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Tari 2025, riduzione del 60% se servizio di raccolta rifiuti funziona male. Come si può ottenere sconto

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Quali sono i casi in cui è possibile ottenere uno sconto della Tari fino al 60% e come fare ad averlo: ecco cosa ha deciso la Cassazione

Quando si può ottenere lo sconto del 60% sul pagamento della Tari 2025? La Tari è l’imposta sui rifiuti che deve essere obbligatoriamente pagata da tutti i cittadini che occupano superfici e immobili suscettibili di produrre rifiuti. 

Il presupposto impositivo della Tari non è, infatti, la produzione reale dei rifiuti ma la suscettibilità di produrli da parte di chiunque possieda o detenga, a qualsiasi titolo, locali o aree scoperte. 

Il pagamento della tassa coprire integralmente i costi del servizio di gestione dei rifiuti, che, però, non sempre risulta ottimale in tutti i Comuni.

  • Quando si possono ottenere riduzioni e sconti fino al 60% sul pagamento della Tari
  • Gli altri casi in cui si possono avere sconti della Tari

Quando si possono ottenere riduzioni e sconti fino al 60% sul pagamento della Tari

E’ possibile ottenere uno sconto fino al 60% sulla Tari se il servizio di raccolta dei rifiuti vicino e sotto casa propria risulta gravemente carente o inesistente.

Il servizio di raccolta dei rifiuti non sempre risulta, infatti, efficiente e non sono rare le lamentele per mancanza di pulizia nelle proprie zone di residenza o, in generale, in città e piccoli paesi.

In questi casi c’è una possibilità concreta di vedersi riconosciuta una riduzione consistente sull’importo da pagare. 

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9916 del 2023, ha decretato che, se la raccolta dei rifiuti non avviene in maniera costante e corretta o risulta inesistente, il cittadino ha diritto a uno sconto che può arrivare fino al 60% dell'importo dovuto.

La riduzione non è, però, automatica. Per ottenerla bisogna richiederla e dimostrare in modo preciso e documentato che il servizio non è stato erogato secondo quanto previsto dalla legge e dai regolamenti comunali.

Spetta al contribuente dimostrare il disservizio con prove certe, come ripetute segnalazioni inviate al Comune per lamentare i problemi, o fotografie che mostrano cumuli di immondizia lasciati per giorni sotto casa, o documenti che attestano l’assenza del servizio.

Una volta raccolte tutte le prove, bisogna presentare formale richiesta al Comune di residenza per chiedere la riduzione della Tari per disservizio. Spetta poi all’amministrazione valutare il caso e decidere se accogliere l’istanza. 

Inoltre, con l'ordinanza n. 2374/2023, la stessa Corte ha precisato che la riduzione della Tari è dovuta perché il servizio non viene erogato e garantito secondo le modalità previste dalla legge.

Gli altri casi in cui si possono avere sconti della Tari

A parte la riduzione del 60% della tariffa per servizio inefficiente, esistono altri casi in cui si possono ottenere sconti della Tari, sia a livello nazionale e sia a livello locale, comunale e regionale.

Sono, per esempio, previste riduzioni della Tari in diversi Comuni calcolate in base al valore dell’Isee, come l'esenzione totale dalla tassa per chi ha l'Isee entro i 5.000 euro e per gli ultraottantenni con Isee entro i 10mila euro.

C'è chi prevede una riduzione tariffaria del 20% se si ha l'Isee entro gli 8mila euro, così come in altri Comuni è prevista l'esenzione totale dall'imposta per i nuclei familiari con un numero di componenti maggiore o uguale a sei e Isee entro i 25.000 euro.

A discrezione dei singoli Comuni è possibile anche ridurre l’importo della quota variabile della Tari in modo proporzionale alle quantità di rifiuti speciali assimilati agli urbani che il cittadino dimostra di aver riciclato. 

E’ poi previsto uno sconto del 20% della tassa nel caso di mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti per un determinato periodo di tempo, o di interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi. 

E’ possibile applicare uno sconto dell'imposta su una seconda casa di proprietà: tale agevolazione si può avere quando si dimostra al Comune di competenza dove è situato l’immobile che si usa solo per pochi mesi l'anno, per esempio presentando esibendo le bollette delle utenze da cui si evinca che la casa è vuota per la maggior parte dell’anno.

Sono, invece, previste esenzioni totali dalla Tari per le aree condominiali comuni non usate in modo esclusivo (come scale e androni), e i locali e gli spazi scoperti non in grado di produrre rifiuti in modo autonomo, come le cantine.

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