Grande attesa per le novità e le modifiche in discussione per pensioni e stipendi da definire nei prossimi mesi: ecco cosa è già cambiato
Quali sono le tante novità su pensioni e stipendi avvenute in Agosto e le attese per Settembre-Dicembre dal Governo Meloni? Pensioni e stipendi sono, insieme alle tasse, le principali voci su cui il governo Meloni ha lavorato e sta lavorando per riuscire a garantire a pensionati e lavoratori maggiori risorse, miglioramenti e maggiore potere di acquisto. E insieme alle modifiche già avvenute, si prospettano ulteriori cambiamenti fino a fine anno. Vediamo quali sono.
Per quanto riguarda gli stipendi, ad agosto sono riprese le discussioni sul salario minimo che si vorrebbe introdurre in Italia, con prime aperture da parte del governo e una nuova petizione avviata dalla sinistra e che ha già ricevuto moltissime firme per arrivare all’introduzione della misura.
Qualche mese fa, le forze politiche di opposizione hanno presentato alla Camera una proposta di legge per l’approvazione del salario minimo orario di 9 euro lordi da riconoscere a tutti i lavoratori e le lavoratrici con l’obiettivo di contrastare lo sfruttamento a lavoro e garantire una retribuzione sempre idonea ed adeguata a quantità e qualità del lavoro prestati, ma le discussioni state rimandate a dopo l’estate, perché la maggioranza di centrodestra ha approvato la sospensiva dell'esame della proposta di legge, pur con nuove aperture.
Nella discussione sull’introduzione del salario minimo, bisognerà certamente anche considerare la posizione dell’Ue che si è chiaramente espressa sul salario minimo, ritenendo che la cifra oraria adeguata e giusta sarebbe di 7,68 euro e non di 9 euro l’ora come proposto in Italia.
E ad agosto, dopo l’applicazione del taglio del cuneo fiscale aumentato al 7% a luglio, è ufficialmente aumentata a 3mila euro la soglia esentasse per i fringe benefit aziendali per lavoratori dipendenti con figli fiscalmente a carico, che saranno, dunque, esenti dall'Irpef, così come dall'imposta sostitutiva sui premi di produttività, per benefit fino a 3mila euro ricevuti dal datore di lavoro, in accordo con lo stesso.
Ma importanti novità sia per le pensioni che per gli stipendi sono attese anche nei prossimi mesi da settembre a dicembre. Partendo dalle pensioni, le attese più importanti sono chiaramente relative alle novità da introdurre nella Manovra Finanziaria, essendo salata anche per quest’anno una vera e propria riforma delle pensioni strutturale.
E l’attenzione è puntata tanto su novità per uscite anticipate, per cui sono diverse le ipotesi in ballo ma per cui non c’è al momento alcuna certezza. Secondo le ipotesi, nella nuova Manovra potrebbe rientrare la proroga di alcuni sistemi di uscita anticipata, come l’ape social, che però potrebbe essere ampliata a comprendere anche altre categorie di lavoratori usuranti e gravosi, ma anche la quota 103, per permettere ai lavoratori di andare in pensione prima a 62 anni di età e con 41 anni di contributi.
In discussione anche un nuovo scivolo pensionistico per le donne over 60, che dovrebbe seguire il funzionamento dell’Ape social, prevedendo cioè il pagamento di una indennità fino al compimento del 67esimo anno di età, per poi iniziare a percepire la normale pensione, ma soprattutto il ritorno della quota 41 per tutti, per permettere a tutti di andare in pensione con 41 anni di contributi e senza alcun requisito anagrafico ma accettando di calcolare la propria pensione finale solo con sistema contributivo, e la definizione di una nuova quota 96, per andare in pensione prima a 61 anni d'età e con 35 anni di contributi ma solo per alcune categorie di persone, a partire da lavoratori impegnati in attività gravose e usuranti.
Ma nei prossimi mesi, tra settembre e dicembre, si discuterà anche di misure per aumentare gli importi delle pensioni, a partire dalle pensioni minime che, secondo le anticipazioni, il prossimo anno dovrebbero salire ancora, passando da 600 a 700 euro.
E l’attenzione è puntata anche sul nuovo tasso di rivalutazione delle pensioni per il 2024 che dovrà essere deciso a novembre all’incirca per il calcolo di nuovi aumenti perequativi delle pensioni dal prossimo primo gennaio e che si auspica sia in linea con l’andamento di inflazione e prezzi per adeguare al meglio le pensioni e garantire effettivo maggiore potere di acquisto alle pensioni, al contrario di quanto fatto quest’anno 2023.
Passando al capitolo stipendi, le attese per i prossimi mesi sono soprattutto relative alla decisione di rendere strutturale (o meno) sia il taglio del cuneo fiscale aumentato al 7% sia l’aumento della soglia esentasse fino a 3mila euro dei fringe benefit e non solo per lavoratori con figli a carico.
In particolare, si punta a rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale aumentato al 7% (dal 3%) per redditi fino a 25mila euro lordi annui e al 6% (dal 2%) per redditi tra 25mila e 35mila euro lordi annui con l’approvazione del Decreto Lavoro di maggio ma solo in modo temporaneo da luglio e fino a fine ano 2023.
Al momento, le risorse economiche per l’attuazione di tale misura sembra non siano abbastanza sufficienti, per cui si lavora alla ricerca di soluzioni per rendere ufficiale tale misura con la prossima Manovra Finanziaria. E se tale misura non dovesse effettivamente essere approdata si rischia di andare incontro a nuove riduzioni di stipendi a partire da gennaio 2024.
Stesso discorso dovrebbe interessare l’aumento della soglia esentasse fino a 3mila euro dei finge benefit e non solo pe lavoratori dipendenti con figli a carico ma per tutti i lavoratori dipendenti senza condizioni.
Ma per gli stipendi si attendono anche, probabilmente con il nuovo Decreto Lavoro d’autunno, ulteriori novità, con aumenti, per lavoro straordinario, con una nuova detassazione per aumentare l’importo netto in più percepito dai lavoratori che prestano ore di servizio anche oltre il normale orario lavorativo previsto da relativo Ccnl di assunzione, e premi produttività.
Ma, sia per pensioni che per stipendi, la detassazione per avere importi maggiori dovrebbe interessare anche la tredicesima mensilità, per essere poi estesa anche alla quattordicesima. Infine, si attende di capire nei prossimi mesi se sarà effettivamente fatto il nuovo bonus annunciato dal governo Meloni per aumentare sia stipendi che pensioni.
Al momento non c’è alcuna certezza su come sarà strutturato il nuovo bonus Meloni ma, stando alle anticipazioni, potrebbe essere riconosciuto o come il bonus Renzi 80 euro, anche se trattandosi di una misura una tantum probabilmente non potrebbe rispettare l’impianto del bonus Renzi strutturale per 12 mesi, o come bonus una tantum, come i bonus di 200 e 150 euro di luglio e novembre 2022 del governo Draghi e che hanno riscosso gran successo.
In ogni caso, l’introduzione del nuovo bonus Meloni dovrebbe interessare chi percepisce redditi più bassi, forse ancora una volta fissati sulla soglia dei 35mila euro lordi annui come già accaduto per i bonus una tantum del governo Draghi e per i tagli del cuneo fiscale 2023.