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La spesa sulle pensioni sale pur con i tagli degli ultimi anni e si avvicina il sistema totalmente contributivo

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Quali sono i conti attuali della spesa pensionistica in Italia, sempre più alta, e cosa si prospetta per il futuro: ecco cosa emerge dai dati recenti

Quanto aumenta la spesa sulle pensioni nonostante i tagli degli ultimi anni? La spesa previdenziale quest’anno si attesterà sui 344 miliardi e sembra ancora destinata ad aumentare, nonostante i tagli alle indicizzazioni. Ancora una volta emerge come i costi previdenziali in Italia pesino, e non poco, sui conti interni. 

  • Aumenta la spesa sulle pensioni nonostante i tagli degli ultimi anni 
  • Si avvicina il sistema totalmente contributivo

Aumenta la spesa sulle pensioni nonostante i tagli degli ultimi anni 

La spesa per le pensioni nel nostro Paese rappresenta oggi tre quarti di quella per prestazioni sociali che, a sua volta, vale un quinto del Pil e quest’anno si spenderanno 344,4 miliardi per le pensioni su 461 miliardi per il sociale, ben il 75%. 

In valore assoluto, la spesa per le pensioni salirà a 355,3 miliardi l’anno prossimo e a 365,6 miliardi nel 2027.

Si tratta di costi stratosferici che continuano ad aumentare nonostante, come emerge dalla relazione della Corte dei Conti al Documento di finanza pubblica di aprile, il governo abbia tagliato ben 4,5 miliardi di euro in quattro anni, dal 2024 al 2027, intervenendo sulle rivalutazioni, sui diversi scaglioni, sulle percentuali per gli assegni medio-alti, e si tratta di interventi da cui si tenderanno a recuperare ulteriori risparmi (che stando a quanto stimato dovrebbero arrivare fino a 54 miliardi lordi al 2032).

Si tratta, però, di tagli che non bastano a compensare le spese tanto che risulta ben chiaro ad oggi che i trattamenti pensionistici non cresceranno più di tanto. Al contrario.

Risultano, infatti, molto più bassi per le donne, attestandosi a 950 euro contro 1.300 degli uomini per la pensione di vecchiaia e a 1.800 euro contro 2.200 nella pensione anticipata.

Si tratta di una differenza che deriva soprattutto dai molteplici ruoli che la donna deve riconoscere nella nostra società e che non sono né riconosciuti e né valorizzati, perché spesso accettano i part time imposti, ci sono poi i periodi di maternità, di congedo, il lavoro di cura di casa e famiglia, ecc.

Si avvicina il sistema totalmente contributivo

In questo quadro già decisamente deludente e penalizzante si deve inserire un altro dato: si va sempre più verso l’esclusivo calcolo contributivo delle pensioni. Si tratta del sistema che interesserà tutti i giovani lavoratori di oggi, tutti coloro che hanno iniziato a lavorare dal primo gennaio 1996 e che calcoleranno la loro pensione finale esclusivamente sulla base dei contributi effettivamente versati.

Volendo fare una panoramica degli attuali versamenti contributivi dei lavoratori di oggi, si capisce già molto bene che per la maggior parte di tali soggetti gli assegni pensionistici saranno decisamente bassi, minimi, tra carriere precarie e discontinue, bassi stipendi, poco riconoscimento del merito, ecc.

E’ chiaro, dunque, come lo scenario pensionistico in Italia non si prospetti per nulla positivo, sia per quanto riguarda i trattamenti che spetteranno sia per la situazione attuale. 
 

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