E’ possibile presentare la domanda di pensione anche in ritardo ma le regole cambiano a seconda della forma di uscita scelta
La domanda di pensione, a prescindere dalla tipologia con cui si decide di uscire, deve sempre essere presentata all’Inps e nelle consuete modalità, vale a dire o direttamente online tramite il servizio dedicato Pensione e Previdenza- Domanda di pensione e accedendovi con le proprie credenziali Spid, Cie o Cns, o rivolgendosi a Caf e Patronati.
La domanda deve sempre essere accompagnata da tutta la documentazione richiesta, che generalmente comprende copia documento identità del richiedente, l’autocertificazione attestante la residenza effettiva e abituale in Italia, l’autocertificazione dello stato civile con precisa indicazione della data di matrimonio in caso di stato civile coniugato, l’eventuale copia del provvedimento giudiziale di separazione o divorzio, per evitare errori e ritardi.
Stando a quanto previsto dalle norme in vigore, la domanda di pensione, a seconda della forma di uscita prescelta, deve essere presentata entro determinati tempi. Vediamo di seguito cosa accade in caso di ritardi.
Precisiamo, però, che se per la pensione anticipata ordinaria è prevista una finestra di tre mesi tra il raggiungimento dei requisiti per l'uscita e l'effettivo collocamento a riposo, per la pensione di vecchiaia non c'è alcuna finestra da considerare e si può andare subito in pensione una volta maturati i requisiti richiesti.
Nel caso in cui per entrambe le uscite si presenti in ritardo la domanda e la decorrenza del pagamento venga posticipata, non c'è alcun problema.
I soldi comunque dovuti vengono poi pagati al soggetto interessato in base al momento della maturazione del requisito pensionistico richiesto.
Diverso è, invece, il discorso per la domanda di pensione per i precoci, che deve essere presentata ogni anno secondo scadenze specifiche.
Se queste ultime non vengono rispettate, allora bisogna aspettare le prossime che vengono definite. In questo caso, la domanda per la pensione non si può, dunque, inviare quando si vuole, anche in ritardo.
Cambiano ancora le regole per la presentazione delle domande di pensione se si sceglie di uscire prima con la quota 103, o l'opzione donne, o l'ape sociale.
In questi casi, per uscire regolarmente non appena maturati i relativi requisiti richiesti, bisogna presentare la domanda qualche tempo prima, per permettere all'Inps di gestire nei termini giusti la pratica per l'uscita o nei tempi fissati.
Per esempio, quest'anno, per andare in pensione con la quota 103 i tempi per la domanda sono (dopo le scadenze gennaio-marzo) dal primo aprile al 15 luglio e dal 16 luglio al 30 novembre.
Ricordiamo, però, che si tratta di sistemi di uscita anticipata per cui scatta la cosiddetta cristallizzazione dei requisiti. Ciò significa che dal momento in cui si maturano i requisiti, la domanda di pensione con una di queste forme può sempre essere presentata.
Se, quindi, si maturano i requisiti per andare in pensione con la quota 103, a 62 anni di età e con 41 anni di contributi, la domanda si può fare quest’anno ma anche il prossimo 2026, o nel 2027, e così via.