La discussione sulla Manovra Finanziaria 2026 ha portato all’attenzione parlamentare una vasta serie di emendamenti che mirano, in modo particolare, ad alleggerire il peso delle imposte per specifiche categorie di contribuenti. In questa fase, la riduzione delle tasse appare come un tema trasversale che coinvolge sia maggioranza che opposizione, con una speciale attenzione rivolta ai più giovani.
Proposte di flat tax, sconti progressivi sull’IRPEF e agevolazioni alle assunzioni si affiancano a misure per incentivare la natalità, il lavoro femminile e la stabilità contrattuale. Il quadro che emerge è quello di un mosaico articolato di interventi, la cui effettiva adozione dipenderà dalla disponibilità delle risorse e dalla capacità di mediazione tra le diverse forze politiche.
Le flat tax al 5% per giovani under 30: chi ne beneficia e come funziona
Tra le misure più dibattute, la proposta della flat tax al 5% dedicata agli under 30 risalta per la sua portata innovativa nel panorama fiscale nazionale. L’idea punta a sostituire la normale aliquota dell’IRPEF per i giovani appena inseriti nel mercato del lavoro con una tassazione piatta estremamente favorevole per un periodo temporaneo.
A presentare l’emendamento sono state alcune figure di rilievo dell’attuale maggioranza, con l’obiettivo dichiarato di favorire il primo impiego stabile e rendere più appetibile la contrattualizzazione a tempo indeterminato. I criteri della proposta sono i seguenti:
- Destinatari: L’opzione è riservata a chi, non avendo ancora compiuto trent’anni, viene assunto con un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti.
- Modalità di applicazione: Per cinque anni dalla data di assunzione, la tassazione su redditi fino a 40.000 euro lordi annuali verrebbe fissata al 5%.
- Oltre questa soglia, tornerebbe ad applicarsi il regime ordinario dell’IRPEF, senza perdita dei benefici maturati fino a quel punto.
La proposta ha riscosso particolare interesse anche per il suo possibile coinvolgimento del cosiddetto rientro dei cervelli.
Per i giovani che rientrano dall’estero, il limite di età per accedere potrebbe essere innalzato fino ai 36 anni, favorendo così l’attrattività del mercato del lavoro nazionale. Dal lato datoriale, la flat tax si affianca a precise forme di decontribuzione e incentivi sull’assunzione dei giovani.
Le simulazioni presentate dagli esperti di settore indicano che la flat tax rappresenterebbe un vantaggio economico significativo per chi muove i primi passi nel mondo occupazionale. Questa agevolazione, seppur a fronte di una spesa stimata intorno ai 200 milioni, è percepita come la proposta più realistica per entrare effettivamente nella Manovra.
Sconti e azzeramento IRPEF: le proposte per le fasce di reddito più giovani e più basse
Al di là della flat tax, sono numerose le modifiche volte a rimodellare l’IRPEF secondo parametri anagrafici e reddituali, mirando ad alleggerire il carico fiscale per giovani e soggetti con minori disponibilità economiche.
Una delle principali proposte di modifica in Manovra 2026, seguita da un ampio fronte parlamentare, prevede la totale esenzione dall’IRPEF per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 20.000 euro e meno di 35 anni, per un periodo massimo di cinque anni. Questa soluzione determinerebbe un risparmio considerevole, soprattutto in fase di primo impiego, con potenziali effetti positivi sulla capacità di spesa e sull’autonomia delle nuove generazioni.
Un altro filone vede protagoniste le aliquote ridotte e progressive in base all’età, con percentuali di sconto sull’IRPEF che decrescono mano a mano che cresce l’età del contribuente. Recenti emendamenti segnalati propongono questa struttura:
- Riduzione del 50% sotto i 25 anni;
- sconto del 33% per chi ha tra 25 e 30 anni;
- riduzione del 15% dai 31 ai 40 anni.
Questi interventi mirano a rafforzare la progressività dell’imposta tenendo conto dell’anagrafe e valorizzando l’investimento sulle giovani risorse. Le soluzioni ipotizzate si accompagnano a una revisione delle detrazioni e alla possibilità di cumulabilità in presenza di altri sostegni.
Il periodo di sperimentazione e i requisiti: limiti temporali, contrattuali e di reddito
L’attuazione delle nuove misure avverrebbe attraverso un periodo di sperimentazione ben definito. La proposta della flat tax al 5% prevede una fase sperimentale dal 1° gennaio 2026 al 31 dicembre 2027, periodo durante il quale le regole di accesso rimarrebbero stringenti al fine di testare l’impatto reale delle agevolazioni sul mercato del lavoro e sui conti pubblici:
- Durata agevolazione: Il regime di vantaggio potrà essere fruito, per ciascun beneficiario, fino a cinque anni;
- Limite di età: L’accesso è destinato esclusivamente agli under 30 assunti con contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti;
- Soglia reddituale: Il tetto massimo di reddito lordo annuo che consente di restare nel perimetro dell’agevolazione è di 40.000 euro;
- Rientro dei cervelli: Per chi torna dall’estero, l’agevolazione potrebbe estendersi fino ai 36 anni.
Per le altre misure di sconto o esenzione IRPEF, i paletti sono altrettanto dettagliati: l’esonero compete solo ai lavoratori dipendenti fino a 35 anni, e la no tax area rafforzata avrebbe durata limitata (tre anni) e riguarderebbe soprattutto redditi bassi, escludendo autonomi e professionisti. Tali limiti sono pensati per evitare effetti distorsivi e concentrare le risorse dove siano ritenute davvero utili alla coesione sociale ed economica.
La maxi deduzione del 40% per le assunzioni: incentivi alle imprese e impatto atteso
Tra le leve pensate per sostenere l’occupazione stabile, spicca la maxi deduzione del 40% dei costi sostenuti dalle imprese per nuove assunzioni di giovani lavoratori. Si tratta di un’agevolazione mirata che, nel contesto di riforma fiscale, vorrebbe rendere meno oneroso per le aziende integrare personale giovane a tempo indeterminato.
- Maggiorazione ad hoc: La deduzione ordinaria sui nuovi assunti viene aumentata del 40% se l’inserimento riguarda lavoratori under 30 beneficiari della flat tax.
- In caso di interruzione del rapporto di lavoro entro ventiquattro mesi, il datore di lavoro deve corrispondere tre mensilità aggiuntive a titolo di penale, creando così un forte incentivo all’occupazione stabile.
Questa misura si inserisce nell’ampio capitolo delle politiche attive per l’occupazione e nella strategia di contrasto al precariato, combinando incentivi fiscali alle imprese e tutela per i giovani lavoratori. I dati stimati indicano come il beneficio per le imprese sarebbe particolarmente elevato per le piccole e medie realtà che puntano su un ricambio generazionale e su modelli di crescita sostenibile, con effetti attesi anche sulla produttività complessiva del sistema economico.
Le altre proposte per pagare meno imposte: no tax area, start tax giovani e decontribuzione per le madri
Il pacchetto di emendamenti presentati comprende anche un ventaglio di misure complementari al fine di rendere più equo il sistema tributario:
- Estensione della no tax area: Un’iniziativa trasversale punta a innalzare la soglia di esenzione IRPEF dagli attuali 8.500 euro a 15.000 euro per lavoratori dipendenti e pensionati, rendendo la tassazione più progressiva e alleggerendo la pressione su chi ha minori risorse.
- Start tax giovani: Prevista da alcune forze di opposizione, consiste in aliquote agevolate crescenti con l’età fino ai 40 anni e incentivi per l’imprenditoria giovanile, ispirandosi a modelli già testati in altri paesi UE.
- Decontribuzione per le madri: Proposta apprezzata su vari fronti che comporta la riduzione o l’azzeramento dei contributi previdenziali per lavoratrici madri con reddito annuo entro i 40.000 euro, sia dipendenti sia autonome, senza penalizzazione futura sui diritti pensionistici.
Accanto a queste proposte fiscali, emerge anche la previsione di detrazioni rafforzate per i libri scolastici, incentivi sui contratti di locazione a lungo termine (cedolare secca agevolata), e misure innovative come il fondo di previdenza integrativa per ogni nuovo nato.
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