Quali sono le nuove sanatorie possibili grazie al Salva Casa, cosa interessano e come si stanno muovendo gli enti locali per attuarle
Come gli enti locali stanno recependo le nuove norme del Salva Casa per gli sanare abusi nelle diverse regioni? Sono diverse le modifiche approvate dal Salva Casa per permettere ai cittadini di sanare le piccole difformità edilizie in maniera agevolata e più rapida rispetto al passato.
Si tratta, però, di agevolazioni su cui faticano ancora ad adeguarsi le Regioni, che devono prevedere specifiche applicazioni.
Precisiamo che le nuove percentuali di tolleranza costruttiva valgono solo per gli interventi realizzati entro il 24 maggio 2024. Ciò significa che per qualsiasi opera realizzata dopo tale data, le novità non sono valide.
In tal senso le diverse regioni, come anche singoli Comuni, si stanno muovendo per definire le nuove regole di applicazione delle nuove tolleranze. Ma non solo.
Con il Salva Casa cambiano anche il requisito di applicazione della doppia conformità, le regole per il cambio della destinazione d’uso, nonché le regole per la sanatoria delle varianti degli immobili costruiti prima 1977, che ha stabilito che si possono sanare i lavori effettuati prima della Legge Bucalossi (30 gennaio 1977), che ha introdotto l’obbligo di avere un titolo edilizio per costruire.
Da Pescara, a Padova, a Prato, passando per i grandi Comuni di Milano, Roma e Torino, i diversi Comuni sono alla ricerca di soluzioni per l’attuazione corretta delle norme previste dal Salva Casa per la regolarizzazione dei piccoli abusi edilizi.
Alcuni Comuni stanno provvedendo alla definizione del modello per la dichiarazione di doppia conformità, a cura dei progettisti. E proprio sulla doppia conformità emergono ancora alcuni dubbi a livello locale.
La questione che ci si pone è dove collocare il regolamento edilizio, se nella disciplina urbanistica vigente al momento della domanda, o tra i requisiti previsti dalla disciplina edilizia vigenti all’epoca dell’abuso. Si tratta di un importante interrogativo perché prevede che il tempo della verifica del parametro, e quindi delle attestazioni, spetti ai tecnici.
Le linee guida del Ministero delle Infrastrutture prevedono che il regolamento rientri nella disciplina edilizia, ma molti lo contemplano in quella urbanistica.
Le regioni si muovono singolarmente e sono diverse quelle che hanno già recepito alcune norme del Decreto.
Per esempio, in Piemonte è stata approvata una legge che consente di recuperare i sottotetti, anche per limitare il consumo di suolo, a condizione che sia già esistente e legittimo alla data del 31 dicembre 2023, pur in assenza del via libera del piano regolatore vigente nel Comune di appartenenza.
Anche l’Umbria ha pubblicato una circolare ufficiale per chiarire l'applicazione sul territorio regionale delle nuove norme del Salva Casa. Ma restano ancora diversi dubbi.