Importanti modifiche Tfr per tutti e chi e come potrà avere tra statali anticipo mentre si lavora

di Marianna Quatraro pubblicato il
Importanti modifiche Tfr per tutti e chi

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Cosa è cambiato e cosa potrebbe ancora cambiare per pagamenti Tfs agli statali con ultime novità in discussione: ecco cosa prevedono e per chi

Chi e come potrà richiedere anticipo Tfs statali mentre si lavora ancora e quali sono le altre modifiche importanti su Tfr? Cambiano le regole di liquidazione dei Tfs, trattamenti di fine servizio, per i dipendenti statali, per cui diventa spesso un calvario riuscire ad ottenere il proprio Tfs con tempi di pagamento lunghi anni, a differenza di quanto previsto per i dipendenti privati che massimo entro 45 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro ricevono il pagamento di quanto maturato fino ad allora di Tfs. 

E importanti novità riguardano anche i paggamenti del Tfr ai dipendenti privati. Vediamo cosa è cambiato e coda potrebbe ancora cambiare.

  • Chi e come potrà richiedere anticipo Tfs statali mentre si lavora ancora 
  • Importanti modifiche Tfr già al via 

Chi e come potrà richiedere anticipo Tfs statali mentre si lavora ancora 

Un nuovo emendamento da inserire nel decreto Crediti fiscali propone una novità relativamente ai pagamenti dei Tfs. Potrebbe, infatti, diventare possibile avere in anticipo una parte del proprio Tfs, trattamento di fine servizio, per gli statali esattamente come accade per il Tfr ai dipendenti privati: quest’ultimi possono, infatti, richiedere parte del proprio trattamento quando sono ancora in servizio. Le ultime notizie confermano che anche i dipendenti statali potranno avere la possibilità di chiedere un anticipo del Trattamento di fine servizio.

Stando a quanto stimato, la possibilità di avere un anticipo anche del Tfs in costanza di lavoro potrebbe interessare circa tre milioni di dipendenti pubblici assunti prima del 2001 che potranno ottenere un prestito in banca con il Tfs a garanzia, per poi rimborsarlo quando si riceve la liquidazione totale del trattamento. 

Una volta pagato il Tfs finale, viene trattenuto l’importo anticipato con il prestito con gli interessi versati alla banca. Si tratterebbe di una misura che permetterebbe ai lavoratori pubblici di avere, in caso di necessità, i propri soldi, quindi disporre di maggiore liquidità, e alle banche di avere la certezza di rimborso del prestito, considerando che un Tfs deve per legge sempre essere erogato ai lavoratori al momento della cessazione del proprio rapporto di lavoro. 

Bisognerà capire come sarà eventualmente organizzato il piano di riconoscimento soldi, rimborso e tassi da applicare.

L'anticipo del Tfr per gli statali potrebbe essere probabilmente richiesto per gli stessi motivi dei privati, vale a dire per spese mediche importanti, o per acquisto prima casa o ristrutturazione di una casa per sè o per il proprio figlio, o per ulteriori motivi personali.

E probabilmente anche in tal caso potrebbero cambiare le percentuali di anticipo del Tfr da concedere a chi ne fa richiesta da calcolare sull'importo del trattamento maturato fino al momento della domanda di anticipo. 

Ricordiamo che le percentuali per il calcolo dell’anticipo del Tfr per i privati sono le seguenti:

  • 70% dell’importo maturato di Tfr per spese mediche importanti, come spese dentistiche e odontoiatriche, spese sanitarie, per sé o propri familiari, per terapie, spese per interventi straordinari riconosciuti dalle competenti Asl;
  • 70% dell’importo maturato di Tfr per acquisto prima casa per sé o per i figli;
  • 30% dell’importo maturato di Tfr per ulteriori motivi personali.

Ulteriori novità si attendono dalla nuova sentenza in programma il prossimo maggio della Corte Costituzionale, che si prepara ad esprimersi sulla legittimità del pagamento differito del Tfr e del Tfs agli statali, per cui oggi si sfiorano i cinque anni per riuscire ad ottenere i dovuti pagamenti.

Stando alle prime anticipazioni che trapelano, la Corte Costituzionale dovrebbe esprimere l’illegittimità dei pagamenti in tempi così lunghi, perché i tempi di pagamento del Tfs agli statali sono davvero troppo lunghi, il che significherà che lo Stato dovrà prepararsi a trovare 9 miliardi di euro per pagare i Tfs-Tfr attesi da tempo. E forse sarà l’ennesimo passo per pagare in tempi sempre più rapidi i trattamenti di fine rapporto dei dipendenti.

Importanti modifiche Tfr già al via (anche per dipendenti privati)

Nell’attesa di capire se effettivamente anche per i dipendenti pubblici sarà approvata la possibilità di avere il Tfs in anticipo, ci sono già importanti modifiche relative al Tfr al via già da quest’anno. Il Trattamento di fine rapporto per i dipendenti statali può essere liquidato anche dall’Inps per velocizzare i tempi di pagamento.

L’Inps ha, infatti, annunciato il via alla liquidazione di oltre 10mila pratiche di Tfs, trattamento di fine servizio, ai lavoratori dipendenti statali secondo un piano ben preciso, con tasso di interesse all’1%, a cui si aggiunge una ritenuta dello 0,5% per le spese di amministrazione.

Si parte con i pagamenti dei Tfr ai lavoratori della scuola (circa 2.302 pratiche di liquidazione del trattamento di fine rapporto di insegnanti e personale non docente), per poi proseguire con i pagamenti per i lavoratori della Pubblica amministrazione (che riguardano 5.126 pratiche), per poi proseguire con 534 pratiche di riscatto del Tfs-Tfr e 3.038 riliquidazioni, cioè ricalcoli delle buonuscite. 

Si tratta della possibilità di rendere più veloci i pagamenti dei Tfs ai lavoratori dipendenti pubblici che altrimenti, a differenza dei dipendenti privati, devono aspettare prima di ricevere la propria liquidazione di Tfs.

Sono, infatti, decisamente lunghi i tempi di attesa per il pagamento del Tfs agli statali in base al motivo di cessazione del rapporto di lavoro e sono in particolare i seguenti:

  • dopo 12 mesi per cessazione del rapporto di lavoro se raggiungimento dei requisiti, limiti di età o di servizio, per andare in pensione; 
  • dopo 24 mesi per cessazione del rapporto di lavoro se per dimissioni volontarie.

Inoltre, i tempi di liquidazione del Tfs agli statali cambiano anche in base all’importo maturato durante il rapporto di lavoro e che può essere suddiviso nei seguenti modi:

  • in un’unica soluzione se l’importo è pari o inferiore a 50mila euro; 
  • in due rate annuali se l’importo è compreso tra 50mila euro e inferiore 100mila euro e se l’importo lordo complessivo è superiore a 50.000 euro e inferiore a 100.000 euro la liquidazione del Tfs avviene in due rate, la prima pari a 50.000 euro e la seconda pari all’importo residuo; 
  • in tre rate annuali, se l’importo da liquidare è pari o superiore a 100mila euro.

Tra le importanti modifiche per Tfr per TUTTI (dipendenti privati compresi)  e Tfs per dipendenti c'è la nuova rivalutazione 2023 dei trattamenti, che saranno decisamente più alti e potrebbero ancora aumentare nel 2023.

L’inflazione che ha spinto al rialzo i tassi di rivalutazione delle prestazioni assistenziali e pensionistiche porta anche per il Tfr, che è soggetto a rivalutazione annua, per cui la rivalutazione per il 2022 è stata la più alta da tanto proprio per adeguamento all’andamento dell’inflazione.

L’Istat ha, infatti, ufficializzato il valore di riferimento per il calcolo dell'indice da usare per la rivalutazione 2022 del Tfr e che ammonta a 9,97%, sfiorando ben il 10% di rivalutazione e più alta ancora potrebbe essere la rivalutazione nel 2023.