Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Novità pensioni per il 2026, cosa trapela dal DEF per riforma tra anticipate e importi

di Marianna Quatraro pubblicato il
novita pensioni 2026

Quali sono le possibili novità che si prospettano nel Def 2025 sia per gli importi delle pensioni 2026 che per le forme di uscita anticipata

Quali sono le prime novità per le pensioni 2026 che trapelano dal Def appena approvato? Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, ha approvato il Documento di finanza pubblica (Dfp ex Def) 2025, da inviare alla Commissione europea entro il 30 aprile dopo esame del Parlamento.

Il documento si focalizza soprattutto sulla rendicontazione dei progressi compiuti negli ultimi sei mesi e sul rapporto debito/PIL.

I dati di consuntivo per il 2024 hanno mostrato un deficit in miglioramento quest’anno, meglio di quanto previsto nel Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029 dello scorso autunno e nel Def, dove si è attestato al 3,4% del Pil (invece che al 4,3%).

In previsione, il documento prevede un deficit ridotto al 2,8% nel 2026, al 2,65 nel 2027 per poi scendere ancora al 2,3% nel 2028. E qualche riferimento nel Documento è stato fatto anche alle pensioni.

  • Le anticipazioni del nuovo Def sulle pensioni anticipate 2026
  • Cosa cambia per gli importi delle pensioni secondo le stime del Def

Le anticipazioni del nuovo Def sulle pensioni anticipate 2026

Con particolare riferimento alle pensioni anticipate, poco è trapelato per le novità che potrebbero arrivare.

Sembra ancora, e di nuovo, prematuro parlare di una riforma delle pensioni strutturale e il motivo resta sempre lo stesso: non ci sono abbastanza soldi per attuarla, mancano le risorse economiche necessarie, senza considerare che, come più volte ribadito anche dall’Ue, l’attuale riforma delle pensioni in Italia è forse l’unica in grado di garantire una stabilità finanziaria, motivo per il quale risulta da anni difficile da toccare.

Forse il prossimo anno 2026 non sarà ancora quello giusto per l’approvazione della quota 41, considerando che i dati sulla spesa per le prestazioni previdenziali aumentano. 

Probabilmente, potranno essere confermate di nuovo per tutto il 2026 i sistemi già vigenti per andare in pensione anticipata, come:

  • quota 103, per uscire a 62 anni di età e con almeno 41 anni di contributi;
  • opzione donna, che consente alle lavoratrici di andare in pensione a 61 anni di età, prevedendo l’anticipo di un anno per ogni figlio, entro un massimo di due anni, per cui si può andare in pensione a 60 anni se si ha un figlio e a 59 anni se si hanno due o più figli, e il requisito contributivo resta fermo a 35 anni di contributi;
  • ape sociale, che permette di andare in pensione a 63 anni e 5 mesi di età e con almeno 30 anni di contributi per disoccupati e disabili e relativi cargiver, che diventano 36 per i lavoratori usuranti.
In ogni caso, in autunno il governo dovrà comunque decidere che cosa fare sul fronte pensioni nel 2026.

Cosa cambia per gli importi delle pensioni secondo le stime del Def

Si preparano a cambiare nel 2026 anche gli importi delle pensioni, secondo le stime riportate nel Def, aumentando leggermente.

Quest’anno, infatti, l’inflazione sarebbe tornata a salire e sembra che la variazione dell’indice dei prezzi al consumo per il 2025 si attesterà al 2,1%, rispetto all’1,1% del 2024 e al 5,9% del 2023. 

Considerando tali percentuali, la rivalutazione pensionistica dovrebbe essere calcolata su un tasso compreso tra l’1,6% e l’1,8% da applicare molto probabilmente sempre alle tre percentuali rivalutative in vigore lo scorso anno e riconfermate anche quest’anno del 100% fino a 4 volte il minimo, del 90% tra quattro e cinque volte e del 75% per i trattamenti da sei volte il minimo in su.

Calcolando il tasso rivalutativo tra l'1,6% e l'1,8%, gli importi delle pensioni il prossimo anno dovrebbero aumentare di qualche decina di euro, precisamente tra circa 13 euro per chi percepisce assegni più bassi intorno agli 800 euro circa e gli oltre 50 euro per chi percepisce pensioni più alte sui 3mila euro al mese e anche più per chi prende trattamenti ancora più elevati.

E aumentano anche le pensioni minime nel 2026 e non solo per effetto della rivalutazione automatica delle pensioni su tasso all’1,6% o all’1,8% ma anche per il calcolo della cosiddetta rivalutazione extra (al 2,2% aggiuntivo) che il governo ha introdotto nel 2023 a causa di un’inflazione stellare per garantire comunque un buon adeguamento al potere di acquisto anche a chi percepiva trattamenti più bassi.

Leggi anche