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Stage lavorativi, modifiche possibili dopo decisione di Ing di alzare rimborsi, buoni pasto e welfare

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Stage come lavoro non retribuito

ING ha annunciato che tutti gli stagisti italiani riceveranno un rimborso mensile netto di 1.500 euro, pari a quanto percepito da molti lavoratori con contratti a termine.

La decisione di ING Italia di aumentare a 1.500 euro netti il rimborso spese mensile per i propri tirocinanti, affiancata dall'introduzione di benefit aziendali riservati ai dipendenti a tempo pieno, è più di una semplice operazione di employer branding: è un'azione che mette sotto pressione un intero sistema basato da anni su compromessi al ribasso.

Non è da escludere che sia altre banche, ma sia aziende di altri settori riconsiderino questo strumento, come tra l'altro accade in altri Paesi europei, come Francia e Germania. Vediamo meglio:

  • Stage come lavoro non retribuito (o quasi)
  • L'iniziativa di ING sul tirocinio retribuito

Stage come lavoro non retribuito (o quasi)

Negli ultimi dieci anni, il dibattito attorno agli stage extracurriculari in Italia si è concentrato su un punto chiave: la distanza tra il contributo effettivo offerto dagli stagisti all'interno delle aziende e la scarsa valorizzazione economica del loro impegno. Secondo gli ultimi dati diffusi, il rimborso medio si aggira attorno ai 638 euro mensili, con picchi positivi solo in alcuni contesti metropolitani come Milano, dove si arriva a una media di 800 euro. In molte altre regioni si viaggia ben al di sotto di queste cifre, con stagisti che percepiscono 400 o 500 euro al mese, importi che rendono l'esperienza insostenibile per chi non può contare su un sostegno familiare.

Una situazione che ha finito per cristallizzare un circolo vizioso: chi può permetterselo accetta di lavorare quasi gratis per accumulare esperienza, chi invece non può farlo resta escluso da interi settori. È la negazione pratica del concetto di meritocrazia e un freno evidente alla mobilità sociale. La scelta di ING Italia rompe un tabù: dimostra che un'altra strada è possibile e che riconoscere il valore del tempo e delle competenze degli stagisti non solo è sostenibile, ma è vantaggioso.

C'è poi una riflessione più profonda da fare: se si normalizza l'idea che un tirocinio possa essere dignitoso, ben retribuito e integrato nella cultura aziendale, si gettano le basi per un cambiamento culturale più ampio.

L'iniziativa di ING sul tirocinio retribuito

ING ha annunciato che tutti gli stagisti italiani riceveranno un rimborso mensile netto di 1.500 euro, pari a quanto percepito da molti lavoratori con contratti a termine. Oltre alla parte economica, ogni tirocinante avrà accesso a un pacchetto di welfare aziendale, comprensivo di buoni pasto da 7 euro al giorno, la possibilità di usufruire dello smart working con opzione di lavorare fino a 30 giorni all'anno dall'estero, e percorsi dedicati al benessere psicofisico.

Secondo quanto dichiarato da Costanza Ramorino, responsabile HR di ING Italia, l'obiettivo è anche trattenere in Italia giovani preparati che altrimenti guarderebbero altrove. La banca olandese ha voluto comunicare il messaggio che lo stage non è un favore concesso ai neolaureati, ma un momento di costruzione di un percorso professionale.

Finora i tirocini si sono spesso trovati in una zona grigia: troppo strutturati per essere considerati formativi, troppo deboli per essere considerati veri rapporti di lavoro. La normativa italiana prevede l'obbligo di rimborso solo per i tirocini extracurriculari, ma la cifra minima è lontan dalla soglia di sostenibilità.

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