Tfr e Tfs anticipo, Aprile e Maggio 2 mesi molto importanti per modifiche regole per tutti

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Cosa si prepara a cambiare per Tfr e Tfs nei prossimi mesi: le due più importanti attese per aprile e maggio, cosa prevedono e per chi

Quali sono le importanti possibili modifiche per tutit per Tfr e Tfs anticipo attese per aprile e maggio? Il Tfr o Tfs, Trattamento di Fine Rapporto, rappresenta una parte di stipendio che ogni datore di lavoro mette da parte ogni mese e che può essere tenuta in azienda, e rivalutata ogni anno dell’1,5% (quota fissa) più il 75% dell’inflazione (quota variabile), o può essere versata in un fondo pensione, con la rivalutazione legata all’andamento della gestione finanziaria del fondo.

Il Tfr che si accumula in azienda viene liquidazione alla cessazione di ogni rapporto di lavoro, mentre il Tfr versato in un fondo pensione viene accumulato nella posizione individuale aperta presso il fondo e liquidato quando si chiede la pensione complementare che integra la pensione pubblica o una delle prestazioni esigibili prima del pensionamento, per esempio per riscatto, anticipazione o trasferimento.

Chi inizia a lavorare ha sei mesi di tempo per decidere se versare il Tfr in azienda o alla previdenza complementare e se entro questi sei mesi non effettua alcuna scelta, il Tfr, per il meccanismo del silenzio-assenso, viene automaticamente versato nel fondo pensione di riferimento per il suo settore di attività.

  • Quali sono le modifiche attese per Tfr-Tfs e anticipo ad aprile
  • Le importanti modifiche per Tfr e Tfs attese a maggio

Quali sono le modifiche attese per Tfr-Tfs e anticipo ad aprile

Le prime importanti modifiche attese per Tfr e Tfs sono per il mese di aprile, quando dovrebbe essere presentato, come annunciato, il nuovo decreto Lavoro che dovrebbe prevedere una serie di novità per la tassazione del Tfr, soprattutto in riferimento all’accantonamento del Tfr in fondi pensioni.

Per dare sostengono alla previdenza complementare e sostenere la scelta dei fondi pensioni in cui accantonare il Tfr, si pensa, infatti, a rendere più agevoli le tasse sul Trattamento in modo da portare sempre più lavoratori ad optare per accumulare il Tfr in fondi pensioni. 

L’intenzione del governo sarebbe quella di potenziare la previdenza complementare attraverso un nuovo periodo generalizzato di silenzio assenso, che preveda l’accumulo dei Tfr nei fondi pensione dei flussi, a meno che non vi sia esplicito dissenso dei singoli lavoratori. E si tratta di una novità che potrebbe interessare tanto i lavoratori dipendenti privati quanto i lavoratori pubblici. 

La nuova riforma del Lavoro per Tfr e Tfs potrebbe prevedere novità anche per l’anticipo del Trattamento per i lavoratori statali oggi possibile per i dipendenti privati.

Anche i lavoratori dipendenti statali potrebbero avere la possibilità di chiedere in anticipo una parte del proprio Tfs, trattamento di fine servizio, come accade per il Tfr ai dipendenti privati: quest’ultimi possono, infatti, richiedere parte del proprio trattamento quando sono ancora in servizio a condizione di aver maturato presso la stessa azienda almeno 8 anni di anzianità lavorativa.

I dipendenti pubblici potrebbero così ottenere un prestito in banca con il Tfs a garanzia, per poi rimborsarlo quando si riceve la liquidazione totale del trattamento. Una volta pagato il Tfs finale, viene trattenuto l’importo anticipato con il prestito con gli interessi versati alla banca e sarebbe una misura che permetterebbe ai lavoratori pubblici di avere, in caso di necessità, i propri soldi, quindi disporre di maggiore liquidità, e alle banche di avere la certezza di rimborso del prestito, considerando che un Tfs deve per legge sempre essere erogato ai lavoratori al momento della cessazione del proprio rapporto di lavoro. 

Bisognerà capire come sarà eventualmente organizzato il piano di riconoscimento soldi, rimborso e tassi da applicare.

Le importanti modifiche per Tfr e Tfs attese a maggio

Importanti modifiche per Tfr-Tfs sono attese anche per il mese di maggio quando la Corte Costituzionale (esattamente il 10 maggio) dovrebbe pronunciarsi con una nuova sentenza molto attesa sulla legittimità del pagamento differito del Tfr e del Tfs agli statali, per cui oggi si arriva ad attendere anche fino cinque anni per avere la dovuta liquidazione.
 
Teoricamente, stando alle aspettative, la Corte Costituzionale dovrebbe esprimersi sostenendo l’illegittimità dei pagamenti in tempi così lunghi, il che dovrebbe tradursi in una netta riduzione dei tempi di pagamento del Tfs agli statali.

La nuova sentenza della Corte Costituzionale si è resa necessaria dopo nuovi ricorsi presentati, soprattutto alla luce di un’inflazione a due cifre che implica, per ogni anno di ritardo di liquidazione del Trattamento, una svalutazione del pagamento per i dipendenti pubblici.

I tempi di pagamento del Tfs agli statali sono molto più lunghi rispetto ai tempi di liquidazione del Tfr ai dipendenti pubblici (che avviene massimo in 45 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro) e cambiano anche in base al motivo di cessazione del rapporto di lavoro.

I tempi di pagamento del Tfs agli statali sono generalmente di:

  • 12 mesi per cessazione del rapporto di lavoro se raggiungimento dei requisiti, limiti di età o di servizio, per andare in pensione; 
  • 24 mesi per cessazione del rapporto di lavoro se per dimissioni volontarie.
Tuttavia tali tempi cambiano ancora in base all’importo di Tfr da liquidare, che avviene:
  • in un’unica soluzione se l’importo è pari o inferiore a 50mila euro; 
  • in due rate annuali se l’importo è compreso tra 50mila euro e inferiore 100mila euro e se l’importo lordo complessivo è superiore a 50.000 euro e inferiore a 100.000 euro la liquidazione del Tfs avviene in due rate, la prima pari a 50.000 euro e la seconda pari all’importo residuo; 
  • in tre rate annuali, se l’importo da liquidare è pari o superiore a 100mila euro.
Ciò significa che i 24 mesi di tempo massimo di liquidazione del Tfr possono allungarsi fino a 3 anni. 

Con la sentenza della Cassazione attesa per il mese di maggio si auspica di poter rivedere tali scadenze di pagamento rendendole decisamente più rapide, a prescindere dall’importo complessivo da liquidare.