Aumentano ancora le pensioni fino a dicembre e grande incertezza da gennaio: cosa prevedono ultimi provvedimenti fino a fine anno e cosa aspettarsi
Le pensioni continuano ad aumentare fino a dicembre per effetto dei provvedimenti messi in campo dall’ex Governo Draghi ma si tratta di misure che cesseranno i loro effetti alla fine di quest’anno, lasciando l’incognita di cosa potrebbe accadere il prossimo anno per assicurare ai pensionati aumenti in grado di dar loro maggiore potere d’acquisto contro un’inflazione che continua a salire. Vediamo di seguito come e quanto aumentano le pensioni a novembre, la probabile sorpresa di Dicembre e l’incognita per l’aumento degli importi a Gennaio.
Per l’aumento delle pensioni a novembre e dicembre, considerando la rivalutazione anticipata delle pensioni al 2%, sono previsti aumenti di qualche decina di euro per le pensioni, compresi tra i circa 10 euro al mese per chi percepisce pensioni più basse sui 500 euro circa e 54 euro circa per chi percepisce pensioni mensili fino a 2.692 euro. Non c’è alcun aumento per la rivalutazione anticipata al 2% per chi percepisce pensioni dai 2.700 euro in poi.
Per esempio, per chi prende una pensione di mille euro, la rivalutazione anticipata porterà aumenti fino a dicembre di 60 euro a cui aggiungere per il mese di novembre 150 euro più 24 euro totali da gennaio a dicembre per il conguaglio allo 0,2%, mentre chi prende una pensione di 1.300 euro, avrà un aumento di 76 euro complessivo fino a dicembre, mentre chi prende una pensione di 1.700 euro avrà aumenti totali di 102 euro fino a fine anno e così via fino ad arrivare a 53 euro circa di aumento al mese per un totale fino a dicembre di 160 euro circa per chi prende pensioni mensili fino a 2.692 euro.
Insieme alla rivalutazione anticipata al 2%, le pensioni di novembre e dicembre aumentano c’è, come detto, anche il calcolo del conguaglio della pensione dello 0,2%, retroattivo dal primo gennaio 2022 per tutti i pensionati a prescindere da limiti reddituali e rappresenta la differenza di ricalcolo tra indice di rivalutazione usato quest’anno 2022 dell’1,7% e nuovo indice definitivo stabilito all’1,9%.
Per effetto del conguaglio delle pensioni dello 0,2% gli ulteriori aumenti delle pensioni saranno solo di qualche euro.
Per esempio, per chi prende una pensione mensile di 800 euro il conguaglio sarà di circa 21 euro per un anno, per chi prende una pensione di 1.200 euro sarà di 32 euro circa complessivamente, mentre per chi prende pensioni più alte di 2mila euro, l’aumento per effetto del conguaglio annuo sarà di 52 euro e così via.
Un ulteriore aumento per i pensionati a novembre sarà garantito dal pagamento del nuovo bonus una tantum di 150 euro, spettante però solo ai pensionati con redditi annui (riferiti al 2021) entro i 20mila euro. Per chi percepisce redditi superiori non sarà previsto alcun ulteriore bonus.
A dicembre poi insieme a rivalutazione e conguaglio, le pensioni aumenteranno ancora per il pagamento della tredicesima di pensione, come ogni anno accade, e si aspettano conferme su un probabile nuovo bonus che, sulla scia di quello una tantum di luglio di 200 euro e il nuovo di 150 euro di novembre, dovrebbe interessare solo determinate categorie di lavoratori. Nulla, però, ancora si sa in merito con certezza.
Le misure attualmente in vigore per garantire aumenti delle pensioni e dare così maggiore potere di acquisto ai pensionati contro un’inflazione galoppante si esauriranno il 31 dicembre 2022.
Non saranno più in vigore il prossimo anno ma, a fronte dei mancati aumenti, ci sarà comunque la necessità di continuare a garantire maggiore potere di acquisto ai pensionati contro un’inflazione che continuerà a salire.
Non si sa ancora quali potranno essere le misure per aumentare le pensioni il prossimo anno e l’unica certezza al momento è la rivalutazione che scatta automaticamente ogni anno e contribuisce ad aumentare gli importi delle pensioni in adeguamento all’inflazione. In tal senso c’è però l’incognita sull’indice su cui dovrà avvenire la rivalutazione.
Teoricamente, considerando che il meccanismo della rivalutazione pensionistica si basa sull’adeguamento all’inflazione, la rivalutazione delle pensioni nel 2023 dovrebbe essere al 10%, ma si tratta di un indice alto, che richiederebbe molto risorse economiche per poter garantire a tutti aumenti al 10% e che probabilmente allora non varrà per tutti.
Le ipotesi potrebbero, infatti, essere in alternativa le seguenti:
o un blocco totale della rivalutazione pensioni, come già avvenuto;
o una rivalutazione effettivamente al 10% ma solo per chi ha redditi più bassi;
o una rivalutazione differente per scaglioni di reddito.
In ogni caso, la rivalutazione delle pensioni 2023, su qualsiasi indice sarà ricalcolata, non sarà piena per tutti ma, come da legge stabilito, del:
100% per le pensioni fino a tre volte il minimo, per pensioni lorde fino a 2062 euro lordi;
90% per le pensioni tra tre e cinque volte il minimo, per pensioni lorde fino a 2577,90 euro;
75% per gli assegni oltre cinque volte il minimo, per pensioni lorde oltre 2.577,90 euro.