Le tante milioni di pensioni che non riceveranno nessun aumento nè a Marzo nè per tutto il 2023

di Marianna Quatraro pubblicato il
Le tante milioni di pensioni che non ric

Perché milioni di pensionati non riceveranno alcun aumento dei propri importi mensili nel 2023: cosa prevedono norme in vigore e chiarimenti

Quali sono le tante milioni di pensioni che non riceveranno nessun aumento nè a Marzo nè per tutto il 2023? Mentre sono tantissimi i pensionati che attendono i pagamenti delle pensioni di marzo per poter finalmente avere gli aumenti annunciati per effetto della nuova rivalutazione pensionistica 2023, milioni di italiani avranno un’amara sorpresa. 

Per molti pensionati, infatti, non è previsto alcun aumento e né per il prossimo mese di marzo né per tutto il resto dell’anno. Non si tratta, dunque, di aumenti da attendere e che saranno pagati in ritardo: a milioni di italiani non arriverà alcun aumento sulla pensione. Cerchiamo di seguito di capirne i motivi. 

  • Chi sono i milioni di pensionati che non riceveranno aumenti nè a Marzo nè per tutto il 2023
  • Quali pensioni aumenteranno a marzo 2023 e come


Chi sono i milioni di pensionati che non riceveranno aumenti nè a Marzo nè per tutto il 2023

I milioni di pensionati che non riceveranno alcun aumento delle pensioni né a marzo e né per tutto il resto del 2023 sono coloro che sono usciti primi dal lavoro con diverse attuali forme di pensione anticipata.

Stiamo parlando, cioè, di coloro che sono andati in pensione prima con:

  • isopensione, perché si tratta di uno scivolo di accompagnamento alla pensione e non del vero e proprio trattamento pensionistico;
  • ape social, la cui indennità è pari all'importo della rata mensile di pensione calcolata al momento dell'accesso alla prestazione, non può in ogni caso superare l'importo massimo mensile di 1.500 euro e non è soggetto a rivalutazione;
  • contratto di espansione;
  • ammortizzatore pensionistico;
  • assegni straordinari di sostegno al reddito.

Quali pensioni aumenteranno a marzo 2023 e come

Le tipologie di pensioni sopra riportate non aumenteranno a marzo e neppure per tutto il 2023 perché non sono soggette a rivalutazione. Secondo le leggi in vigore, infatti, devono essere per legge rivalutate automaticamente ogni anno le seguenti prestazioni:
  • pensioni erogate dalla previdenza pubblica, cioè dall'assicurazione generale obbligatoria e dalle relative gestioni dei lavoratori autonomi e dai fondi ad essa sostitutivi, esonerativi, esclusivi, integrativi ed aggiuntivi;
  • pensioni dirette, come pensione di vecchiaia e pensione anticipata;
  • pensione di invalidità;
  • pensione di reversibilità;
  • pensione minima;
  • opzione donna;
  • pensione con quota 100, 102, 103, perché la pensione con quota 100, 102, 103 è una pensione definitiva e l’importo liquidato è quello che percepirà per sempre;
  • pensione sociale;
  • assegno sociale.
Le pensioni si rivalutano ogni anno sulla base dell'indice medio dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. Gli indici mensili, la media annuale e la percentuale di variazione sono calcolati dall'Istat che li comunica al Ministero dell'Economia e stabilisce annualmente l’indice di perequazione automatica. 

I pensionati che riceveranno a marzo aumenti degli importi, compresi gli arretrati dei mesi gennaio e febbraio, avranno un ricalcolo dei trattamenti su indice al 7,3% ma non sarà pieno per tutti al 7,3%. 

Chi ha, infatti, avuto l’anticipo al 25 della rivalutazione pensionistica da ottobre a dicembre, avrà una pensione rivalutata al 5,3%, mentre il ricalcolo delle altre pensioni avviene sulle percentuali diverse in base alla fascia di reddito di appartenenza e che sono del:

  • 100% per gli assegni fino a 4 volte il minimo, pari a 2.100 euro lordi mensili;
  • 85% per pensioni fino a 5 volte al minimo, fino 2.626 euro lordi al mese;
  • 53% per pensioni fino 6 volte il minimo, fino a 3.150 euro;
  • 47% per pensioni fino a 8 volte il minimo, pari a 4.200 euro;
  • 37% per pensioni fino a 10 volte il minimo, fino a 5.250 euro mensili;
  • 32% per pensioni oltre le 10 volte il minimo.