riconosciuti già dal mese di maggio, al massimo di giugno, con gli arretrati da aprile, non di più.
Ma proprio per questo, potrebbero scattare molti ricorsi: trattandosi di una legge approvata in diversi tempi, molti contribuenti potrebbero pretendere gli arretrati sin da momento della sua approvazione o quanto meno da inizio anno, quando è stato approvato il relativo Dpcm ufficiale.
Se davvero tali ricorsi venissero presentati e il governo non dovesse darvi seguito, si potrebbe arrivare anche all’organizzazione di class action per recuperare i dovuti arretrati.