Quali sono le novità previste il prossimo anno 2025 per i titolari di partita Iva forfettaria o per chi vuole accedere al regime agevolato
Quali sono le due modifiche per le partite Iva forfettaria sempre più probabili con la Manovra finanziaria 2025? Sono tanti e diversi gli emendamenti in discussione alla Manovra che avvia alla sua approvazione definitiva.
Entro il 31 dicembre, infatti, deve diventare legge per poi essere in vigore da gennaio 2025. Tra le proposte di modifica presentate ci sono anche quelle relative alle partite Iva forfettarie. Vediamo cosa prevedono nel dettaglio.
Sono stati presentati due emendamenti che prevedono due diversi limiti più alti per il prossimo anno, uno aumentato dagli attuali 85mila euro a 100mila euro e l’altro che prevede l’aumento della soglia limite annuale di ricavi a 90mila euro.
A prescindere da tale proposta di aumento, non è stato fornito alcun altro dettaglio relativo al passaggio al regime ordinario per chi dovesse superarli durante l’anno.
Oggi, per esempio, la normativa vigente prevede che chi supera gli 85mila ma rientra nei 100mila euro esce dal regime forfettario l’anno successivo a quello in cui il limite viene superato.
Chi supera, invece, il limite dei ricavi di 100mila euro, esce dal regime agevolato nell’anno in corso e deve ricalcolare l’Irpef ordinaria, le addizionali e l’Iva già nell’anno in cui supera il limite.
La seconda novità proposta, che sembrerebbe anch’essa molto probabile, prevede l’aumento del limite di reddito annuo da lavoro dipendente da prendere come riferimento per l’accesso al regime forfettario.
Se al momento non si può accedere al regime forfettario se si ha un reddito da lavoro dipendente o assimilati al massimo entro i 30mila euro annui, ben tre emendamenti presentati alla Manovra hanno proposto di portare tale limite a 50mila euro.
Ricordiamo che il regime forfettario permette di ottenere diversi vantaggi fiscali, come una tassazione ridotta, perché è prevista un’imposta sostitutiva dell’Irpef al 15% che si riduce al 5% per i primi cinque anni di attività una riduzione del 35% dei contributi Inps e una serie di semplificazioni ai fini Iva e delle imposte sui redditi.