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Di quanto aumenta pensione e TFR dopo rinnovo del CCNL Metalmeccanici e chi riceverà arretrati anche tra i già pensionati

di Marianna Quatraro pubblicato il
quanto aumenta pensione TFR dopo rinnovo

Aumenti e arretrati dovuti al rinnovo ufficiale del Ccnl Metalmeccanici 2025-2028 spettano anche a chi è andato in pensione nel periodo di attesa di rinnovo contrattuale già scaduto: ecco cosa cambia

Il nuovo contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici (CCNL) per il periodo 2025-2028, sottoscritto da Federmecanica-Assistal insieme ai principali sindacati di categoria, segna un punto di svolta per oltre un milione di lavoratori e pensionati del settore. L'intesa non solo incrementa i salari, ma amplia le tutele normative e rafforza elementi di welfare come flexible benefit, permessi retribuiti e contribuzione alla previdenza complementare. Le novità influenzano in modo diretto sia il trattamento di fine rapporto (TFR) sia l'importo della futura pensione, estendendo benefici anche a chi ha lasciato l’attività lavorativa nel periodo tra la scadenza e il rinnovo del contratto.

Gli aumenti previsti dal rinnovo del CCNL Metalmeccanici: importi, tempistiche e categorie interessate

Il rinnovo del CCNL Metalmeccanici introduce incrementi retributivi per il quadriennio 2025-2028 pari a 205,32 euro lordi mensili per un lavoratore medio inquadrato al livello C3 (ex 5° livello) distribuiti in diverse tranche:

  • Prima rata: 27,70 euro dal 1° giugno 2025 (già liquidata)
  • Seconda rata: 53,17 euro dal 1° giugno 2026
  • Terza rata: 59,58 euro dal 1° giugno 2027
  • Quarta rata: 64,87 euro dal 1° giugno 2028
Questi valori si riferiscono ai minimi retributivi contrattuali e variano a seconda dell'inquadramento, con tabelle specifiche per ciascun livello che saranno pubblicate dalle sigle sindacali e dalla Federazione di settore.

I flexible benefit passano da 200 a 250 euro annui, da erogare entro febbraio di ogni anno. A questi vanno aggiunti elementi "una tantum" per chi non ha ricevuto premi tramite la contrattazione aziendale di secondo livello. Inoltre, il rinnovo stabilisce:

  • Incremento della contribuzione aziendale alla previdenza complementare dal 2% al 2,3% per chi aderisce ai fondi negoziali
  • Maggiori tutele per soggetti fragili e nuove misure su turnistica, formazione, permessi e sicurezza
Gli aumenti spettano a tutti i lavoratori in forza nelle aziende che applicano il CCNL Metalmeccanici, indipendentemente dalla natura del rapporto (tempo indeterminato, determinato, somministrato o staff leasing), e vengono erogati in automatico in busta paga. 

Per i lavoratori cessati tra il 2024 (anno di scadenza del precedente contratto) e la data di rinnovo, sono previsti arretrati proporzionali al servizio svolto, così come per chi è andato in pensione nel 2025 e ha diritto agli incrementi durante il periodo di validità retroattiva del CCNL. Tali disposizioni si riflettono direttamente sulle componenti di TFR e contribuzione utile per la pensione.

Effetti degli aumenti su TFR e pensione: come vengono calcolati gli incrementi

L’impatto economico delle nuove retribuzioni si riflette su diverse voci del rapporto di lavoro, con effetti sia immediati sia differiti. Per quanto riguarda il trattamento di fine rapporto (TFR), il calcolo si basa sull'importo della retribuzione annua rivalutata: ogni incremento retributivo, anche se percepito come arretrato, incrementa la quota di TFR accantonata e maturata per ciascun anno di prestazione lavorativa.

Nel dettaglio:

  • Il TFR è pari, ogni anno, al 6,91% della retribuzione utile (comprendente salari, superminimi e altri elementi contrattuali ricorrenti, incluse le nuove quote previste dal rinnovo)
  • Gli arretrati vanno inclusi nella retribuzione complessiva utile ai fini TFR nel periodo in cui sono riferiti
  • Le aziende devono versare gli incrementi anche ai lavoratori cessati che ne avevano maturato il diritto prima della liquidazione del rapporto
Per la pensione, i meccanismi variano in funzione dell’anzianità contributiva e delle regole del sistema retributivo o contributivo:
  • Per chi ha anzianità nel sistema retributivo: gli aumenti della retribuzione, comprese le somme arretrate attribuibili a periodi anteriori alla quiescenza, si riflettono sull’ultimo stipendio utile che orienta la quota retributiva della pensione INPS;
  • Per il sistema contributivo: ogni aumento comporta il versamento di maggiori contributi individuali e datoriali sul montante contributivo, facendo crescere l’importo dell’assegno pensionistico futuro;
  • La previdenza complementare – soprattutto per chi aderisce a fondi come "Previdenza Cooperativa" – vede aumentare la quota a carico dell’azienda in parallelo agli incrementi salariali previsti dal CCRL.
Gli effetti degli aumenti su TFR e pensione si applicano anche in forma retroattiva, nei limiti in cui il lavoratore risulti in forza nel periodo oggetto di riallineamento o abbia maturato il diritto all’assegno anche se già in pensione.

Arretrati e riconoscimento degli aumenti a chi è già andato in pensione: regole e casi pratici

Un aspetto fondamentale del rinnovo è il trattamento degli arretrati, in particolare per coloro che sono andati in pensione dopo la scadenza del vecchio contratto e prima del nuovo accordo. La normativa e la prassi consolidata prevedono che anche i lavoratori che hanno terminato il rapporto nel periodo di vacanza contrattuale abbiano diritto agli adeguamenti salariali per il tempo effettivamente lavorato dopo la scadenza del CCNL precedente.

Vediamo alcuni casi pratici:

  • Un dipendente cessato il 31 agosto 2025, dopo la scadenza a giugno 2024 e prima della firma del rinnovo, ha diritto agli importi arretrati riferiti a tutti i mesi successivi alla scadenza e fino al termine del rapporto
  • Se la pensione è stata liquidata nel 2025, vengono riconosciuti arretrati sia sullo stipendio sia sulla quota parte di TFR riferiti alle annualità 2024 e 2025, fino al mese di cessazione. Gli importi hanno effetti anche sulla base di calcolo della pensione
  • Per i lavoratori che hanno beneficiato nel 2024 di superminimi assorbibili o elementi retributivi individuali superiori agli aumenti contrattuali, l’azienda effettua un conguaglio: se la somma già liquidata supera o assorbe gli arretrati, non sono dovuti ulteriori pagamenti
Gli arretrati sono soggetti alle normali trattenute previdenziali e fiscali: le aziende provvedono al calcolo e alla liquidazione secondo i criteri stabiliti dall’accordo nazionale e dalla normativa vigente, osservando scadenze precise fissate con apposita comunicazione.

Come ottenere gli arretrati: procedure, esempio di calcolo e tempistiche di liquidazione

L’erogazione degli arretrati per effetto del rinnovo CCNL avviene in modo automatico per i dipendenti ancora in servizio: gli importi vengono inseriti nella prima busta paga utile dopo la pubblicazione delle tabelle retributive definitive e la loro comunicazione alle aziende:

  • I lavoratori cessati o pensionati nel periodo 2024-2025 devono ricevere comunicazione formale dalla precedente azienda: le imprese sono infatti tenute a inviare una certificazione del calcolo e a liquidare gli importi spettanti, inclusi i riflessi su TFR e ferie non godute
  • Il termine per il pagamento di arretrati e relativi adeguamenti al TFR è di norma fissato entro 30 o 60 giorni dalla pubblicazione delle nuove tabelle — salvo accordi aziendali o tempistiche diverse previste dal contratto
Esempio pratico di calcolo degli arretrati:
Mese di cessazione rapporto 31 agosto 2025
Mensilità di arretrati spettanti (2025) 8
Aumento mensile medio (C3) 27,70 euro da giugno 2025
Arretrati (giugno-agosto) 27,70 x 3 = 83,10 euro
Effetti su TFR maturato Incluso il nuovo livello retributivo per ogni mese interessato

Se il lavoratore ha optato per il versamento del TFR alla previdenza complementare, l’azienda dovrà effettuare un aggiornamento delle quote su base retroattiva e versare la maggiorazione al fondo pensione prescelto.

In caso di mancato pagamento, il lavoratore o pensionato può procedere con richiesta formale all’azienda, eventualmente assistita dai sindacati di categoria, e ricorrere, se necessario, agli organi di controllo competenti.

 



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