Quali sono le modifiche previste per l'Irpef 2026, chi interessano e come potrebbero realmente cambiare gli importi delle pensioni il prossimo anno
La revisione della tassazione sui redditi delle persone fisiche prevista per il 2026 introduce una significativa modifica nell’imposizione fiscale, incidendo in modo diretto sugli assegni pensionistici e sulle retribuzioni. T
ale intervento, che coinvolge la seconda aliquota Irpef, punta a sostenerne la crescita attraverso la riduzione della pressione fiscale, in particolare per i redditi collocati nella fascia media. Per i pensionati italiani, questa modifica potrebbe tradursi in un aumento dell’importo netto mensile percepito, ma non per tutti.
Dal 2026, il sistema Irpef potrebbe prevedere le seguenti modifiche:
La riduzione dell'aliquota per la fascia tra 28.001 e 60.000 euro interessa esclusivamente la platea dei pensionati e dei lavoratori che si colloca nella cosiddetta “fascia media”. Secondo le simulazioni elaborate da analisti e organismi di ricerca, tra cui l’associazione Izi, i reali beneficiari di tale intervento sono prevalentemente coloro che si attestano su redditi lordi compresi tra 35.000 e 60.000 euro.
Oltre alla rivalutazione annua, che dal primo gennaio 2026 contribuirà ad aumentare le pensioni di tutti seppur in maniera molto leggera, la riduzione al 33% permetterebbe di ottenere un risparmio fiscale annuo che può raggiungere fino a 440 euro per chi percepisce una pensione attorno ai 50.000 euro lordi e fino a 1.440 euro annui per i redditi intorno ai 60.000 euro, grazie anche all’estensione dello scaglione.
Le fasce di reddito inferiori, invece, beneficeranno della novità in modo meno marcato. Questo è dovuto all’effetto combinato del nuovo sistema di detrazione, che riduce il vantaggio per chi si colloca sotto la soglia dei 28.000 euro e per chi gode di particolari agevolazioni previdenziali. Al contrario, le pensioni medio-alte risultano direttamente interessate dal taglio di aliquota, in quanto la diminuzione della percentuale d’imposta genera un aumento immediato dell’importo netto percepito mensilmente.
Le stime mostrano che:
Per una valutazione più concreta dell’aumento degli importi nel 2026 con l’introduzione della nuova aliquota, si riportano alcune simulazioni rappresentative:
Reddito annuo lordo | Risparmio annuo (aliquota 33%) | Aumento mensile netto stimato |
30.000 € | 40 € | circa 3,30 € |
35.000 € | 140 € | 11,60 € |
40.000 € | 240 € | 20,00 € |
50.000 € | 440 € | 36,60 € |
60.000 € | 1.440 € | 120,00 € |
Come accennato, nel 2026 sarà comunque applicato anche il meccanismo della perequazione pensionistica automatica, volto ad adeguare le pensioni all’inflazione. In base alle stime Istat e alle previsioni del governo, la crescita prevista del costo della vita sarà tra lo 0,8% e l’1,8%. L’aumento sarà distribuito secondo una scala differenziata: