Per chi e di quanto aumentano gli stipendi a giugno 2025 per i metalmeccanici mentre è ancora tutto in stallo per il rinnovo ufficiale del Ccnl
Quanto aumentano a giugno 2025 gli stipendi dei lavoratori metalmeccanici? E’ ancora decisamente aperta la questione per il rinnovo del contratto dei Metalmeccanici ed è ancora forte scontro tra le forze sindacali e Federmeccanica e Assistal che, a detta delle forze sociali, impediscono la ripartenza della trattativa attraverso la conferma della loro contropiattaforma.
Eppure si prospettano nuovi aumenti di stipendio per i lavoratori, pur senza rinnovo contrattuale. Vediamo per quali motivi.
Si tratta di incrementi calcolati e che saranno pagati per il recupero dell’inflazione del 2024 e che dovrebbero essere di circa 40 euro, al livello C3, a condizioni che si realizzino le previsioni IPCA NEI per il 2024. L’importo va riparametrato per gli altri livelli di inquadramento.
Precisiamo che non si tratta di un aumento che scatta solo quest’anno per diversi motivi che possono riguardare soprattutto il mancato rinnovo contrattuale, ma è stato riconosciuto anche a giugno dello scorso anno 2024.
Nel frattempo, è ancora tutto bloccato per il rinnovo ufficiale del Contratto nazionale di lavoro Ccnl dei Metalmeccanici.
Dopo mesi di discussioni, trattative e scioperi, ancora nulla di buono si prospetta per una reale conclusione delle trattative di rinnovo.
Le posizioni delle parti datoriali e delle forze sociali sono molto distanti. I sindacati insistono su un aumento salariale di 280 euro lordi, giudicato insostenibile dalle imprese, una maggiore tutela in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e negli appalti, su misure contro la precarietà e la riduzione dell’orario di lavoro.
Ma Federmeccanica e Assistal sono fermi su aumenti di stipendio di 173 euro, somma che i sindacati non accettano, perché, alla luce dell’attuale andamento economico, ritengono che sia necessario adeguare i salari italiani a quelli degli altri Paesi industrializzati, dove sono molto più alti, soprattutto per aumentare il potere di acquisto dei lavoratori.
Dunque, ad oggi, la trattativa è ancora bloccata, nonostante le numerose richieste di ripresa del confronto avanzate da Fim, Fiom e Uilm, e il tema centrale resta quello del salario, insieme ad altri nodi irrisolti come la riduzione dell’orario di lavoro, la precarietà e la tutela della salute e sicurezza.
E si prospetta un nuovo sciopero di 8 ore per questo mese di aprile di almeno 8 ore di sciopero nazionale da organizzare in tutti i territori con la massima estensione, articolazione ed efficacia nei confronti delle aziende rafforzando il blocco di straordinari e flessibilità.