Gli aumenti delle pensioni nel 2026 si attesteranno tra circa 12 e oltre 50 euro al mese: ecco come cambiano con la nuova rivalutazione secondo le prime stime del Def
Di quanto possono aumentare le pensioni nel 2026? Dopo la prima presentazione del Def (Documento di Economia e Finanza che anticipa le misure della prossima Manovra Finanziaria), si inizia a parlare di nuovi aumenti delle pensioni nel 2026 grazia al nuovo tasso di rivalutazione che il prossimo anno dovrebbe essere più alto di quello fissato per quest’anno 2025.
Dopo, infatti, le ‘grandi’ rivalutazioni all’8,1% del 2023 e al 5,4% del 2024, quest’anno la perequazione pensionistica si è attestata ad appena lo 0,8%, colpa, o merito, dell’inflazione che, dopo gli anni di crisi pandemica, è tornata decisamente a calare dopo aver raggiunto aumenti stellari. Vediamo allora quali sono le stime per il 2026.
Più precisamente, in base alle stime del Def, la variazione dell’indice dei prezzi al consumo per il 2025 sarà del 2,1%, rispetto all’1,1% del 2024 e al 5,9% del 2023, per cui l’indice di perequazione pensionistica, che solitamente è di poco più basso, dovrebbe esser compreso tra l’1,6% e l’1,8%.
Il nuovo tasso di applicherà agli importi di pensione probabilmente secondo lo schema di percentuali rivalutative già vigenti e che dovrebbero essere riconfermate anche per il prossimo anno al:
Un trattamento di mille euro salirà di 16 euro e di 18 euro, rispettivamente con tasso all'1,6% o all'1,8%. Prendendo il caso di una pensione di 1.400 euro potrebbe aumentare di 22,40 euro o 25,20 euro, una pensione di 1.600 aumenterebbe di 25,60 euro o di 28,80 euro al mese, sempre a seconda del tasso che sarà effettivamente deciso.
Più alti saranno gli aumenti per le pensioni da 2mila euro in su: in particolare, i trattamenti di 2mila euro potrebbero aumentare di 32 0 36 euro al mese, gli assegni da 2.400 euro di 38,40 o di 43,20 euro al mese, fino ad arrivare ad aumenti di 47,06 euro o 52,94 euro al mese per pensioni da 3mila euro al mese e così via.
Cambieranno il prossimo anno anche le pensioni minime: attualmente il trattamento è di importo pari a 603,40 arrivata però a 616,67 euro per effetto della rivalutazione extra al 2,2% (dal 2,7% dello scorso anno decisa dal governo Meloni già nel 2023 per adeguare i trattamenti più bassi all’inflazione che aveva raggiunto livelli stellari.
Si tratta, però, si un meccanismo transitorio e non valido per sempre. La perequazione extra è stata, infatti, confermata ancora per quest’anno ma, pur non essendo strutturale, il governo ne avrebbe già previsto una proroga fino al 2026. Se quest’anno è del 2,2%, il prossimo anno 2026 sarà dell'1,3%.
Ciò significa che, considerando il tasso rivalutativo stimato per il 2026 dell’1,6%-1,8%, l’aumento solo perequativo per le pensioni minime sarebbe di 10 e 11 euro e i trattamenti arriverebbero rispettivamente a 626,47 euro e a 627,67 euro.
Su tali importi bisognerebbe applicare la rivalutazione extra dell’1,3% e si passerà così a 634,57 e 635,77 euro.