Dall’aumento volontario dell’età pensionabile, alla nuova rivalutazione, alle possibilità di uscite anticipate: quali sono le novità per le pensioni che si prospettano nella prossima Manovra
Quali sono le tre certezze che si prospettano per le pensioni nella prossima Manovra Finanziaria? Tornano centrali le pensioni tra i temi principali da affrontare in vista della definizione della nuova Manovra Finanziaria 2025, il cui documento programmatico deve essere presentato entro il 15 ottobre alla Commissione europea, indicando saldi e misure previste.
L’approdo in Parlamento è previsto per il 20 ottobre, mentre entro il 30 novembre arriverà il parere di Bruxelles ed entro il 31 dicembre 2024 il provvedimento deve essere approvato definitivamente dal Parlamento, per poi essere in vigore a partire dal primo gennaio 2025.
Si tratta, in particolare:
All’orizzonte ci sarebbe l’eventualità di confermare tutti i meccanismi di flessibilità al momento attivi per poi aprire un tavolo nel 2025 per una totale riforma delle pensioni.
Stiamo parlando, cioè, della possibilità di prorogare ancora la quota 103 per andare in pensione a 62 anni di età e con 41 anni di contributi potrebbe essere ancora riconfermata; l’ape sociale per andare in pensione prima a 63 anni di età e con almeno 30 anni di contributi per le categorie di persone cosiddette svantaggiate; e l’opzione donna.
Le prossime discussioni dovranno interessare anche la questione della rivalutazione degli assegni, che l'anno prossimo potrebbero salire dell'1,6%. Al contempo, il Governo vorrebbe mantenere il modello degli ultimi due anni, cioè una rivalutazione piena al 100% solo degli assegni entro le 4 volte il trattamento minimo, per poi ridursi progressivamente per le altre fasce superiori.
Bisogna, però, considerare in merito nuovo ricorso presentato alla Corte Costituzionale che potrebbe imporre all’esecutivo di rivedere questo schema.
E tra le ipotesi di intervento sulle pensioni ci sono anche quelle presentate da diversi Enti e Istituti. Per esempio, il Cnel ha proposto un aumento di 5 anni del requisito contributivo per andare in pensione di vecchiaia, mentre l’Upb, l’Ufficio parlamentare di bilancio, ha proposto una revisione dei requisiti più flessibili per andare in pensione, ma solo a condizione di ricalcoli contributivi dei trattamenti finali.