Quali sono le maggiorazioni che spettano a chi percepisce la pensione di reversibilità per aumentarne il valore: i chiarimenti
Chi può avere maggiorazioni sulla pensione di reversibilità che percepisce? La legge vigente stabilisce che la pensione di reversibilità si riconosciuta a specifici parenti della persona defunta, a partire dal coniuge.
In presenza di coniuge superstite, infatti, è sempre lui il primo beneficiario della prestazione, sia che si tratti di coniugi legati da vincolo matrimoniale, sia che si tratti di una coppia unita civilmente, sia che si tratti di separati consensualmente, equiparati sotto ogni profilo al coniuge superstite (separato o non), e divorziati a condizione di percepire prima della scomparsa dell’ex coniuge orma l'assegno di mantenimento e non essersi risposato.
Il calcolo della pensione di reversibilità segue determinate regole ma l’importo può variare nel tempo in base a diversi fattori e criteri, a partire dalle maggiorazioni che si possono ottenere per tale prestazione. Vediamo quali sono nel dettaglio.
Si tratta della mensilità aggiuntiva di dicembre, corrisposta come gratifica natalizia, che spetta oltre che ai lavoratori dipendenti anche ai pensionati.
Il suo importo è pari circa alla mensilità di pensione di reversibilità che il coniuge superstite generalmente percepisce.
Chi percepisce la pensione di reversibilità può avere diritto anche alla maggiorazione della quattordicesima, se soddisfa specifiche condizioni. Non tutti i titolari di reversibilità possono, infatti, avere la mensilità aggiuntiva.
In particolare, la quattordicesima a chi prende la pensione di reversibilità spetta solo nel caso in cui il coniuge superstite abbia 64 anni di età e non abbia redditi personali superiori a 2 volte il trattamento minimo Inps.
I beneficiari della pensione di reversibilità che hanno diritto ad avere la quattordicesima non devono presentare alcuna domanda specifica perché la prestazione viene direttamente erogata dall’Inps in automatico.
Il coniuge superstite titolare della pensione di reversibilità ha diritto ad avere in aggiunta anche l’assegno di vedovanza.
Non tutti possono, però, averlo: spetta, infatti, solo a coloro che sono costretti a vivere in condizioni economiche difficili a seguito della scomparsa dell’altro coniuge e che risultino inabili al lavoro al 100%, o che siano titolari di accompagnamento, o della pensione di reversibilità.
Il pagamento dell’assegno di vedovanza avviene contestualmente alla rata di pensione di reversibilità e gli importi variano a seconda del reddito familiare: possono essere del massimo di 52,91 euro per chi ha un reddito da 0 fino a 28.659,42 euro e di 19,59 euro per i redditi da 28.659,42 euro a 32.148,88 euro.
Chi può avere la cifra massima di 52,91 euro mensili, arriva ad un aumento fino a 687,83 euro all’anno.
E’ possibile, inoltre, aumentare la pensione di reversibilità chiedendo l’integrazione al trattamento minimo, che spetta a condizione che il soggetto abbia specifici requisiti reddituali tali da non garantirgli una vita dignitosa.
Per il 2025 l'importo del trattamento minimo è di 603,40 euro.