Come non lavorare o farlo meno negli ultimi 2 anni prima pensione con leggi attuali

Dal part time all’aspettativa: come fare a lavorare meno gli anni prima della pensione. Cosa prevedono leggi in vigore e chiarimenti

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Come non lavorare o farlo meno negli ult

Come si può lavorare di meno gli anni prima della pensione?

Sono diverse le soluzioni che permettono ai lavoratori di lavorare meno gli anni prima della pensione e che spaziano dalla possibilità di passaggio da impiego full time a impiegato part time, alla richiesta di aspettativa a lavoro, alla possibilità di fruire di ferie e permessi accumulati nel tempo. 
 

Come fare a lavorare di meno gli anni prima della pensione? Quando mancano pochi, pochissimi, anni al raggiungimento del diritto alla pensione, ci sono molti lavoratori e lavoratrici stanche di lavorare tutto il giorno, tutti giorni e agognano il tanto meritato riposo. 

Se si arriva effettivamente a pochi anni prima della pensione particolarmente stanchi, e forse anche ormai un po' privi di entusiasmo, è possibile ricorrere a sistemi, del tutto legali, per lavorare meno. Vediamo quali sono.

  • Lavorare meno gli anni prima della pensione passando al part time
  • Chiedere aspettativa per lavorare meno anni prima della pensione
  • Ferie e permessi per lavorare meno gli anni prima della pensione 

Lavorare meno gli anni prima della pensione passando al part time

Stando a quanto previsto dalle leggi attuali, la prima soluzione per lavorare meno gli anni prima della pensione è certamente quella di passaggio da impiego a tempo pieno a part time. Il passaggio al lavoro part time, per legge, deve essere richiesto al datore di lavoro e, se approvato, stipulato in forma scritta a pena di nullità, esattamente con un normale contratto di lavoro a tempo pieno.

Una volta passato a lavoro part time, il lavoratore alle soglie della pensione non perde alcun diritto a lavoro, considerando che i lavoratori con contratto part time hanno diritto agli stessi diritti previsti per i lavoratori assunti a tempo pieno, da stipendio, a ferie, permessi, riposi, quota Tfr, tredicesima ed eventuale quattordicesima mensilità se prevista da singolo Ccnl, tutto, però, viene calcolato in misura proporzionale alle ore di lavoro part time effettivamente prestate dal dipendente.

Anche ai fini contributivi e della pensione con il part time, nulla cambia tra dipendente con contratto full time e dipendente con contratto part time se non il calcolo della misura in cui devono essere riconosciuti i contributi previdenziali.

Precisiamo, inoltre, che esistono diverse forme di contratto di lavoro part time che sono:

  • orizzontale, che prevede il lavoro tutti i giorni lavorativi, ma per un numero minore di ore rispetto ad un impiego full time, solitamente 4-5 ore; 
  • verticale, che prevede il lavoro con orario pieno solo alcuni giorni, settimane o mesi; 
  • misto, che prevede le regole del part time orizzontale e verticale per cui il lavoratore lavora con orario giornaliero ridotto e per un minor numero di giornate.

Chiedere aspettativa per lavorare meno anni prima della pensione

Un altro sistema che potrebbe permettere ai lavoratori di lavorare meno gli anni prima della pensione è quello di richiedere periodi di aspettativa a lavoro. L'aspettativa a lavoro rappresenta, infatti, la possibilità concessa al lavoratore dipendente di assentarsi dal lavoro, anche per periodi di tempo relativamente lunghi, conservando il proprio posto di lavoro. 

In base ai motivi per cui l’aspettativa a lavoro viene richiesta, può essere retribuita o non retribuita. Potremmo dire che per assentarsi dal lavoro per aspettativa per lavorare meno gli anni prima della pensione, il lavoratore potrebbe chiedere un periodo di aspettativa per motivi familiari. 

In realtà, sono diversi i motivi per cui è possibile richiedere l’aspettativa a lavoro e in base ad essi cambia la durata della stessa aspettativa. Secondo le leggi attuali, motivi e durata dell’aspettativa retribuita a lavoro sono le seguenti:

  • motivi familiari per parente portatore di handicap, e in tal caso per ogni minore con handicap in situazione di gravità accertata, la madre o il padre hanno diritto all’aspettativa retribuita della durata di massimo due anni (continuativi o frazionati) nell’arco dell’intera vita lavorativa;
  • lavoratori invalidi civili con una riduzione della capacità lavorativa superiore al 50% o mutilati, e in tal caso il periodo di aspettativa retribuita dal lavoro è di 30 giorni all’anno;
  • donne vittime di violenza, e inserite in percorsi di protezione, che hanno diritto ad un’aspettativa retribuita per un periodo massimo di tre mesi;
  • partecipazione a percorsi di formazione continuativa predisposta dall’azienda e per altre ragioni disciplinate dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro o dallo specifico contratto aziendale e in tal caso la durata massima, continuativa o frazionata, è di undici mesi nell’arco dell’intera vita lavorativa;
  • per volontariato, e in tal caso la durata massima è di 180 giorni l’anno, di cui 60 continuativi per prestare soccorso durante un’emergenza nazionale, o di 90 giorni l’anno, di cui 30 continuativi, in caso di operazioni di soccorso e di assistenza seguite a calamità naturali, per i lavoratori iscritti ad un’associazione inserita nei registri regionali e nell’elenco nazionale dell’Agenzia di protezione civile. 

Per richiedere l’aspettativa retribuita dal lavoro, bisogna presentare domanda e tutti i documenti che attestino la sussistenza dei requisiti necessari direttamente all’Inps accedendo al sito dell’Istituto di Previdenza o rivolgendosi a Caf o patronati.

Ferie e permessi per lavorare meno gli anni prima della pensione 

Per lavorare meno gli anni prima della pensione, la legge permette ai lavoratori di maturare e usufruire ferie e permessi, che possono essere retribuiti e non. Per poterne godere, lavorando meno, per esempio, assentandosi qualche giorno durante l’anno dal lavoro per ferie accumulate e non godute, o per permessi che nel corso degli anni di lavoro raramente sono stati goduti, è comunque necessario che il lavoratore li abbia maturati a lavoro.