Via libera in Manovra finanziaria 2026 a tre dei cinque condoni proposti, edilizi e fiscali: quali sono, cosa prevedono e per chi
Dibattiti accesi e forti confronti stanno caratterizzando il percorso della Manovra Finanziaria 2026, il cui iter parlamentare si sta distinguendo per la quantità di proposte di modifica e per la molteplicità degli interessi rappresentati dai gruppi politici. In questo scenario, la questione dei condoni, edilizi, fiscali e patrimoniali, è tornata con forza al centro del dibattito e delle negoziazioni in Parlamento. Il tema delle regolarizzazioni, già noto nella storia recente della fiscalità nazionale, si intreccia oggi con nuove esigenze di copertura finanziaria e con la necessità di fornire risposte immediate a contenziosi ultradecennali che pesano sugli enti locali e sui cittadini.
Numerosi emendamenti puntano a sanatorie e definizioni agevolate all’interno del provvedimento, tra cui emergono tre proposte che hanno superato la scrematura iniziale: la riapertura della sanatoria edilizia del 2003, un condono sull’oro e la rottamazione dei debiti fiscali secondo l’ultima versione (quinquies).
Il percorso della Manovra Finanziaria per il 2026 ha visto oltre 5.700 emendamenti presentati nelle prime fasi dei lavori parlamentari. La selezione degli "emendamenti segnalati", sottoposti a esame prioritario dalle Commissioni Bilancio, è stata oggetto di trattative prolungate e negoziazioni interpartitiche. Dalla massa iniziale, solo poco più di 400 proposte sono entrate nella rosa delle misure oggetto di discussione effettiva, filtrate in base alla loro coerenza con gli equilibri finanziari e alle richieste delle principali forze politiche.
Tra le aree tematiche prioritarie figurano:
Insieme alla proposta di riapertura della sanatoria del 2003, avanza l’idea di una nuova sanatoria nazionale che richiama il condono del 1985. A differenza dei precedenti, questa proposta si concentra sulle cosiddette “opere pertinenziali”, portici, tettoie, balconi e logge, e sulle ristrutturazioni realizzate senza titolo o in difformità, purché non abbiano comportato incrementi di volumetria.
Sarebbe, in particolare, prevista la regolarizzazione di interventi ultimati entro il 30 settembre 2025, escludendo le nuove costruzioni abusive e mantenendo un perimetro di azione più ristretto rispetto alle sanatorie massicce del passato.
All’interno del pacchetto di emendamenti emerge anche la proposta di fissare termini per la chiusura delle pratiche arretrate relative ai condoni del 1985, 1994 e 2003, coinvolgendo direttamente i Comuni. È prevista una scadenza al 31 marzo 2026 per chiudere le richieste pendenti da decenni, con possibili meccanismi di "silenzio assenso" in caso di mancata risposta degli enti locali, come suggerito da alcune forze politiche. Questo scenario pone l’accento sull’urgenza di risolvere una mole significativa di contenziosi edilizi che gravano sulle amministrazioni e sui cittadini, accrescendo l’incertezza giuridica sugli immobili coinvolti.
Tra le proposte di regolarizzazione patrimoniale più innovative inserite nella Manovra 2026, spicca il cosiddetto condono sull’oro. Si tratta di un emendamento che prevede l’introduzione di una tassazione sostitutiva agevolata, intorno al 12,5%, sulle giacenze di oro da investimento non correttamente documentate o su patrimoni aurei ereditati per i quali non sia possibile ricostruire la tracciabilità fiscale.
L’obiettivo dichiarato è duplice: da una parte favorire la trasparenza e la regolarità del patrimonio finanziario, dall’altra immettere rapidamente risorse nelle casse pubbliche. La platea interessata da questa misura coinvolge sia cittadini privati che operatori economici, chiamati a dichiarare e regolarizzare l’oro detenuto attraverso una procedura agevolata e meno onerosa rispetto a sanzioni ordinarie.
Una considerazione importante riguarda l’entità del gettito: secondo le stime proposte in sede parlamentare, la misura potrebbe generare fino a 2 miliardi di euro di introiti per lo Stato, a fronte di un ritorno d’immagine positivo sul fronte della lotta all’evasione.
Nel capitolo delle misure fiscali più attese fa ingresso la nuova rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali con sconti su sanzioni e interessi e un tempo fino a 9 anni per il pagamento dell’importo netto dovuto.
Le principali caratteristiche della nuova rottamazione quinquies possono essere sintetizzate nei seguenti punti:
L’introduzione di definizioni agevolate e regolarizzazioni comporta ricadute immediate e di medio termine su più livelli. Tra i principali impatti economici si segnalano: