Rivalutazione pensioni confronto principali sistemi europei
Come cambiano gli importi delle pensioni degli italiani a partire dal prossimo anno: aumenti ancora irrisori e cosa accade negli altri Paesi europei
Cresceranno, ma di pochissimo, le pensioni degli italiani il prossimo anno e così resteranno ancora fino alla fine del 2021. Ulteriori cambiamenti, stando a quanto riportano le ultime notizie, si potranno avere solo a partire dal primo gennaio 2022.
Nell’attesa di capire cosa e di quanto cambieranno allora le pensioni italiane, le prospettive per il prossimo anno non raccontano nulla di particolarmente buono, considerando che il sistema di rivalutazione delle pensioni italiani è ancora bloccato.
E mentre in Italia si va verso irrisori aumenti, e sempre considerando che la rivalutazione delle pensioni è bloccata ormai da un po’ proprio per una categoria di persone, i pensionati, che sono milioni e che, alla luce delle ultime notizie sull’andamento dell’economia del nostro Paese, sono coloro che sostengono molto le famiglie, aiutando i figli e le loro famiglie dando spinta ai consumi, confrontando il nostro con i principali sistemi pensionistici europei, emerge che questi ultimi stanno garantendo sistemi per aspettative di vita migliori del nostro per tutelare e garantire l'importo del varie pensioni. Come funziona la rivalutazione delle pensioni in Italia e negli altri Paesi europei?
Come sopra appena accennato, la categoria dei pensionati nel nostro Paese rappresenta una categorie di persone importanti per dare spinta a consumi e, quindi, ad economica. Contribuiscono, infatti, in gran parte non solo al sostentamento della propria famiglia ma anche a quello dei figli, e di relative eventuali famiglie dei figli, contribuiscono in modo consistente, per quanto nelle proprie disponibilità, alle spese dei nipoti.
Eppure sono una categoria svantaggiata da sistema. Piuttosto, infatti, che sostenere il loro potere d’acquisto rivalutando le pensioni come si dovrebbe e ogni quanto si dovrebbe, l’Italia ha da tempo bloccato la rivalutazione reale delle pensioni, dando piccoli aumenti come fossero contentini.
Al contrario, i trattamenti pensionistici nel corso di questi anni avrebbero dovuto registrare aumenti molto più consistenti. Del resto, il sistema di rivalutazione delle pensioni serve proprio per tutelare il potere d’acquisto delle pensioni e assicurare ai pensionati un tenore di vita adeguato. Così in Italia non è al momento.
Tutto, invece, è fermo. Potremmo dire che in Italia da circa 20 anni vige un sistema di rivalutazione delle pensioni piena solo per i trattamenti minimi e parziale per quelli di importo superiore, nulla poi per i più alti.
E dal prossimo mese di gennaio 2020 le pensioni degli italiani saranno rivalutate solo dell'1,1% sulla base di quanto rilevato dall'indice Istat in merito al tasso di inflazione del 2019, che tiene conto delle variazioni dell'indice generale dei prezzi al consumo per le famiglie degli impiegati e degli operai e gli aumenti stimati saranno davvero minimi, circa 50 centesimi al mese per 6 euro all’anno.
Stando, però, a quanto confermano le ultime notizie, la rivalutazione delle pensioni sarà piena solo per coloro che percepiscono trattamenti mensili fino a quattro volte il minimo, cioè fino 2.052 euro lorde (corrispondenti a 1.650 euro netti), mentre le pensioni di importo più elevato saranno rivalutate solo in maniera parziale.
Per il 2020 e 2021 la rivalutazione delle pensioni sarà effettuata con le sette fasce di importi delle pensioni. L'ultima legge di Bilancio ha, infatti, portato alla definizione di sette le fasce di rivalutazione cambiando le percentuali di perequazione, sistema che dovrebbe, secondo le stime, garantire risparmi pari a 415, 1.222 e 2.014 milioni di euro nel corso del 2019, 2020 e 2021.
I risparmi dovrebbero, inoltre, essere crescenti negli anni per la mancata indicizzazione di alcune pensioni che si cumula, chiaramente, nel tempo e interessando ben 5 milioni di persone circa, si capisce bene come il governo abbia possibilità di accumulare risorse, derivanti soprattutto dalle pensioni più alte. L’80% dei risparmi derivano da coloro che percepiscono pensioni dai 2.500 euro lordi in su e il resto dalle pensioni tra 4 e 5 volte il trattamento minimo.
Riassumendo, dunque, potremmo dire che chi ha lavorato, e duramente, nel corso della propria vita per riuscire a guadagnare una pensione dignitosa tanto da potersi consentire una vita tranquilla e garantire certezze a figli e famiglie, oggi viene penalizzato.
Negli altri Paesi europei, invece, pur essendoci stati blocchi di rivalutazioni delle pensioni per situazioni contingenti, si è trattato di misure temporanee e ora, ma spesso, da molti anni, tutto avviene regolarmente con aumenti annuali reali