Come potrebbero cambiare Tfr e Tfs nel 2023 tra modifiche già attuale e ulteriori novità: cosa aspettarsi e chiarimenti
Quali sono le modifiche già avvenute, riforme attese, problemi ed elementi positivi per Tfr e Tfs? Il Tfr, Trattamento di fine rapporto, o Tfs, Trattamento di fine servizio, è una quota di denaro spettante, rispettivamente, a lavoratori del settore privato e pubblico che viene accumulata ogni anno di lavoro svolto e liquidata solo al momento della cessazione del rapporto di lavoro, per qualsiasi motivo avvenga, per dimissioni, licenziamento o raggiungimento dei requisiti pensionistici.
E’ stata, infatti, definita la nuova possibilità di gestione delle pratiche di liquidazione di Tfr/Tfs da parte dell’Inps. Stando, infatti, a quanto reso noto recentemente, l’Inps si starebbe preparando a liquidare oltre 10mila pratiche per Tfr-Tfs, trattamento di fine servizio, ai lavoratori dipendenti statali .
Per velocizzare i pagamenti del Tfs agli statali dopo la firma del nuovo decreto, l’Inps partirà con le liquidazioni dei pagamenti per i lavoratori della scuola (che riguardano 2.302 pratiche di liquidazione del trattamento di fine rapporto di insegnanti e personale non docente), per poi proseguire prima con i pagamenti per i lavoratori della Pubblica amministrazione (che riguardano 5.126 pratiche) e poi con le 534 pratiche di riscatto del Tfs-Tfr e 3.038 riliquidazioni, cioè ricalcoli delle buonuscite.
Per quanto riguarda l’accordo nuovamente raggiunto per l’anticipo del Tfs a tasso agevolato, è stato rinnovato con nuovo decreto per altri due anni e permette di ricevere il proprio Tfs in tempi relativamente ridotti rispetto a quelli vigenti.
Le leggi in vigore prevedono, infatti, tempi differenti di pagamento del Tfs agli statali in base al motivo di cessazione del rapporto di lavoro e sono:
Le ulteriori novità per Tfr/Tfs riguardano possibili riforma attese per il prossimo anno 2023. In particolare, secondo quanto riportano le ultime notizie, le riforme potrebbero interessare la destinazione agevolata del Tfr, con possibilità di destinare il Trattamento di fine rapporto ai fondi complementari e ottenere agevolazioni fiscali.
L’idea su cui si starebbe lavorando è quella di alleggerire la tassazione sui fondi pensione permettere di destinare il Tfr alle forme integrative anche con silenzio-assenso
I lunghi tempi di attesa per avere il Tfs non sono gli unici problemi ancora esistenti per chi ha diritto ad avere la liquidazione del Tfr. Le ultime notizie confermano, infatti, che per i lavoratori statali che chiedono il Tfs anticipato presso una banca convenzionata entro i 45mila euro e con tasso agevolato, i tassi di interessi da pagare effettivamente il prossimo anno saranno più alti, fino a 1.300 euro di interessi, a causa dell’aumento del rendistato che sulle scadenze brevi (un anno) ha superato la soglia del 2,5% e sulle lunghe oltre il 3%, a cui aggiungere ancora lo spread dello 0,4%.
Di contro, però, come elemento positivo, c’è che la rivalutazione del Tfr nel 2023 sarà molto alta, più dei fondi pensione. Ogni anno, infatti, il Tfr accantonato viene rivalutato sulla base dell’inflazione annua del mese di dicembre (o del mese in cui avviene la cessazione del rapporto di lavoro) e si moltiplica per il fattore 0,75 e al risultato bisogna aggiungere l’1,5%.
Dunque,, la rivalutazione del Tfr è pari al 75% del tasso d’inflazione più una componente fissa dell’1,5%, il che significa che per il prossimo anno. Se entro la fine dell’anno l’indice dei prezzi dovesse essere rimanere uguale a quello del mese di novembre, sarebbe del 10,9%, per una rivalutazione totale di circa il 9,7% (75% di 10,9%+1,5%).