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Quanto stanno perdendo gli italiani con le criptovalute e il Bitcoin dopo i crolli delle ultime settimane

di Marcello Tansini pubblicato il
Criptovalute e Bitcoin

Il crollo delle criptovalute ha inciso sui portafogli degli italiani, tra perdite diffuse, nuove dinamiche di mercato e incertezze sul futuro. Cause, impatto sulle finanze personali e scenari futuri.

Dopo una fase di crescita intensa registrata a inizio anno, molte famiglie e investitori privati sono stati colpiti dai recenti crolli, con forti ripercussioni sul portafoglio personale. Il valore del Bitcoin, sotto la pressione di una serie di fattori macroeconomici e di variabili di mercato, si è più volte assestato su minimi che non si vedevano da mesi, generando diffuso nervosismo tra risparmiatori e osservatori del settore.

Le ultime settimane hanno visto rapide e marcate correzioni dei prezzi, con gli effetti amplificati su Ether e su molte altre criptovalute. La reazione del pubblico italiano è stata caratterizzata da una combinazione di preoccupazione e attesa, mentre si valutano le reali proporzioni di ciò che è stato perso e le prospettive di una eventuale risalita. Nel contesto nazionale, dove spesso le criptovalute sono viste quale strumento alternativo di diversificazione, il brusco ridimensionamento delle quotazioni ha alimentato interrogativi sulla stabilità dell'intero comparto e sull'adeguatezza delle strategie di protezione del risparmio digitale.

Le dimensioni delle perdite: quanto hanno perso Bitcoin e le altre criptovalute

Il ribasso ha determinato una erosione della capitalizzazione complessiva dei principali asset digitali. Secondo i dati forniti dalle maggiori piattaforme di monitoraggio, il valore globale delle criptovalute si è contratto di circa 1.200 miliardi di dollari nelle ultime sei settimane, coinvolgendo la quasi totalità dei token quotati e accentuando una fase già segnata da alti livelli di volatilità.

Bitcoin, considerata la valuta digitale di riferimento mondiale, ha perso circa il 30% dal massimo storico vicino ai 126.000 dollari raggiunto all'inizio di ottobre, fino a toccare minimi prossimi ai 83.000 dollari. Nel breve periodo, il calo mensile si è attestato oltre il 20%, riportando le quotazioni sotto i livelli di marzo e generando diffusa incertezza tra coloro che avevano investito durante il rally precedente.

La situazione non è stata meno pesante per Ether e le altre criptovalute principali: Ethereum, ad esempio, ha registrato un decremento del 36% in sette settimane, scendendo fino a 2.719 dollari, mentre il MarketVector Index, relativo ai digital asset minori, mostra un crollo del 70% della capitalizzazione annua. Tale scenario ha colpito sia investitori swing sia coloro che aderiscono a strategie di lungo periodo, detti hodler. Proprio questi ultimi, nell'ultimo mese, hanno ridotto le esposizioni, evidenziando una perdita di fiducia nella solidità del rimbalzo.

Un'analisi attenta permette di comprendere la portata reale delle perdite tra gli investitori italiani. Le stime raccolte da fonti di settore testimoniano che, in media, gli utenti attivi nel mercato cripto in Italia hanno visto quasi un quarto del patrimonio investito ridursi in poche settimane, anche a causa delle vendite indotte da panic selling e scarsa liquidità. L'impatto di questa dinamica è evidenziato nella tabella seguente:

Asset

Perdita (%)

Bitcoin

circa -30% dai massimi

Ethereum

-36% in 7 settimane

Altcoin minori

fino a -70% da inizio anno

Le perdite, pur distribuite in modo eterogeneo, hanno colpito l'intero ecosistema di utenti italiani, dal piccolo risparmiatore privato agli investitori professionali presenti sul territorio nazionale, toccando anche le società specializzate in gestioni patrimoniali digitali.

Le cause dell'ondata di ribassi: contesto macroeconomico, regolamentazioni e fattori di mercato

L'analisi delle cause alla base dell'attuale ondata di ribassi rivela un intreccio tra dinamiche macroeconomiche globali, sentiment di mercato fragile e nuove ondate regolatorie. Tra i fattori più incisivi va segnalata l'incertezza relativa alla politica monetaria, in particolare alle scelte della Federal Reserve americana sulle variazioni dei tassi di interesse. Il venir meno delle attese di tagli nei tassi che aveva sostenuto le fasi di rinnovata crescita delle criptovalute ha dato il via alle consistenti ondate di vendita e ad episodi di liquidazione massiva (liquidation cascade).

Un ulteriore elemento di pressione è stato rappresentato da deflussi significativi dagli ETF specializzati e dalla perdita di interesse da parte degli investitori istituzionali, con un rapido restringimento della liquidità disponibile sul mercato. Gli eventi geopolitici, tra cui le minacce di nuovi dazi commerciali da parte dell'amministrazione statunitense e i timori di rallentamento globale, hanno consolidato un clima di marcata avversione al rischio, penalizzando soprattutto gli asset digitali giudicati più speculativi.

Regolamentazioni più stringenti sono emerse sia negli Stati Uniti che in Europa: in America, la SEC intensifica i controlli sugli exchange centralizzati, mentre in Europa si discute l'applicazione di norme più severe sui servizi finanziari digitali. Tali interventi hanno accresciuto i timori su una futura limitazione della libertà operativa nel settore e hanno innescato episodi di fuga dai mercati digitali. A ciò si sono aggiunte criticità tecniche come attacchi hacker e la vulnerabilità esposta da alcuni operatori di mercato, che hanno minato la fiducia collettiva e aumentato la pressione ribassista sulle quotazioni.

Conseguenze per gli investitori italiani e l'impatto sul risparmio personale

Le ripercussioni del ribasso si fanno sentire in modo tangibile per moltissimi risparmiatori italiani. I dati degli osservatori indipendenti confermano che gli effetti negativi si propagano ben oltre il mero calo di valore degli asset digitali.

Un primo punto da considerare riguarda la liquidazione forzata delle posizioni a leva finanziaria, spesso adottata dagli investitori più esperti per amplificare i rendimenti, ma che nelle fasi di forte discesa espone a perdite ancor più rilevanti. Le cosiddette margin call hanno colpito sia piccoli risparmiatori che operatori di dimensioni medio-grandi.

L'impatto si manifesta anche a livello di fiducia nel sistema: molti investitori, ritrovandosi a fronteggiare minusvalenze significative, hanno scelto una vendita affrettata dei propri asset con l'ansia di ulteriori correzioni, contribuendo così a rafforzare il circolo vizioso della discesa dei prezzi. L'effetto domino è stato sentito tra chi aveva puntato su criptovalute emergenti o token con bassa capitalizzazione, vedendo polverizzare valori anche del 70% in pochi mesi.

Da non sottovalutare, infine, l'impatto sul risparmio personale e familiare. Nel nostro Paese, la popolarità degli asset digitali riguarda fasce variegate della popolazione, con una presenza crescente tra i giovani e i professionisti alla ricerca di forme alternative di investimento. La perdita di valore ha costretto molti a rimodulare l'allocazione patrimoniale, riducendo la quota di investimenti in criptovalute o puntando su strumenti ritenuti più difensivi. In diversi casi, l'effetto negativo si è esteso anche all'economia reale, influenzando scelte di spesa e accantonamento in attesa di maggiore stabilità dei mercati.

Il ruolo degli ETF, degli investitori istituzionali e della domanda di criptovalute

L'attività degli ETF a tema cripto e l'atteggiamento degli investitori istituzionali hanno avuto un impatto rilevante sulla recente evoluzione dei prezzi. I dati mostrano che, dopo i periodi di elevato afflusso verso questi veicoli, proprio la diminuzione della domanda da parte di grandi investitori ha anticipato e amplificato le fasi di discesa.

Le stime di settore indicano deflussi per svariati miliardi di dollari dagli ETF spot Bitcoin negli ultimi mesi, soprattutto in concomitanza con periodi di accentuata volatilità. La riduzione dei flussi verso questi strumenti, privilegiati per l'accesso istituzionale alle criptovalute, ha ridotto la capacità del mercato di assorbire le vendite e contribuito al rafforzamento dei ribassi.

Oltre agli investitori istituzionali, anche la domanda aggregata di criptovalute su scala globale risulta in flessione: sono diminuiti sia i volumi scambiati che la propensione all'acquisto nelle fasi di debolezza. L'evoluzione della domanda, evidenziata dall'analisi delle riserve degli exchange e dei portafogli di lungo termine, mostra una maggiore cautela generalizzata. Questa cambiata attitudine si rispecchia nelle dinamiche italiane, dove la fiducia in una rapida ripresa appare indebolita rispetto ai cicli precedenti.

Possibili evoluzioni di mercato

Le prospettive per il mercato delle criptovalute sono oggi segnate da scenari di incertezza. Gli esperti sottolineano che, storicamente, le fasi di forte correzione sono state seguite da periodi di consolidamento ed eventuali nuovi cicli di crescita, ma resta difficile definire tempi e modalità di una possibile inversione.

L'andamento delle scelte di politica monetaria negli Stati Uniti, in particolar modo la postura adottata dalla Federal Reserve sui tassi di interesse, sarà determinante nei prossimi mesi. Qualora dovessero palesarsi segnali di allentamento delle condizioni monetarie o di rinnovato ottimismo nel comparto tecnologico, il settore delle criptovalute potrebbe avviarsi verso una fase di ripresa dai livelli attuali.

Gli scenari alternativi, tuttavia, non vanno trascurati: la permanenza di tassi elevati, l'inasprimento della regolamentazione e nuovo sentiment negativo potrebbero mantenere la pressione ribassista ancora a lungo. Alcuni analisti profilano la possibilità che il mercato trovi una base di supporto nell'area compresa tra 74.000 e 82.000 dollari, con rischi di ulteriori discese in caso di eventi esogeni imprevisti.

L'attenzione, infine, si concentra sull'evoluzione della domanda globale, sul comportamento degli operatori istituzionali e sulla capacità degli innovatori del settore di assorbire gli shock recenti, in un contesto sempre più integrato con i mercati tradizionali e soggetto a fattori esogeni.



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